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#NonTiScordarDiMe. Tagliavacche e quell’ingresso a Messina: “Ora sogno di tornare nei pro”

Anche solo 45 minuti bastano a vincere un campionato. Cinque anni fa la Salernitana batteva il Barletta e conquistava la promozione in Serie B. Trionfo per Menichini. I granata approfittarono del pareggio del Benevento e al triplice fischio fu festa grande all’Arechi. Per i tifosi, per i calciatori e anche per quelli che avevano giocato di meno. O fin lì non avevano giocato affatto. Luca Tagliavacche ha vinto il campionato con la Salernitana anche se in quella stagione ha giocato solo un tempo, il secondo della gara con il Messina arrivata proprio dopo quella contro il Barletta. Seppur non da protagonista, Tagliavacche può però vantare la promozione e al di là dell’impiego sul campo per un ragazzo di 20 anni è stata indubbiamente una gioia. Ma un’esperienza soprattutto formativa: “Salerno nella mia carriera è stata molto importante – ha detto il centrocampista che oggi gioca in Serie D, nel Chions, ai nostri microfoni – Mi ha fatto crescere, era il mio primo anno tra i grandi dopo la Primavera ed è stata la cosa migliore che mi potesse capitare anche se ho trovato pochissimo spazio”.

Tanti i ricordi per Tagliavacche che appena ha messo il naso tra i professionisti ha subito potuto festeggiare una vittoria: “La squadra era fortissima e soprattutto nel mio ruolo c’erano tanti giocatori di alto livello: Pestrin, Moro, Bovo, Favasuli. Io ero sotto contratto con il Genoa e avevo fatto la prima parte di stagione alla Lupa Roma: trovai poco spazio, agli inizi della mia carriera non ero ancora pronto fisicamente. A gennaio Fabiani trattò per Perrulli che era con me alla Lupa Roma e c’era questa opportunità, il Genoa mi ha ceduto e io sono arrivato a Salerno. Anche se non mi era stato riferito io avrei potuto solo dire sì, mi sarei allenato con i giocatori più forti del campionato”.

Quindi le due partite chiave, con il Barletta per il campionato e con il Messina per Tagliavacche: “Ricordo la giornata di cinque anni fa. Non eravamo sicuri di vincere il campionato perché c’era incertezza sul risultato del Benevento. Prima del riscaldamento, al sopralluogo, c’erano già 15mila tifosi: io venivo dalla Primavera, non avevo mai visto una cosa del genere. Dopo il terzo gol di Mendicino arrivò la notizia del pareggio del Benevento e fu una festa. Anche dopo sul pullman, bellissimo. Festeggiamo poi la vittoria tutti insieme, vestivamo la maglia con lo smile. Quella sera con noi c’era anche mio padre, tavolate e tantissime persone. Ci siamo divertiti”.

Ma il campionato non era finito: “Anche col Messina fu una giornata bellissima. In settimana il mister non mi aveva detto nulla, però ci ho comunque sperato. Non dico che me lo aspettavo, ma ci credevo. Partii in panchina: eravamo in festa e fu una partita particolare, a fine primo temo già perdevamo. Nell’intervallo ero chiuso in bagno e sento la voce del mister che dice adesso entra Tagliavacche. Mi ricordo che si avvicinò Gigi Pezzella e mi diede l’in bocca al lupo, per la partita e per la carriera. Sono rimasto in ottimi rapporti con lui. Perdemmo alla fine, restammo anche in 10, però fu comunque bello e al ritorno in nave ricordo con piacere il viaggio”.

Tagliavacche, giovanissimo, ascoltava compagni di squadra, allenatore e anche presidente: “Menichini era un mister molto tranquillo, almeno per come l’ho visto io. Qualche volta veniva anche a parlarmi, mi dava indicazioni e consigli personali: molte volte, scherzando, mi diceva che il mio sinistro gli ricordava quello di Emerson, il difensore del Livorno. Io ovviamente non avevo molta confidenza, così come con Lotito. Il presidente è venuto tante volte al Volpe a vedere gli allenamenti. È stato presente, ricordo che verso marzo ci fece un discorso negli spogliatoi dicendo che era contentissimo e che avremmo dovuto fare un piccolo sforzo per raggiungere l’obiettivo. Dopo la promozione fu tanto felice”.

Altra gara indimenticabile, il 2-0 al Benevento: “Spettacolare, stadio pienissimo. Dall’hotel ci abbiamo messo mezz’ora per arrivare allo stadio e il tragitto è di cinque minuti. Mi porterò sempre dentro la squadra e la città. Io ero sempre con Mendicino, Nalini, Ronchi e Russo. Eravamo i più giovani, ma lo spogliatoio era veramente bello. Pestrin l’ho ritrovato a Pagani, Moro una persona spettacolare. Gli adulti non facevano pesare la differenza ai più giovani, ho conosciuto tante belle persone. Salerno è bellissima, mi ricorda Genova che è casa mia (dove Tagliavacche è anche in quarantena, nda). Anche quando giocavo a Pagani venivo ogni giorno a Salerno”.

Dopo il granata, infatti, Tagliavacche ha girato un po’ di squadre prima ad accasarsi al Chions, formazione della Serie D friulana: “Ho sottoscritto un contratto di due anni con la Pro Vercelli, con prestiti a Lumezzane e Pagani. Poi Correggio, due anni in Toscana e adesso sono nel Chions. In D non credo ci siano i presupposti per tornare a giocare, anche se lo spero. Penso che la Serie A in un modo o nell’altra ripartirà. Ci sono troppi interessi in gioco, l’industria calcio fattura e non può bloccarsi. Da giocatore di calcio aspetterei che la situazione sia più tranquilla e farei ripartire tutto quando la situazione migliora. Anche la Serie B dovrebbe ripartire ma è più difficile, non ci sono strutture e centri sportivi della A. Da noi è invece è tanto dura”.

Anche se Tagliavacche continua ad allenarsi: “Per fortuna sono riuscito a tornare a casa due settimane fa. Qui in Liguria non è a livello di Lombardia e Piemonte, ma siamo comunque tutti chiusi in casa. Cerco di allenarmi il più possibile perché mi fa passare il tempo più velocemente, il mio preparatore mi dà il programma da seguire e ho a disposizione un giardinetto piccolo: riesco così a passare la giornate. E poi Netflix, film, playstation”.

E dopo il calcio? “Per ora mi diverto e voglio continuare, l’obiettivo è tornare tra i professionisti. Poi penserò ad aprire qualche altro orizzonte, non so se sempre nell’ambito sportivo o in tutt’altro campo”.

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