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Petrachi riparte da Salerno: “Sarei voluto arrivare prima. I tifosi ci capiscano”

Le difficoltà sono già tante, ma Gianluca Petrachi non si fa scoraggiare. Il dirigente pugliese ha voglia di rimettersi in gioco, dopo la non positiva esperienza alla Roma di quattro anni fa. “Mi aspettavo una conferenza stampa molto calda e suggestiva. A Torino il giorno della mia presentazione fu messa una bomba carta, sono vaccinato. Ringrazio ciò la gente di Salerno che mi sta dimostrando consenso, mi inorgoglisce – ha detto il ds in conferenza -. Ho entusiasmo, conosco la piazza e so che si viene da un’amarissima retrocessione. Quando mi hanno chiamato ho detto che mi sarebbe piaciuto arrivare prima per aiutare la squadra a salvarsi perché era nelle sue corde. Seguo la Salernitana da tempo, al di là della categoria ho pensato a quello che Salerno poteva darmi per rilanciarmi. Entusiasmo ed empatia di lasciarmi lavorare. Ce la metterò tutta, farò di tutto per dare soddisfazioni a questa piazza che ha subito un’annata brutta e retrocedere così è disarmante. Il pubblico è rimasto civile, magari ci si aspettava chissà quale situazione, in realtà la tifoseria è retrocessa dignitosamente portando tanta gente in trasferta. È una piazza che ha imparato dai propri errori. Oggi è l’anno zero, bisogna provare a ripartire tutti insieme e vi invito a essere uniti.

Siamo partiti in un ritardo eccessivo, nel calcio ci sono tempi e situazioni. La società si è trovata in un punto in cui c’era un gruppo che si stata avvicinando per acquistare, questo ha rallentato le cose e ha creato disagio anche a me. La società mi ha permesso di scegliere con la mia testa e di operare con le risorse sul mercato, in base a ciò che venderemo riusciremo a fare, con la retrocessione la società deve contenere i costi e fare un progetto sostenibile. Ho trovato un presidente deluso, le contestazioni civili sono arrivate e l’hanno ferito non essendo uomo di calcio. Anche il dottor Milan era neofita del calcio e tante dinamiche non le si conosce, hanno ammesso di aver fatto degli errori. È inutile stare qui a rinfacciare, bisogna ripartire. Le risorse sono diverse rispetto a qualche anno fa quando avrei voluto essere il diesse granata, non si possono spendere più i denari di prima e su questo sto cercando di lavorare apportando idee. Quando ci sono pochi denari le idee contano. Bisogna avere la pazienza di aspettare la ricostruzione di qualcosa su cui oggi c’è pochissimo, cercando di riportare la Salernitana sul palcoscenico che merita. Sono un ambizioso, non so perdere nemmeno a ping pong. Il premio che ho messo al mister matura ai playoff e alla vittoria del campionato, oggi non è giusto fare proclami perché siamo all’anno zero e dobbiamo ricostruire. Dalla gente di Salerno alla prima partita mi aspetto comprensione, il tifoso sa la difficoltà in cui è la Salernitana. La gente ha già capito. Faccio calcio da 40 anni, ho girato poco la città ma le poche volte che sono uscito tanta gente mi ha emozionato e chiesto che non mi dimettessi”.

Petrachi ha parlato anche della situazione centro sportivo e della possibilità di proseguire il ritiro in una location diversa da Rivisondoli: “Ci stiamo adoperando per stare nel centro sportivo, rimanerci e lavorare nel migliore dei modi. Lì si crea il rapporto familiare tra calciatori, si sta più lì che con le loro famiglie. Ho investito Milan di questo impegno di riuscire a sistemare la situazione nel più breve tempo. Anche se ho visto il Mary Rosy e ho parlato per farci stare a lavorare. La società ci ha dato disponibilità per una seconda parte di ritiro, vorremmo rispostarci, andare in un luogo meno afoso e fare altri dieci giorni, capiamo come per continuare a lavorare bene. Il mister desidera che si facciano altri dieci giorni”.

Petrachi avrà anche due fidati collaboratori, ovvero il nipote Bruno e Pierfrancesco Leo, come anticipato: “Credo moltissimo nello scouting, è la mia linfa, attingo totalmente dal mio scouting che fa delle scremature, scelgo e poi vado a vedere live i giocatori. Questa è stata la mia arma vincente. Di tasca mia, essendo stato fermo, ho continuato a pagare tre scout, non li ho abbandonati, mi sono mantenuto vivo, aggiornato, non potrei sopravvivere senza lo scout. Io devo andare a cercarmi terzini bassi, non quinti, gente che sia predisposta a saper fare le diagonali difensive su cui il mister lavora in modo maniacale. La Salernitana mi ha fatto prendere due collaboratori fidati, siamo in B. Alla Roma ne avevo sei. Mi sono preso quelli che reputavo più pronti e che avessero i miei stessi occhi. Continueremo a muoverci, mio nipote sarà qui con me, ma anche lui andrà a girare quando il campionato inizierà”.

 

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