A cura di Luca Naddeo
Zero presenze, una panchina ed un caso relativo al suo tesseramento. Ecco la storia granata di Antonio Rosti, portiere classe 1993 che oggi difende la porta del Derthona (Serie D) e parallelamente studia Scienze Internazionali all’università. Risale tutto a cinque anni fa: Rosti aveva da poco rescisso con l’Arezzo e nel gennaio 2016 arrivò a Salerno, ma non fu possibile tesserarlo in quanto già aveva effettuato due rescissioni nell’anno calcistico. Dunque, fu costretto a limitarsi alla sola “attività sportiva non agonistica” durante gli allenamenti.
“Arrivai a Salerno sicuro del tesseramento, ma causa un problema burocratico non fui inserito nella lista. Mi fu detto questo e poi il direttore sportivo Fabiani mi confermò immediatamente per la stagione successiva. L’esperienza a Salerno è stata davvero fantastica, nonostante non abbia mai giocato; eravamo un gruppo unito e mi sono trovato bene con tutti i compagni. Ho avuto la fortuna di essere allenato da mister Sannino che reputo un grande tecnico ed un grandissimo uomo. Non è facile trovare una persona nel mondo del calcio come lui. Ritengo un ottimo allenatore anche mister Bollini. Sono contento che la Salernitana fino ad ora stia girando bene e la posizione in classifica è la prova del buon lavoro dello staff e della rosa. Faccio sempre il tifo per i granata”, dice Rosti.
Quei mesi che visse in stand-by sembra riviverli oggi Micai, con proporzioni e motivazioni nettamente diverse: “Non paragonerei i miei mesi vissuti da “spettatore” a quelli di Micai. Il mio periodo di inattività è durato poco e, tolto il fatto che non potevo essere convocato, mi allenavo regolarmente insieme agli altri portieri della rosa e nella partitella infrasettimanale giocavo qualche spezzone. Io ritengo di aver raggiunto il massimo nel far parte della rosa della Salernitana e di aver avuto la possibilità di allenarmi con grandi giocatori. Penso che Micai sappia bene cosa deve fare non mi sento di dargli consigli. È un portiere esperto e purtroppo la situazione di “separato in casa” che sta vivendo qualche volta capita nella vita di un calciatore professionista. Deve restare calmo, ponderare bene le scelte da fare, ma soprattutto allenarsi dando il 101% sempre e facendosi trovare pronto. Le cose cambiano in fretta, la sua carriera è ancora lunga e gli può regalare tante soddisfazioni”.
Dopo i primi sei mesi senza possibilità di essere convocato, Rosti iniziò la nuova stagione in granata con Sannino alla guida tecnica, sempre però da fuori lista. Poi arrivò Bollini. Proprio nella prima gara dell’ex trainer della Primavera della Lazio (a Bari nella tredicesima giornata con i biancorossi vittoriosi 2-0) Rosti debuttò in panchina: “Quello del San Nicoal è uno dei ricordi più emozionanti della mia esperienza granata. Ho avuto la possibilità di vedere dal vivo il tifo granata ed ho conosciuto ragazzi come Bernardini, Busellato e Della Rocca con i quali ho stretto un bel rapporto ed ancora oggi ci sentiamo”. La carriera di Rosti, dopo l’esperienza di Salerno, è continuata nella sua regione (Piemonte) prima al Castellazzo ed oggi al Derthona ma è stata anche una scelta del numero uno: “Dopo Salerno ho deciso di tornare vicino casa sia per mancanza di offerte di squadre professionistiche, sia per terminare la laurea in scienze internazionali per la quale mi mancano solo tre esami. Sono realista, è molto difficile ad oggi un ritorno almeno in C per me, anche se coltivo ancora la speranza. Liste con numero chiuso e regole sugli under rendono il tutto ancora più difficile. Dopo qualche anno fuori dal giro è dura rientrare. Ma il presente si chiama Derthona: sto vivendo una bella esperienza a Tortona in una piazza storica, ritornata in D e con un passato glorioso in Serie C. Il nostro obiettivo è la salvezza ed io darò il mio contributo ogni volta che sarò chiamato in causa”. Finora Rosti ha giocato 10 partite, con lui in squadra c’è anche Fabio Concas, ex giocatore di Castori ai tempi del miracoloso Carpi.
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