MICAI 7. L’uomo in giallo, come il colore della terza divisa, da lui inaugurata eccezionalmente come maglia da portiere. Salva il punteggio nel recupero con un volo super reattivo. Incolpevole sul primo gol, rovina tutto sul secondo: non esce su Raicevic, che lo beffa sul suo palo da distanza ravvicinata. E dire che pochi minuti prima aveva salvato alla grande con i piedi su Marras lanciato a rete. Dice di no a Marsura con personalità (69′). Nel primo tempo, un paio di uscite alte da brividi, soprattutto nell’occasione in cui Boben colpisce il palo (anche se poi il gioco viene fermato in favore dei granata).
KARO 6. Perfetto l’anticipo su Marras, palla piena al 10′, suo malgrado, cincischia con Migliorini in occasione del vantaggio del Livorno. Tiene bene per il resto della gara. Un liscio nel recupero, sul 2-3, stava per rovinare tutto.
MIGLIORINI 6. Un disastro completo per 45′, poi nel recupero vola in cielo e pareggia. Il suo biglietto da visita è una pericolosissima svirgolata in area di rigore. Piomba goffamente sul pallone bollente in area piccola, regalandolo a Marsura per l’1-0 dei toscani. Raicevic se lo beve pericolosamente al 36′ all’altezza del dischetto. Il tempestivo muro in spaccata su Porcino (39′) lo fa svegliare: svetta provvidenzialmente per l’1-1.
JAROSZYNSKI 5,5. Dei tre del reparto, sembra il più sicuro nella prima frazione. Nella ripresa, invece, va in tensione, becca un giallo evitabile e perde il duello personale con Raicevic in occasione del raddoppio toscano.
CICERELLI 6. Stringe i denti, con la spalla malandata dopo i colpi subiti col Chievo. Si sacrifica in copertura, perché quello disegnato da Ventura è principalmente un 5-3-2. Pecca – comprensibilmente – nelle marcature su palla inattiva: suo il buco sul palo di Boben. Zero pericoli alla difesa avversaria dalle sue parti fino al recupero del primo tempo, quando confeziona il traversone che Migliorini trasforma in pareggio. Un pizzico più pimpante in avvio di secondo tempo. Tuttavia, finisce presto la benzina. Comprensibile, non ha alternative disponibile e sta tirando la carretta da inizio torneo. Dal 48′ st KALOMBO sv. Scampoli nel finale per coprirsi.
MAISTRO 5. Ha qualità per destreggiarsi bene nello stretto, lo fa in alcune occasioni, in altre si specchia troppo. Negativo, anche nella gestione di palla nel recupero con i tre punti in tasca.
DI TACCHIO 6,5. Contiene come può, ma è mal supportato nel primo tempo. Nel gioco aereo è un gigante, lo è pure – nel senso negativo del termine, invece – quando lo sgusciante Marras si accentra, mettendolo in grande difficoltà. Il tunnel di Marsura ai suoi danni è indice di generosità e… impotenza. Ma fa sentire la sua presenza.
FIRENZE 5. Capisce poco o nulla della partita. Quel secondo in più che mette nella giocata offensiva è spesso fatale alla sua squadra. Sempre in ritardo anche in copertura, sacrosanta l’ammonizione a suo carico. Sbaglia tutto quello che può. Pericoloso al 53′ con un destro che fa la barba al palo, unico acuto di una partita insufficiente. Dal 25′ st ODJER 6. Entra e fa quello che meglio sa fare, ovvero mordere caviglie. Atteggiamento positivo.
LOPEZ 6. Conquista la sufficienza grazie all’assist per Djuric, alla prima da titolare in stagione. Che non si chiamasse Sofian, era cosa nota, come le sue caratteristiche totalmente diverse dal marocchino squalificato. Quasi ignorato in proiezione offensiva fino al 18′, quando sbaglia uno stop elementare a ridosso della linea laterale. Poi, nell’azione del gol, si dimentica di Del Prato, assistman per Marsura. Prende coraggio nel finale della prima frazione, lo perde all’inizio della seconda quando Marras lo ridicolizza nell’uno contro uno dopo 5′. Nel recupero, il pallone al bacio per il gol di Djuric
GIANNETTI 5. Il grande ex di turno. L’emozione lo tradisce per gran parte della gara. Lampo a inizio ripresa, quando serve una palla d’oro a Djuric in area, il bosniaco casca in terra. La tocca lui, in maniera decisiva, sull’angolo che propizia l’autogol di Di Gennaro.
DJURIC 6,5. Opportunista al massimo col gol che regala il successo. Attira spesso su di sé le attenzioni dei difensori avversari, accollandosi doppie e triple marcature. Alla mezzora ha pure la palla buona per il gol, trova Porcino sulla linea a strozzargli in gola l’urlo. Nel secondo tempo accentua la caduta in area, invece di provare ad avventarsi su un golosissimo (e raggiungibile) pallone: protesta e viene ammonito, ma il penalty non c’è. Un retropassaggio suicida a un quarto d’ora dal 90′ fa tenere il fiato sospeso a Ventura. Si fa perdonare col gol che vale tre punti.
ALL: VENTURA 6. Dà subito un segnale, quello di volersela giocare a centrocampo con tecnica e velocità, lasciando fuori uno come Odjer che ha più caratteristiche da rubapalloni. La scelta non si rivela produttiva. Neppure invertendo Firenze (inizialmente sul centro-sinistra) con Maistro cambia la musica. Su e giù per l’area tecnica, passo passo, con mani in tasca e la sua inconfondibile andatura. Chiede alle sue mezzali di uscire in pressing più rapidamente sui portatori labronici esterni di centrocampo, entrambe restano spaesate. Con un pizzico di fortuna, riesce ad andare all’intervallo in parità. Anche nella ripresa, sebbene l’atteggiamento dei suoi sia meno remissivo, beneficia degli episodi. Nel finale, i quinti non accompagnano più e danno la sensazione di accontentarsi del pareggio. Sensazione confermata dall’assenza di sostituzioni, soprattutto quando il Livorno resta in inferiorità, per provare a dare un po’ più di ossigeno a un undici fiaccato dalle tre partite ravvicinate. Poi, però, ci pensa Djuric e il risultato dà ragione all’ex CT.
Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.