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Salernitana, quell’asticella che resta… a metà: delusione e distacco, serve seria autocritica

 

Delusione, scoramento, disaffezione, misti a dilagante rassegnazione. Al di là della classifica che ancora concede barlumi di speranza a Di Tacchio e soci, a preoccupare è lo stato d’animo dell’intero ambiente Salernitana. Squadra priva di gioco, carattere ed identità, allenatore già nel pallone e dirigenza fredda e distaccata, preoccupata soltanto di difendere strenuamente, talvolta arrampicandosi sugli specchi, il proprio operato anziché raccogliere i cocci di una stagione che sta progressivamente assumendo connotati diversi rispetto a quelli auspicati.

Non tutto è perduto, verissimo. La Salernitana, intesa come squadra e staff tecnico, ha l’obbligo morale e professionale di continuare a crederci, lavorando e focalizzando l’obiettivo playoff – classifica alla mano – ancora alla portata. S’allontana (-6), invece, il sesto posto, l’ultimo che consentirebbe alla Salernitana la possibilità di disputare la gara secca tra le mura amiche. Bella differenza giocarsi il tutto per tutto in trasferta piuttosto che in un Arechi stracolmo e ribollente di tifo e passione.

La realtà, peraltro, racconta di uno scenario ben diverso. La Salernitana resta nel guado di un anonimo decimo posto. Leggermente meglio del dodicesimo della passata stagione, perfettamente in linea col piazzamento finale del torneo 2016/2017. Insomma, come si evince anche dai grafici in altro (fonte Transfermarkt.com) la famosa “asticella da alzare” resta sempre piantata. Anche nello stereotipato “anno del centenario”.

Sullo sfondo la totale assenza d’autocritica da parte del management e della proprietà, quest’ultima evidentemente soddisfatta dei risultati sportivi ed economici raggiunti spesso e volentieri col prezioso supporto della “mamma” Lazio. Nonostante decine di allenatori cambiati e centinaia di calciatori ingaggiati. Eppure basterebbe una seria e sincera assunzione di responsabilità a rasserenare parzialmente gli animi. Perché addossare la colpa ai soliti “fattori imponderabili”, litania onnipresente nei momenti di difficoltà, significa continuare a cercare sponde, ignorando un fiume – quello del malessere popolare – ormai straripato e spesso purtroppo degenerato in un mare di beceri insulti e censurabili offese.

Fiducia e credibilità non si riconquistano a suon di comunicati né col supporto istituzionale intriso di stucchevole politichese. Nemmeno con incontri nel “rispetto delle normative vigenti”. Ma con i fatti. Ed i fatti hanno dimostrato che la Salernitana, lo scorso gennaio, ha per l’ennesima volta perso l’occasione per effettuare il salto di qualità con innesti mirati. Perché si è aspettato l’ultimo giorno di mercato per rinforzare la squadra, ancor più visto che il budget stanziato ammontava a “diversi milioni di euro”? Perché non s’è recepita per tempo la volontà di Ceravolo e Dezi, restii a lasciare Parma, e non si sono individuate alternative di pari o simile valore? Perché s’è atteso il 31 gennaio per tesserare un calciatore di indubbio valore e pedrigree quale Emanuele Calaiò, anziché anticipare il suo arrivo consentendogli di recuperare forma fisica e ritmo partita durante la sosta? Sono solo alcuni dei quesiti più ricorrenti che serpeggiano (senza soddisfacente risposta) nell’animo della stragrande maggioranza dei tifosi. E per risolverli non basterà aggrapparsi ai fallimenti altrui (Cesena, Avellino e Bari), quasi facendosene un merito proprio. Perché l’asticella andava alzata a prescindere, senza attendere che cadano altrove…

2 Commenti

2 Commenti

  1. Mai satellite della lazio

    11/02/2019 at 13:30

    Finalmente un articolo con pochi peli sulla lingua .. FI NA LME NTE

  2. Enzo

    11/02/2019 at 14:20

    Un articolo con un po’ di palle ma non basta ancora, bisogna essere molto più chiari, schietti nel dire la realtà delle cose questo vale per tutti i giornalisti che sembrano dormire a riguardo. Comunque dove c’è una società assente, se non per l’ordinaria amministrazione che sarà anche impeccabile, ma poi tutto il resto è zero assolito non si va da nessuna parte. Fabiani spero che vada via presto è indesiderato. Mezzaroma parla ma alla fine non dice è conclude niente, ma la causa di tutto è lui.. Lotito.

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