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Schiarita societaria, Petrachi torna vicino. Per la panchina Sottil è nome caldo

Si avvicina il momento della verità in casa Salernitana: la svolta societaria pare imminente, ed a cascata arriverà – come in un effetto domino – anche quella tecnica. Proseguono le trattative tra Italia ed Usa per giungere ad un’offerta vincolante che porterà al closing nei mesi successivi. In realtà essa giungerà pronta per essere firmata e non da analizzare: si stanno discutendo i dettagli tra Roma e Miami, dove hanno sede gli uffici oltreoceano di Brera Holdings.

Come rivela Il Mattino oggi in edicola, si ragiona su una proposta base attorno ai 50 milioni di euro, divisi in 5 rate da 10 milioni, ma condizionata al raggiungimento di un attivo di mercato di almeno 25 milioni. Sarà quindi decisivo abbassare il monte ingaggi e monetizzare il parco giocatori attualmente contrattualizzato attraverso le operazioni in uscita. Se non sarà possibile, potrebbe essere ridotto il corrispettivo della vendita, proprio in rapporto alle cessioni mancate.

Inutile dire che per vendere – e bene – serve un direttore sportivo navigato e credibile in sede di calciomercato. La scelta potrebbe arrivare già oggi, qualora tutto andasse come le parti si augurano. Ieri in una call con gli Stati Uniti è stato condiviso anche questo, una forma di cortesia verso chi è pronto a investire nella Salernitana, anche se non c’è ancora una firma sull’operazione. Nelle ultime ore si è rifatta forte la candidatura di Gianluca Petrachi, con cui oggi ci saranno nuovi contatti verso il fatidico sì. Tale riavvicinamento è sintomatico dei passi avanti verso la definizione del closing, visto che Petrachi aveva chiesto precise garanzie su una proprietà certa e definita. L’annuncio del nuovo diesse arriverà entro il weekend, proprio per evitare di aumentare il ritardo sulla tabella di marcia della programmazione che ha poi prodotto lo striscione di protesta allo stadio Arechi affisso ieri sera.

Ed è proprio la condivisione con Brera Holding su una figura cardine come quella del direttore sportivo a rappresentare un segnale di apertura di Iervolino verso i nuovi soci. Particolare che lascia intendere la possibilità di una completa uscita di scena dell’imprenditore palmese rispetto all’ipotesi del mantenimento di quote di minoranza. Petrachi dovrà trovare il definitivo accordo col club.

Il 55enne dirigente ha un progetto tecnico in mente e l’entusiasmo di chi vuole rimettersi in gioco dopo un periodo di 4 anni ai box, però fin quando non avrà firmato il contratto non potrà essere operativo fino in fondo, sebbene abbia già iniziato sotto traccia a lavorare. Oltre alla certezza sull’assetto societario, Petrachi ha chiesto un budget definito ed un contratto di una durata tale da permettere una progettualità a medio-lungo termine; i bene informati parlano di un triennale e di una possibile opzione in caso di ritorno in A. Alla finestra resta Maiorino, in caso di mancato accordo con Petrachi o di clamorosa mancata cessione della Salernitana. Ci sarà subito da lavorare per il nuovo uomo mercato granata: oltre alla necessità di conoscere dinamiche a ambiente, sarà obbligatorio tuffarsi immediatamente sulla stretta attualità.

Domani inizia una tre giorni di controriscatti e la Salernitana è coinvolta, in una serie di discorsi imbastiti anche con l’aiuto dell’AD Milan. Il Perugia, ad esempio, ha appena riscattato Iannoni e se la Salernitana vorrà riprenderselo dovrà versare agli umbri 900mila euro. C’è poi Kaleb Jimenez, che l’Atalanta entro oggi potrà riscattare a 300 mila euro, obbligando poi i granata a versare 700 mila euro per il controriscatto. Discorso diverso per Torino e Palermo, che non andranno a riscattare Lovato e Mamadou Coulibaly.

Capitolo allenatore

Non appena verrà ufficializzato il nome del nuovo diesse, l’attenzione si sposterà sull’allenatore chiamato a guidare la Salernitana 2024-25. In caso di arrivo di Petrachi, i nomi più quotati sono quelli di Andrea Sottil ed Alberto Aquilani, con il primo leggermente favorito sul secondo. Ex compagno di Petrachi ai tempi del Torino (un’avventura vecchia di 30 anni), ha guidato in B tra le altre anche l’Ascoli, arrivando al sesto posto e attirando le attenzioni di una sua ex squadra come l’Udinese; è stato per un anno e mezzo in massima serie, pagando poi il pessimo avvio di torneo con i friulani e venendo esonerato a ottobre dopo 6 punti in nove giornate, tra cui il pareggio 1-1 a Salerno.

L’altro nome sul taccuino è quello di Alberto Aquilani, reduce dalla prima esperienza tra i grandi con il Pisa in Serie B, dopo i successi con la Fiorentina Primavera. Sarebbe quasi uno scambio di allenatori tra toscani e Salernitana, visto che all’ombra della Torre pendente sta per essere ufficializzato Filippo Inzaghi.

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