SEPE 4,5. Riflessi pronti dopo dieci giri di lancette sull’acrobazia di Ciurria. Beffato da Carlos Augusto, poteva e doveva fare decisamente meglio sul gol di Mota. Il palo lo salva dal tris, non Pessina che lo spiazza dal dischetto.
BRONN 4,5. Svagato, disattento. (dall’1′ st VALENCIA 5. Ha tanta voglia, ma non basta. Cerca di andare a prendersi ovunque il pallone, ma finisce ingabbiato nei torelli biancorossi. Utilizzato col contagocce finora, non si rassegna. Almeno c’è spirito combattivo. Finisce da esterno di centrocampo dopo il rosso a Candreva).
DANILIUC 4. Deve seguire il mobilissimo Mota Carvalho che non dà punti di riferimento, taglia e svaria. Lo fa benino per 20′, poi combina disastri: da un suo anticipo sballato nasce l’azione del vantaggio locale, da un suo salto fuori tempo la prateria per il raddoppio. Nella ripresa fa il braccetto.
PIROLA 4,5. Torna nello stadio che l’ha visto muovere i suoi primi passi nel calcio dei grandi. Si batte con convinzione, sicuramente non il peggiore di un reparto continuamente messo sotto pressione nella prima frazione. Nel secondo naufraga con tutti gli altri.
MAZZOCCHI 4,5. In estate il Brianteo stava per diventare casa sua e vuole essere aggressivo per far subito vedere ai tifosi monzesi cosa si sono persi. Si trasforma tutto in voglia di strafare e pasticcia spesso. La nuova esperienza in azzurro e poi la sosta dovranno servirgli per ricaricare le pile, ormai esauste. (dal 15′ st CANDREVA 3,5. La sua partita dura 13′: entra già nervoso, con un giallo rimediato in panchina per proteste sul groppone ed un altro sacrosanto per il fallo del rigore che vale il 3-0. Per uno della sua esperienza un peccato grave).
MAGGIORE 4,5. Riassapora l’emozione di giocare titolare dopo più di un mese, ma Colpani lo argina in tutto. (dall’1′ st BOHINEN 5. Non era facile cambiare il volto di una partita già segnata dopo i primi 45′. Lotta come può, ma non trova grande collaborazione).
RADOVANOVIC 4,5. Torna titolare dopo il break di Firenze con annesso ingresso fuori fase. Nel primo tempo si preoccupa più di far filtro e soffre. Un filino meglio nel secondo, da regista difensivo staccato.
COULIBALY 4,5. Dov’è finito il Lassana trattore ed uomo-ovunque? Si fa incartare da Rovella e va sistematicamente a sbattere sugli avversari quando cerca azioni personali. Irriconoscibile anche lui. (dal 27′ st KASTANOS 4,5. Entra a gara già compromessa).
BRADARIC 4. Torna il pulcino timido delle prime apparizioni stagionali.
DIA 4. Al pronti-via c’è un buco sulla destra, ma sbaglia l’ultimo passaggio. Cambia gli scarpini subito dopo l’1-0 del Monza, ma la testa sembra già al Qatar. Non incide, sbaglia tanto.
BOTHEIM 4,5. Aspettava questa chance da tanto tempo, la sfrutta male. Non è solo colpa sua se i rifornimenti scarseggiano, però si fa mettere il guinzaglio da Caldirola e Marlon. Non è un numero nove, non si integra con Dia. (dall’1′ st PIATEK 4. Ectoplasmatico, prima conclusione dopo 40′. Al pari del senegalese, probabilmente la mente viaggia già in ottica Mondiale).
ALL: NICOLA 4. Involuzione preoccupante di gioco e di idee, con continui cambi tattici a gara in corso. Senza reazione, continuamente nelle mani avversarie dal primo al novantesimo minuto. Per la seconda partita consecutiva anche le scelte iniziali lasciano perplessi. Dà fiducia a Botheim e rispolvera Radovanovic, con Maggiore finalmente nel suo ruolo di mezzala, ma lascia inspiegabilmente fuori Bohinen. La Salernitana becca un paio di imbucate in partenza (le chiusure di Mazzocchi prima e Pirola poi mettono toppe) e fa fatica ad uscire palla al piede. Nessuno si propone in costruzione e non si contano i palloni gettati nella metà campo avversaria alla rinfusa. Il gol di Carlos Augusto era decisamente evitabile, a difesa schierata, per non parlare del secondo. Doveva esserci un approccio diverso rispetto al Franchi ed invece è lo stesso, se non peggiore, perché coinvolge praticamente tutta la squadra, sempre seconda su ogni pallone. Cerca di rivoltare la squadra da inizio ripresa e passa al 3-4-3 con Valencia e Dia ai lati di Piatek, mentre Radovanovic scala in difesa. Mette dentro Candreva e l’ex doriano si fa cacciare fuori. Notte fonda. È il primo a riconoscere la débacle e va a salutare i tifosi in testa alla fila mogia dei calciatori a fine partita.
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