Marco Baroni è subentrato a metà dicembre a Mimmo Toscano sulla panchina della Reggina: per lui 3 sconfitte, due vittorie e altrettanti pareggi, con gli amaranto ancora impelagati in zona playout e obbligati a centrare il risultato pieno, da par loro, domani contro la Salernitana.
“Ci aspetta una partita complicata, lo sappiamo bene ma giochiamo sempre per i tre punti. – ha detto il tecnico reggino in conferenza stampa di presentazione del posticipo del Granillo – Dobbiamo fare una prestazione importante contro una squadra forte che ha una sua identità e non è là davanti per caso, non possiamo sbagliare, a prescindere dalla formazione che schiererò. I nuovi acquisti Crimi, Montalto ed Edera? Saranno della partita con certezza e hanno grosse possibilità di giocare dall’inizio. Invece Petrelli purtroppo è arrivato portandosi dietro una distorsione patita il 3 gennaio e ancora non sta benissimo, quindi non sarà convocato. Valuterò bene domani mattina alcune situazioni per la scelta della formazione. Andiamo incontro a molte gare ravvicinate, se so che alcuni giocatori non sono al cento per cento non giocheranno. Metterò in campo sicuramente quelli che dal punto di vista psicofisico mi danno più garanzie, senza mettere a rischio giocatori che potrebbero farsi male se andassero in campo“. Ben 8 gli acquisti nel mercato di riparazione per la società amaranto: “Non vorrei parlare molto di mercato, la sessione è ancora aperta e abbiamo cercato di fare delle scelte; il mercato è sempre difficile a gennaio, migliorarsi non è facile e stiamo cercando di portare all’interno giocatori motivati che abbiano qualità. Finora chi è arrivato ed è sceso in campo la volta scorsa ha fatto bene”.
La campagna trasferimenti era stata altisonante in estate con Menez ciliegina sulla torta. Finora il francese ha reso solo a sprazzi. “Ha talento, ci parlo molto con lui, deve fare di più perché può farlo e lo pretendo. – afferma Baroni – Ha fatto una buona partita a Frosinone, mi è piaciuto anche l’atteggiamento, sempre con la testa nella prestazione. Questo deve fare, deve essere una risorsa dal punto di vista tecnico e di come si pone nella partita con i compagni, con l’avversario e con l’arbitro. Le responsabilità aumentano? Lavoriamo a testa alta e andiamo avanti. La responsabilità c’è dall’inizio quando un tecnico prende una squadra in corsa con le difficoltà che sapevamo esserci. Viviamo di questo, di pressioni, guai se non ci fossero. Me le sono assunte quando ho preso questo incarico, da parte mia c’è sempre più convinzione. Non sono preoccupato, ma concentrato”.
La Reggina ha una pecca: i finali di partita. “A Frosinone abbiamo fatto 70′ importanti, poi a volte ci penalizziamo da soli. Nel calcio tutti siamo figli dei risultati, ma senza prestazioni importanti difficilmente si vince e io voglio parlare e partire proprio da questo. Abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela con tutti: voglio una squadra che produca calcio in avanti con spirito combattivo. – aggiunge l’allenatore dei calabresi – Dobbiamo invertire il trend che ci vede in calo nei finali, vanno gestite meglio le partite con maggiore tenuta mentale e fisica. Molto faranno anche i cambi, bisogna avere la possibilità di cambiare la partita o comunque di rimanerci sfruttando al massimo le 5 sostituzioni. Stiamo lavorando verso questa direzione”. In chiusura, i dettagli delle ‘falle’ dei suoi uomini: “Non dobbiamo difenderci bassi, stiamo bene alti finché la squadra riesce a correre in avanti in entrambe le fasi. Bisogna anche saper recuperare energie nella gestione della palla: spesso forziamo le giocate, a volte ci sarebbe bisogno di prendere tempo perché si deve rifiatare col pallone, invece se lo regali velocemente agli altri l’azione si capovolge in maniera pericolosa. Non voglio cercare alibi nell’aspetto mentale, queste cose non mi piacciono. Togliamo da mezzo i concetti di titolari e riserve: ci sono 20 giocatori che devono adoperarsi con la stessa importanza e chi entra è ancora più importante”.
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