BELEC 6. Fa 60 con la casacca granata nel giorno decisivo. Aveva contribuito a portare la Serie A all’Arechi e becca due gol nei primi due tentativi pericolosi bianconeri. La sua parata sul rigore di Pereyra è propellente per un secondo tempo diverso, quantomeno giocato.
GYOMBER 5. Il tackle su Deulofeu dopo 3′ minuti lascia immaginare che possa essere l’unico a starci con la testa lì dietro. Sembra così fino al raddoppio dell’Udinese, quando è distratto e non segue Nestorovski. Da allora finisce pure lui nel tritacarne. (dal 19′ st RIBERY 5,5. prova a dare la scossa ma si divora un’occasione clamorosa a tu per tu con Padelli).
RADOVANOVIC 5. Si lascia beffare da Udogie sul vantaggio friulano e salta male sul macedone in occasione del raddoppio. Ci si aspetterebbe ben altro da uno con la sua esperienza, invece è uno dei primi a naufragare.
FAZIO 5,5. Troppo morbido sulla conclusione vincente di Deulofeu, non riesce a tenere in piedi una retroguardia fuscello nel primo tempo. Pure sfortunato sul palo colpito nel recupero del primo tempo. E’ l’ultimo ad alzare bandiera bianca.
MAZZOCCHI 5. Scavalla e mette due cross interessanti nel primo quarto d’ora, ma non ci arriva chi dovrebbe. Sembra tra i pochi a reagire in un certo modo allo svantaggio che nasce (forse) da una trattenuta ai suoi danni. Perde nettamente il duello con Udogie.
L. COULIBALY 4,5. Irriconoscibile, inconsistente, non è lui. In settimana aveva sofferto per un leggero affaticamento muscolare che solo in parte spiega la prestazione così negativa. Perde palloni invece di recuperarli, non fa filtro. (dall’1′ st M. COULIBALY 5,5. Voglioso di far bene contro la sua ex squadra, non incide però più di tanto).
BOHINEN 4,5. Rientra dopo la squalifica e qualche lieve acciacco a inizio settimana. Non le solite geometrie, non la solita calma per venire fuori da situazioni difficili, non un cambio gioco. Inspiegabilmente involuto. (dal 19′ st KASTANOS 5,5. Prova a darsi da fare, ma oramai la frittata è fatta)
VERDI 4. Parte con le marce basse, da mezzala. Non può dare, giocoforza, quello che darebbe Ederson. Però non lo dà neppure ciò che sarebbe nelle sue stesse corde: sbaglia tutto, dalla battuta a rete a botta sicura con cui centra Padelli nel primo tempo, ad appoggi elementari. (dal 19′ st PEROTTI 5. Vorrebbe dimenticare il penalty sbagliato ad Empoli, ma anche stasera ).
RUGGERI 4. Sbaglia troppo agli albori di partita, sente la tensione. Male in proiezione offensiva. La convocazione per il raduno in Nazionale lo ha fatto salire sulle nuvole, ma si è dimenticato di scendere in tempo per la partita. (dall’1′ st ZORTEA 5. Si affaccia in proiezione, ma non trova il compagno piazzato al posto giusto ).
BONAZZOLI 4. Cerca combinazioni impossibili nello stretto e non le trova. Si intestardisce, si innervosisce, si impaurisce e si rivela controproducente. Tende ad appiattirsi con il centrocampo, si muove male e non fa il gioco delle sponde di Djuric.
DJURIC 5,5. Nel giorno del suo compleanno numero 32 trova lo scudo di Nuytinck. Ci sbatte sopra ma non manca il suo apporto alla causa, sebbene in manovra sia spesso troppo isolato.
ALL: NICOLA 5. Alla vigilia aveva chiesto a tutti di giocarla insieme alla squadra. Il primo tempo lo giocano tutti, tranne che la squadra. Cerca di sorprendere Cioffi con Verdi mezzala mancina, ma finisce col sorprendere la sua stessa squadra, che approccia con incredibile mollezza a una partita così importante. Non convince il centrocampista in meno, figlio della scelta di schierare l’estroso ex torinista in quella posizione, perché i suoi non riescono a fermare in alcun modo Deulofeu. Lo spagnolo fa ciò che vuole e l’Udinese chiude con merito la prima frazione avanti di tre gol. Totalmente in bambola i granata, un briciolo ricaricati dalla parata di Belec sul penalty di Pereyra. Non convince neppure la scelta di un Ruggeri totalmente in balia degli avversari. Insomma, la Salernitana per 45′ è l’esatto opposto di ciò che sarebbe dovuta essere. Prova a rimediare nell’intervallo inserendo Zortea e Mamadou per Ruggeri e Lassana. Il voto è alla partita, perché l’impresa salvezza porta principalmente la sua firma.
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