Un tour de force massacrante adesso, per tutti. Anche per chi – sulla carta – potrebbe trarre benefici dalla pausa del campionato cadetto che riprenderà il primo maggio. Stop fulmineo, a meno di quarantotto ore dal turno successivo già calendarizzato. Tant’è. Nell’ultimo biennio se ne sono viste tante in serie cadetta ed ancora una volta, ufficialmente per prevenire ricorsi e preservare la contemporaneità seppur parziale nelle ultime quattro giornate, le idee sono repentinamente cambiate più volte nel giro di pochi e convulsi giorni.
Tutti fermi, si riprenderà a giocare ogni 72 ore. Quattro partite in dieci giorni per arrivare alla fine della stagione regolare, poi altre quattro in dieci giorni per chi dovesse affrontare i playoff e arrivare fino all’ultimo atto (diventerebbero cinque in due settimane se in finale giungesse una squadra partita dai preliminari in gara secca). Una cosa è certa: in assemblea, come scrive l’odierna edizione del quotidiano Il Mattino, i presidenti hanno almeno trovato la convergenza sul fatto che in caso di trasferte lunghe saranno agevolate le squadre ospiti per un pronto ritorno a casa, stesso in serata. Sarà il caso, ad esempio, della Salernitana in quel di Lignano Sabbiadoro alla terzultima di campionato contro il Pordenone. Giocando ogni tre giorni, sarebbe impossibile pretendere di fissare questo tipo di gare in notturna. Secondo queste indicazioni, dunque, presto dovrebbero essere pubblicati gli orari delle prossime partite. Le date ci sono già: Salernitana-Monza l’1 maggio, Pordenone-Salernitana il 4, Salernitana-Empoli il 7 e Pescara-Salernitana il 10. Slittano anche i playoff: giovedì 13 maggio il preliminare in gara secca, semifinali lunedì 17 maggio e giovedì 20 maggio, finali domenica 23 maggio e giovedì 27 maggio. È questa infatti la deadline prima di dover “liberare” i giocatori che saranno convocati in Nazionale.
Le motivazioni della Lega B sullo slittamento sono le seguenti: evitare il più possibile di perdere tempo e di trovare complicazioni nei prevedibili ricorsi che Cosenza e Reggiana avrebbero presentato in caso di regolare disputa delle giornate. Il Pescara è in quarantena, calabresi ed emiliani avrebbero dovuto affrontarlo rispettivamente alla 35ma e alla 36ma. Si sarebbero viste scene già note: una squadra sul campo, l’altra no, l’arbitro che aspetta i canonici 45′ e poi constata l’assenza degli avversari, col risultato che resta sub iudice e in attesa di comunicazioni del giudice sportivo. Che, visto quanto fatto nel caso di Empoli-Chievo, con un’ordinanza dell’Asl davanti non avrebbe potuto far altro che accordare la disputa della partita in altra data. Ricorsi plurimi avrebbero ulteriormente appesantito il già fragile equilibrio tra date, contagi, virus ed esigenze varie in seno al campionato cadetto. Il presidente federale Gravina, anche se non ufficialmente, ha dato il consiglio di fermarsi subito e Galliani, vicepresidente del direttivo, ha preso la palla al balzo per portare avanti con convinzione la battaglia del fulmineo stop. Altro nodo, quello della contemporaneità: lo statuto della Lega cadetta dice chiaramente che il concetto vale obbligatoriamente solo per le ultime due giornate, mentre la Figc ha chiesto più attenzione in tal senso anche per quartultima e terzultima. Potrebbe esserci una contemporaneità… a blocchi: squadre impegnate per lo stesso obiettivo non giocheranno in orari diversi. Ma anticipi e posticipi saranno comunque piazzati, non foss’altro per le esigenze televisive. Del resto, eccezion fatta per l’anomalo scorso campionato, due anni fa non c’era stata la stessa maniacale attenzione per la contemporaneità. Basti pensare che Salernitana-Cosenza, penultima giornata che i granata di Gregucci persero in casa e che portò all’esonero del tecnico, fu giocata come singola partita alle ore 21 di domenica 5 maggio 2019. Il Foggia giocò in posticipo il giorno dopo, il Livorno aveva giocato nel pomeriggio stesso alle 15, solo per citare alcuni esempi. Ed era la penultima. Eppure, il cavalluccio era diventato tremendamente pericolante, tanto che con la sconfitta di Pescara nell’ultimo turno, di fatto, retrocesse sul campo. Poi, i tribunali misero una pezza con i casi Foggia e Palermo, donando la chance playout.
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