La partita tra Salernitana e Torino sarà fondamentale per il futuro sulla panchina della squadra dell’ippocampo di Davide Nicola. Per il tecnico, però, sarà una partita molto diversa dalle altre visto che dall’altra parte ci sarà la squadra per cui ha sempre tifato, da quando era solamente un fanciullo che giocava nelle strade del piccolo comune di Vigone (TO), e che è stata sempre presente nel corso della sua carriera.
Il rapporto tra Nicola e il Torino da calciatore
Davide Nicola non ha mai nascosto la sua fede per la squadra granata del capoluogo piemontese. Basti pensare che l’attuale tecnico della Salernitana ha voluto inserire come tappa nel suo viaggio in bicicletta da Crotone a Vigone, per mantenere fede alla promessa data in caso di salvezza miracolosa dei pitagorici nel 2017 (poi incredibilmente arrivata), lo stadio Filadelfia, luogo che è stato sede delle partite del Grande Torino e che oggi è sede delle giovanili del Toro, dove fu accolto da moltissimi tifosi.
I rapporti tra il tecnico della Salernitana e la squadra del suo cuore, però, sono molto saldi anche grazie all’avventura da calciatore del piemontese nella squadra di Cairo nella stagione 2005-2006. In quella stagione, infatti, il Torino Football Club, che è nato dopo l’acquisizione della Società Civile Campo Torino da parte di Cairo il 1 settembre 2005, allenato da Gianni De Biasi militava in Serie B dopo che la stagione precedente il Torino Calcio aveva conquistato la promozione in Serie A, ma non era riuscito ad iscriversi al massimo campionato italiano. Questo portò al fallimento del club che però restò nella cadetteria grazie al Lodo Petrucci.
La stagione, quindi, era nata in modo complicato e pochi tifosi ipotizzavano il ritorno nella massima serie in quella stagione. Davide Nicola, che di ruolo era difensore, risultò determinante ai fini della promozione in Serie A. Il Torino, infatti, concluse la stagione al terzo posto, sfiorando la promozione diretta nella massima serie, e disputò i play off dove incontrò in semifinale il Cesena ed in finale il Mantova. La finale d’andata contro il club lombardo finì 4-2 per i biancorossi ed in quel momento salì in cattedra la personalità del tecnico della Salernitana.
Fino alla finale di ritorno (che si giocò l’11 giugno 2006 allo Stadio delle Alpi davanti a 58.560 spettatori), Nicola aveva disputato 34 partite senza mai marcare il tabellino. Prima Rosina e poi Muzzi portarono il risultato totale in parità e la partita ai tempi supplementari. Il momento di gloria per Nicola arrivò al minuto 94 quando Rosina mise un pallone perfetto in area, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, che venne incornato dal difensore granata in porta. Il gol al 101′ del Mantova non servirà ad impedire la realizzazione del sogno di Nicola.
Il rapporto tra Nicola e il Torino da allenatore
Il rapporto tra Nicola e il Torino si fermerà l’11 giugno 2006 per riprendere il 19 gennaio 2021. La squadra di Cairo era in una situazione catastrofica con i piemontesi terzultimi ad appena 13 punti. Durante la conferenza stampa di presentazione il tecnico dichiarò: “So di essere in un grande club: ho grande entusiasmo e sono qui per dare una grossa mano, senza ritenermi il salvatore della patria“. Invece, come già accadde con il Crotone, Nicola sarà veramente il “Salvatore della patria” conquistando 24 punti in 20 partite e salvandosi il 18 maggio grazie al punto rimediato nella trasferta di Roma contro la Lazio e togliendosi anche molte soddisfazioni.
Infatti, il Torino riuscì anche a fermare (2-2) la Juventus di Ronaldo in un derby molto sentito dall’allora tecnico dei granata. Alla viglia del match, Nicola parlò ai microfoni di Dazn: “La parte emotiva è la soddisfazione e gratificazione di rappresentare la nostra gente. Ora che in qualche modo rappresento questa società custodisco i ricordi con la giusta gelosia perché sono riuscito ad arrivare dove pensavo di arrivare”. Basta rileggere queste parole per capire a fondo cosa significa Nicola per il Torino e viceversa.
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