OSLO. Partito da Bærum, quartiere ovest della periferia di Oslo, è arrivato a Salerno nel gennaio 2022 con grandi aspettative: prima un po’ di ambientamento, poi ottime prestazioni che lasciavano presagire un 2022/23 da protagonista, infine l’infortunio estivo che ha lasciato riverberi amari lungo tutto l’arco della stagione. Emil Bohinen sta cercando di tornare ad essere quello della scorsa stagione. Lo ha fatto a sprazzi finora, vedi San Siro contro il Milan, e Torino potrebbe rappresentare una grande chance con Coulibaly squalificato e Maggiore infortunato.
Un finale di torneo da prendere al volo
La storia del centrocampista inizia nei suburbs della capitale norvegese. Dallo stesso club – lo Stabæk, tornato in Eliteserien dopo un anno di cadetteria – che oggi è allenato da papà Lars, ex gloria della Nazionale dei Vichinghi con una buona carriera anche in Inghilterra, dove Emil peraltro è nato nel 1999. Il regista norvegese si è perso dopo l’infortunio contro il Parma nella sfida agostana di Coppa Italia e non è riuscito ancora a ritrovarsi del tutto. Nel 22/23 solo sei presenze da titolare per lui, costretto ai box per due mesi e mai tornato quell’elemento imprescindibile ingaggiato (poi riscattato) dal CSKA Mosca. Contro l’Inter è subentrato a 10′ dalla fine, senza però incidere come aveva fatto nella sfida al Milan alla Scala del calcio: dai suoi piedi si era avviata la manovra che lanciò Dia in porta per il prezioso 1-1. Lars Bohinen parte proprio da lì. Lo abbiamo incontrato a margine della prima gara di campionato del suo Stabæk contro l’Odd: “Ho visto Emil giocare contro il Milan e penso abbia fatto bene. Nella gara successiva non ha mantenuto quel livello visto a San Siro e penso che questo sia dipeso anche dalla prestazione collettiva della squadra”.
Emil Bohinen con la casacca dello Stabaek
Leggenda del calcio norvegese nonché ex Nottingham Forrest, Lars Bohinen è oggi tecnico della squadra che ha cresciuto e lanciato il figlio dal 2017. Crede nelle capacità del centrocampista, spesso è a Salerno per sostenerlo e a inizio stagione ha visitato anche il Mary Rosy. “Emil sta ancora cercando di raggiungere lo standard che ha dimostrato nell’ultima parte della scorsa stagione – ha detto ai nostri microfoni – È stato sfortunato in estate quando si è infortunato nell’ultima gara proprio prima dell’inizio del campionato, è rimasto fuori per due mesi e mezzo e poi con mister Nicola ha avuto difficoltà ad essere scelto perché il trainer provava più formazioni diverse e anche per questo è il periodo è diventato difficile per lui. Dopo il suo primo esonero cercava soluzioni e formazioni diverse per trovare risultati, per questo Emil aveva problemi nell’essere schierato tra le prime linee negli schemi del precedente allenatore. Da quando è arrivato a Salerno, Sousa ha dimostrato di voler giocare un calcio diverso da quello di Nicola, che si può adattare di più alle qualità di Emil”.
Milan-Salernitana: il centrocampista norvegese in una delle sue migliori apparizioni stagionali (foto Francesco Pecoraro)
Torino e futuro
Dipenderà tutto dalla settimana che parte oggi ma Sousa potrebbe concretamente valutare la possibilità di concedere una maglia da titolare in mediana a Bohinen: “Il mister sta impiegando diversi centrocampisti in questo periodo, anche Vilhena e Nicolussi Caviglia. Certo, l’assenza di Lassana può dare un’occasione a Emil per giocare dal 1’ e deve riuscire a conquistarla con il lavoro”.
Iervolino ha puntato su Bohinen a inizio stagione, riscattandolo con un investimento importante (4,23 milioni di euro in totale tra primo prestito, 3,5 milioni di riscatto e commissioni varie agli agenti): “Non so cosa hanno in mente in società, se il club ha fiducia in Emil e crede nelle sue qualità lui potrà restare per molto tempo perché gli piace Salerno. Anche io sono stato molte volte in città e all’Arechi, mi piace l’ambiente che si respira lì e i tifosi sono fantastici. La tifoseria aiuta la squadra, qualche volta però sono molto critici ed esigenti. Mettono un po’ di pressione sui calciatori ma questo va bene, ci sta e fa parte del gioco. Emil non ha problemi con la pressione, l’ha già dimostrato l’anno scorso. La società ha acquistato molti calciatori e c’è la giusta competizione a centrocampo. Deve produrre buone prestazioni così da convincere Sousa. Mi ha detto che a Salerno sta bene ma certamente lo è di più quando gioca”.
L’infortunio
In Norvegia è iniziato il campionato a Pasquetta, giorno di classiche gite fuori porta per chi abita nella penisola scandinava. Le giornate oramai sono lunghe e c’è l’ultima neve utile per un’uscita con gli sci di fondo. Lo sport si adatta alla stagione e, dopo mesi a seguire i match del City di Haaland, anche i supporters norvegesi possono finalmente assieparsi sulle tribune. Come al Nadderud Stadion, campo dello Stabæk, che vanta anche un settore per i tifosi “junior” con tanto di mascotte ad attenderli all’entrata. Un giovanissimo Emil ci ha giocato fino al 2020 totalizzando più di 60 presenze.
L’infortunio al ginocchio di quest’estate è stato una tappa comunque di crescita per la sua carriera, come racconta Lars: “Durante il recupero gli parlavo ogni settimana, doveva essere paziente e allenarsi bene per rientrare in squadra. So cosa significa essere infortunato e continuamente gli ripetevo che gli infortuni fanno parte del gioco del calcio. Nel mentre, lui lavorava duro per rientrare e ora Paulo Sousa sta cercando i migliori undici che possano giocare insieme sta variando molto spesso”. Secondo Bohinen senior l’avvicendamento in panchina potrà aiutare Emil a riconfermarsi: “Gliel’ho detto, se fornisce prestazioni dello stesso livello di quelle dello scorso anno potrà giocare ma evidentemente non è ancora arrivato quel momento. Deve entrare più in confidenza con sé stesso e forse ha bisogno che questa convinzione gli provenga anche dall’allenatore. Emil ha le qualità per giocare stabilmente nella Salernitana, deve soltanto tornare a dimostrarlo”.
Lars Bohinen in panchina contro l’Odd
Consigli di papà
Lars Bohinen conosce bene le sfide e trasmette la sua mentalità anche al figlio. Ha giocato i mondiali del ’94 negli USA con la maglia della Norvegia, tra l’altro perdendo con l’Italia a New York. Ha costruito la sua carriera soprattutto in Inghilterra con le casacche del Nottingham Forest, Derby County e Blackburn. Ora lancia il figlio e ritiene superate le paure post infortunio: “Non ha paura dei contrasti e credo che questo l’abbiamo tutti visto nella scorsa stagione disputata a Salerno, idem nella gara contro il Milan. Ciò che gli ripeto sempre è di giocare la palla più in verticale e di assumersi più rischi nei passaggi ai compagni.Credo che ora abbia solo bisogno di giocare per dimostrare le sue qualità”.
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