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Ribéry, che carica: “Vivo per il calcio, non per i soldi. È come se giocassi qui da 2-3 anni”

Una lunga conferenza stampa per Franck Ribéry. Le motivazioni, la voglia di dimostrare che il tramonto è lontano, le ambizioni, la grande carica percepita a Salerno.

In primis, la storia: come è nata la trattativa. “Davide Lippi ha parlato con il mio procuratore e poi ho sentito il ds Fabiani con cui ho parlato in videoconferenza, ho sentito un affetto importante. Sentivo già a Monaco, con i tanti messaggi, l’affetto della gente. Mi ha aiutato molto questo, non potevo rispondere a tutti però ho visto i messaggi della gente: è stato incredibile. Non posso dimenticare questo affetto anche se ho vinto tanti trofei. Ci sono delle piccole cose che rimangono. Io vivo per il calcio, se avessi vissuto per i soldi non sarei stato qui. – ha esordito – La mia famiglia è stata fondamentale, ho cinque bambini, mia moglie, prima di venire qui ho detto a Fabiani che avrei dovuto parlare con la mia famiglia, non potevo decidere da solo; ho parlato con loro, è stato difficile accettare che sarei andato via di nuovo. Stamattina è stato peggio, nella vita bisogna fare dei sacrifici, la mia famiglia verrà a trovarmi anche a Salerno e ogni tanto tornerò anche io a Monaco. La stampa francese dice che  la Salernitana è sconosciuta? Quando sono entrato all’Arechi non so quanti tifosi c’erano, forse 5 mila, l’ho immaginato pieno e ho capito che c’è un ambiente incredibile; tutti cantano. Da tanto tempo non vedevo queste scene, tutto ciò mi aiuta. Io non gioco per me, ma per i tifosi. Voglio tornare a casa con la vittoria perché so che la gente è contenta. Quando non avrò più benzina tornerò a casa, ora non è così perché mi sento bene. È diverso da quando hai 25 anni. Ora devo gestirmi e voglio farlo cercando di non infortunarmi. Devo cominciare gradualmente, non troppo velocemente perché il fisico non è ancora pronto. Quando sono arrivato a Salerno ho sentito tifosi e cori, c’è una passione incredibile che si tocca con mano. Io sono passionale, per questo ho scelto Salerno, sono contento anche dell’accoglienza allo stadio dopo aver conosciuto i compagni. Quando ho visto la curva, si è visto che sostengono sempre i colori. Per me il futuro è questo, voglio dare una mano alla squadra con la mia esperienza”.

C’è una missione complicata per il francese sul campo. “Farò il mio massimo, abbiamo un obiettivo importante che è la salvezza, sarà fondamentale raggiungerlo presto. Non conosco bene la squadra, piano piano voglio guardare, conoscere e capire come aiutare il gruppo. Pian piano lo scopriremo. Castori mi ha detto che vuole costruire un gruppo forte, se c’è unità, un gruppo come una famiglia e combatte insieme anche nei momenti difficili a testa alta. Su questo posso essere importante, la società e la squadra non è solo il giocatore, ma ci sono tante persone che vivono per la squadra”, dice l’ex Bayern, prima di parlare delle sue condizioni atletiche: “Mi sento ancora molto bene, ho tanta voglia di dimostrare il mio valore. Ho una passione dentro, posso aiutare la squadra e divertirmi anche con l’aiuto dei tifosi. Penso il più veloce possibile, spero di vincere presto una partita. La Serie A è difficile, ci sono squadre fortissime. È facile fare solo allenamento da solo, con la squadra però è diverso: spero di trovare subito il mio ritmo e di giocare quanto prima; domani inizierò ad allenarmi in gruppo. Oggi ho parlato col preparatore atletico e lo staff, programmando cosa fare. Vediamo giorno dopo giorno, spero di trovare subito la conduzione e la giusta collocazione tattica. Fabiani e il paragone con Maradona? Non si può dimenticare cosa ha fatto lui, io sono venuto qui non per essere paragonato a lui, ma per fare il mio massimo nel mio lavoro. Quando sono al campo faccio tutto per la squadra e i tifosi. Credo di aver bisogno di un po’ di tempo adesso. Mi sono sentito subito come a casa, è come se avessi già giocato 2-3 anni qui. Io voglio dimostrare tanto, vorrei crescere insieme a questa piazza. Vivo per questo, mi sento leggero. L’età non conta, voglio fare come ha fatto Ibra al Milan o come ho fatto a Firenze: spero di dare una mano nello spogliatoio e fuori dal campo, mi piace aiutare anche i compagni giovani. Ho un ruolo importante, ho parlato col mister, la comunicazione fa la differenza”.

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