I granata sanno bene che ogni vittoria conquistata sul campo ha un sapore speciale, ma quando si tratta di trofei ufficiali la soddisfazione diventa ancora più grande. Quanti trofei ha vinto la Salernitana nella sua storia ultracentenaria? La risposta è quattro, e dietro ognuno di questi successi ci sono storie, emozioni e momenti che ogni tifoso porta nel cuore.
Mentre seguiamo con interesse questo avvio di stagione 2025-2026 che sta dando segnali positivi, ripercorrere i successi del passato ci ricorda quanto sia bello sognare in grande quando si indossano questi colori.
La nuova stagione 2025-2026: un inizio promettente
L’avvio del campionato di Serie C ha regalato ai tifosi granata motivi di soddisfazione e ottimismo. La squadra ha dimostrato carattere e determinazione nelle prime uscite stagionali, raccogliendo risultati positivi che hanno contribuito a creare un clima di fiducia intorno all’ambiente. Il match contro il Siracusa, vinto per 1-0, ha rappresentato il primo successo della stagione, seguito dalla vittoriosa trasferta di Cosenza terminata 2-1 in favore dei granata.
La partita più emblematica di questo inizio è stata sicuramente il confronto casalingo contro il Sorrento, concluso con un emozionante 2-1. Nonostante un avvio contratto, la rimonta è arrivata grazie alle reti di Inglese e Capomaggio, con Donnarumma decisivo nel preservare il risultato negli ultimi minuti di gara.
L’avvio promettente di questa stagione, insieme al profondo rinnovamento della rosa, ha già acceso il dibattito tra gli appassionati. Un fermento che non passa inosservato neppure alle principali piattaforme di intrattenimento e ai casinò online aams, che offrono proposte aggiornate e esperienze in linea con le aspettative dei tifosi.
Il palmares della Salernitana: una panoramica completa
Analizzando nel dettaglio quanti trofei ha vinto la Salernitana, il palmares ufficiale della società campana comprende quattro trofei conquistati sul campo, frutto di stagioni memorabili che hanno regalato gioie immense ai sostenitori granata.
La tradizione sportiva della Salernitana trova riconoscimento anche nei criteri FIGC, dove il club occupa il 36° posto a livello nazionale, confermandosi come la seconda miglior squadra campana dopo il Napoli. Questo posizionamento testimonia la solidità e la continuità del progetto sportivo granata nel panorama calcistico.
Tipo di trofeo |
Numero |
Anni di conquista |
Campionati di Serie B |
2 |
1997-98, 2007-08 |
Coppa Italia Serie C |
1 |
2014 |
Supercoppa Lega Pro |
1 |
2013 |
Quanti scudetti ha vinto la Salernitana: i campionati conquistati
Quando si parla di titoli nazionali, il pensiero va ai due campionati di Serie B che hanno scritto alcune delle pagine più significative della storia granata. Due promozioni arrivate in contesti completamente diversi, ma accomunate dalla capacità di trascinare un’intera città verso traguardi che sembravano impossibili.
Il ritorno in Serie A dopo 50 anni
La stagione 1997-1998 rappresenta probabilmente il capitolo più glorioso della storia granata moderna. Dopo cinquant’anni dall’ultima partecipazione in Serie A, la Salernitana di Delio Rossi riuscì nell’impresa di riportare il calcio di massima categoria nella città di Salerno. Il tecnico riminese, già protagonista della promozione dalla C1 alla B nella stagione 1993-94, tornò a guidare i granata in un momento cruciale, accolto dall’entusiasmo incontenibile dei tifosi.
La squadra fu costruita con oculatezza e ambizione, con acquisti mirati che si rivelarono decisivi per il successo finale. Tra tutti spiccava Marco Di Vaio, una scommessa personale del presidente Aliberti che si trasformò in una scelta vincente. L’attaccante emiliano conquistò il titolo di capocannoniere del torneo con 21 gol, diventando il secondo giocatore nella storia granata a raggiungere questo traguardo dopo Giovanni Pisano nel 1994-95.
Il modulo 4-3-3 proposto da Rossi entusiasmò immediatamente i tifosi, con oltre 14.676 abbonamenti sottoscritti e una media di oltre 20.000 spettatori alle partite casalinghe. La squadra dominò il campionato con autorità, infliggendo pesanti sconfitte agli avversari: quattro gol alla Reggiana, cinque sia al Castel di Sangro che al Pescara, e una memorabile vittoria per 3-0 contro il Venezia capolista che sancì il sorpasso in classifica. La promozione matematica arrivò il 10 maggio con un pareggio per 0-0 proprio contro il Venezia, davanti a oltre 33.000 spettatori in delirio, nonostante la tragedia dell’alluvione di Sarno avesse colpito profondamente la comunità locale pochi giorni prima.
La stagione 2007-2008: la rinascita dopo la radiazione
La seconda conquista della Serie B arrivò in circostanze completamente diverse, rappresentando una vera e propria rinascita sportiva dopo la radiazione della precedente società storica avvenuta nel 2005. La nuova Salernitana Calcio 1919 di Antonio Lombardi riuscì nell’impresa di riportare il calcio professionistico a Salerno in tempi record.
Il direttore generale Angelo Mariano Fabiani ebbe carta bianca per allestire una rosa competitiva, e tra i colpi di mercato più significativi spicca l’arrivo di Arturo Di Napoli, bomber esperto con trascorsi anche in Serie A. L’attaccante campano si rivelò decisivo nel corso della stagione, contribuendo in modo determinante al successo finale con i suoi gol e la sua esperienza.
