SEPE 6,5. In campo da ex di turno. Poteva fare meglio sull’1-0 toscano. Salva miracolosamente nel secondo tempo in due pericolosissime occasioni (Verre e Bajrami) ed anche il palo ci si mette per evitare il raddoppio di casa.
GYOMBER 6. Si trasforma in attaccante dopo 8′ e prova a beffare Vicario con un pallonetto. Il duello con Pinamonti è molto interessante, ci va cauto, senza rischiare. Un pizzico di ritardo nel disperato tentativo di chiusura sul gol di Cutrone. Nel secondo tempo si lascia prendere dall’ansia in alcune occasioni.
RADOVANOVIC 6,5. Costruisce dal basso e cerca di verticalizzare, ma non sempre è assistito. Cutrone gli scappa alle spalle sul vantaggio empolese. Cerca di riscattarsi 7′ più tardi con un insidiosissimo rasoterra che fa la barba al palo. Nella ripresa torna centrocampista per dare un po’ di ordine alla circolazione granata. Tra i suoi piedi la palla non scotta. Serve l’opportunità che Bonazzoli dilapida appena entrato, cerca di dare opzioni ai compagni. Mette lo zampino nel convulso gol dell’1-1. Finale in debito d’ossigeno.
FAZIO 6. Chiude tutte le porte, va in anticipo ed esce palla al piede in bello stile; non disdegna le cavalcate in zona d’attacco. Dal 46′ passa centrale arretrato e va improvvisamente in difficoltà perché l’Empoli riparte tanto spesso e la copertura manca, con i compagni protesi alla ricerca del pari. Se la cava con l’esperienza.
MAZZOCCHI 5,5. Parisi dalle sue parti chiude varchi e diagonali, annullando i cambi gioco granata in avvio e disinnescando la sua velocità. Col passare dei minuti guadagna un pizzico di campo in più. Sul finale di primo tempo cerca la conclusione col sinistro e sfiora il gol. Arranca nel secondo tempo. (dal 79′ M. COULIBALY 6,5. Conquista il rigore della speranza).
EDERSON 5. Irriconoscibile. Galleggia sul centro-destra e nel primo tempo non fa giostrare palla come potrebbe. Leggerino in proiezione offensiva, troppo per una gara di tale importanza e per quanto mostrato nelle precedenti apparizioni. A inizio secondo tempo spara alto da buona posizione e continua a trovare enormi difficoltà. Ammonizione sciocca, il suo campionato finisce a Empoli: era diffidato.
L. COULIBALY 5. Passa playmaker per l’assenza di Bohinen. Lo fa a suo modo, scudo e arpione su Verre, però meno geometrie del norvegese. Il maliano non è a suo agio e resta negli spogliatoi all’intervallo. (dal 48′ RUGGERI 5. Va a a fare il braccetto sinistro. In tensione).
KASTANOS 5. L’ultima da titolare per 90′ l’aveva giocata (e decisa) a Verona. Si muove molto nei primi 20′, è propositivo ma non sempre fa la scelta giusta. Un paio di slalom interessanti e poco più. Sul gol di Cutrone lascia un corridoio evitabile per l’ingresso della sfera in zona pericolosa. Cala (dal 53′ BONAZZOLI 7. Il primo pallone che tocca potrebbe trasformarsi in gol, ma non è adeguatamente cattivo a due metri dalla porta e Vicario si esalta. Fa copia-incolla qualche minuto più tardi: sembra un incantesimo, però poi trova la rabbiosa rovesciata del pareggio su una palla vagante in area).
OBI 6. Oltre un mese dopo l’ultima presenza, nello stesso ruolo di Roma, largo a sinistra a dare esperienza, intelligenza e duttilità. Fa buona guardia, ma spinge pochino. Finisce la benzina dopo un’ora. (dal 60′ ZORTEA 5,5. Mette la testa sotto e si dimentica la lucidità negli spogliatoi, non dà quello che Nicola avrebbe sperato).
VERDI 6. Ancora lui come partner del bosniaco, ricordando un biennio positivo (2013/15) con la casacca azzurra. Prova a ronzare su Luperto, ma trova pochi varchi e non salta mai l’uomo. Si butta troppo spesso nel traffico centrale e perde un paio di palloni. Tutto ciò nella prima frazione. Un filo più convinto nella seconda, ma è dai suoi piedi che dovrebbero partire cross e intuizioni interessanti. Accade a intermittenza. Batte l’angolo da cui nasce il pareggio. (dal 79′ PEROTTI 4,5. Veniva da una serie di undici rigori segnati, va molle – e inspiegabilmente lui – sul dischetto. Esce in lacrime per un errore che rischia di compromettere la salvezza).
DJURIC 6. Stringe i denti, supera gli acciacchi e va in campo nella partita più importante della storia granata, con la fascia da capitano. Parisi gli toglie dalla porta un colpo di testa vincente in avvio. Si danna l’anima come al solito.
ALL: NICOLA 6. Rimpasta il centrocampo con Lassana play e Kastanos mezzala, come nel finale del match col Cagliari. L’assenza di Bohinen pesa. Partenza arrembante, poi il baricentro si abbassa e l’Empoli prende coraggio, passando in vantaggio alla mezzora. La sua squadra accusa il colpo, non riesce a strappare in velocità, trova strade transennate e solo qualche pertugio dalla distanza. Poco. La tensione sale, la paura pure ed il cronometro scorre fino all’intervallo. Capisce che serve pulizia a centrocampo, oltre che filtro: ricomincia con Radovanovic play e Ruggeri dietro, lasciando negli spogliatoi Lassana. Col serbo va meglio lì in mezzo. Serve coraggio, butta dentro pure Bonazzoli e sposta Verdi mezzala. Il gol non arriva, la squadra si sbilancia e si espone a pericolosissimi contropiede, venendo ripetutamente graziata. Bonazzoli s’inventa il pareggio, poi Perotti (perché lui e non l’ex attaccante doriano, galvanizzato dal gol?) dilapida dal dischetto. Va a consolare tutti nel finale: settimo risultato utile di fila, secondo match point salvezza sprecato.
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