La squadra guidata inizialmente da Agostinelli conquistò la vetta della classifica battendo l’Ancona alla 13ª giornata e non la mollò più per tutto il resto del campionato. Nonostante la vittoria del girone di andata, l’allenatore fu esonerato dopo alcune prestazioni poco convincenti e sostituito da Fabio Brini, che riuscì a risollevare il gruppo e a guidarlo verso la promozione finale. L’obiettivo fu centrato battendo in casa il Pescara, regalando nuovamente ai tifosi granata la gioia di vedere la propria squadra tra i professionisti.
I trofei nazionali: le coppe conquistate dai granata
Oltre ai campionati di Serie B, il palmares della Salernitana si arricchisce di due trofei nazionali conquistati in competizioni a eliminazione diretta. Questi successi assumono un valore particolare perché ottenuti attraverso percorsi lunghi e impegnativi, dove ogni partita rappresentava uno step fondamentale verso l’obiettivo finale.
Supercoppa di Lega di Seconda Divisione 2013
Il primo trofeo in ordine cronologico conquistato dalla nuova Salernitana arrivò il 25 maggio 2013, quando i granata si aggiudicarono la Supercoppa di Lega di Seconda Divisione battendo la Pro Patria in una doppia sfida che non ammise repliche. Questo successo rappresentò il coronamento di una stagione straordinaria, culminata con la vittoria del girone del campionato di Lega Pro Seconda Divisione.
La finale si articolò su due incontri che videro la Salernitana di Carlo Perrone dominare in entrambe le occasioni. L’andata si risolse con un netto 3-0 che mise già una seria ipoteca sulla conquista del trofeo, ma le vere emozioni arrivarono con il ritorno all’Arechi,
Le fasi salienti della vittoria nella gara di ritorno furono caratterizzate dalla doppietta di Guazzo nei primi 11 minuti di gioco, che indirizzò immediatamente il match: il primo gol di testa su calcio di punizione e la seconda rete arrivata grazie alla combinazione Montervino-Ricci-Guazzo, conclusa ancora di testa dall’attaccante granata.
Seguì il gol della bandiera di Falomi al 25′ che rappresentò solo una magra consolazione per la Pro Patria e il risultato finale di 2-1 che sancì una stagione altamente vincente per il club salernitano.
Coppa Italia Serie C/Lega Pro 2014
Questo successo arrivò dopo 34 anni dalla prima e unica finale disputata dai granata in una competizione nazionale, quando nel 1980 la squadra di Luigi Gigante fu sconfitta dal Padova dopo aver vinto 3-1 l’andata al Vestuti ma subito un pesante 4-0 in trasferta.
Il percorso verso la vittoria finale iniziò dal primo turno del 2 ottobre 2013, quando la Salernitana guidata da Stefano Sanderra superò ai calci di rigore il Messina all’Arechi. Le parate decisive di Berardi furono determinanti dopo l’1-1 dei tempi regolamentari firmato da Guazzo e Costa Ferreira. Nel secondo turno, sotto la guida di Carlo Perrone, i granata batterono il Catanzaro 2-1 dopo i tempi supplementari grazie al gol di Ricci, che ribaltò il pareggio di Mounard sul vantaggio iniziale di Casini.
Il mini girone del terzo turno vide la Salernitana affrontare Ischia e Frosinone, con la doppietta di Ginestra decisiva nel 2-1 casalingo contro gli isolani e lo 0-0 ottenuto al “Matusa” che valse il passaggio alle semifinali. Qui, già sotto la guida di Angelo Gregucci, i granata eliminarono il Grosseto con due vittorie: 3-2 all’andata grazie al rigore di Mendicino al 92′ dopo un pirotecnico 2-2 dei primi quarantacinque minuti, e 2-1 al ritorno con i gol di Montervino e Gustavo.
La finale contro il Monza regalò emozioni indescrivibili. L’andata del 19 marzo fu decisa al 92′ da Ricci, mentre il ritorno all’Arechi vide il pareggio di Volpe all’87’ bastare per il trionfo finale. Una cavalcata esaltante che portò nella bacheca granata il secondo trofeo della storia del club, dopo la Supercoppa conquistata l’anno precedente.
Il futuro granata: nuovi obiettivi all’orizzonte
I quattro trofei conquistati nella storia rappresentano le fondamenta su cui costruire nuove ambizioni. L’attuale posizionamento in Serie C offre l’opportunità di programmare una risalita graduale ma costante, con la consapevolezza che il club granata possiede le strutture e la tradizione necessarie per competere a livelli superiori.
Nonostante gli ultimi mesi della passata stagione non siano stati dei migliori, l’entusiasmo dimostrato dalla tifoseria in questo avvio di stagione e i risultati positivi ottenuti sul campo creano le premesse per un percorso di crescita che possa portare, nel medio periodo, a nuovi successi da aggiungere alla bacheca.
Tuttavia, per coltivare davvero queste possibilità, serve anche un ambiente sereno e voci incontrollate, come quelle circolate di recente su una presunta richiesta di cessione di Roberto Inglese, smentita con decisione dalla società, rischiano solo di destabilizzare inutilmente. La Salernitana ha dimostrato più volte nella sua storia di saper rinascere dalle difficoltà, trasformando ogni ripartenza in un’opportunità per scrivere pagine memorabili del calcio italiano.