Al Via del Mare di Lecce la Salernitana strappa un punto preziosissimo e dà continuità al pari interno ottenuto alla prima di campionato contro il Palermo. La gara in terra pugliese, la cui disputa era fino alla mattinata in dubbio per via delle precarie condizioni del terreno di gioco, è stata piacevole e ricca di colpi di scena, con i padroni di casa passati per due volte in vantaggio ma incapaci di mantenere il risultato fino al triplice fischio del direttore di gara, il signor Antonio Di Martino di Teramo. La giacchetta nera abruzzese ha diretto l’incontro in maniera pressoché impeccabile, senza particolari sbavature ma soprattutto con grande coerenza tecnica e disciplinare. L’incontro, che pure si preannunciava caldo a causa della nota rivalità tra tifoserie, è stato tenuto in pugno dal primo all’ultimo minuto, in cui non è mai venuta meno la credibilità decisionale di Di Martino, il quale ha altresì mostrato un buon ascendente sui calciatori, oltreché una presenza autorevole (e mai autoritaria) sul terreno di gioco. All’ottima prestazione del fischietto teramano si aggiungono anche quelle dei suoi due assistenti Michele Grossi di Frosinone e Gamal Mokhtar di Lecco, bravi e puntuali nelle poche situazioni di gioco in cui sono stati chiamati in causa. La più importante di queste arriva al minuto 15, con Grossi preciso nel segnalare un fuorigioco non facile ai danni di Mancosu, che su un cross dalla trequarti colpiva la sfera a botta sicura scheggiando in pieno il palo. Nella prima frazione Di Martino fischia poco e il giusto, ma non si lascia sfuggire interventi imprudenti e meritevoli di sanzione disciplinare. Nella fattispecie, l’arbitro di Teramo ammonisce in sequenza dapprima Migliorini, reo di aver fermato un avversario in ripartenza, poi Castiglia, che entrava duro da tergo in scivolata su Petriccione, e infine Vitale, che colpisce ingenuamente da dietro la caviglia di Fiamozzi a centrocampo.
Nella ripresa la gara scorre via senza particolari patemi per il direttore di gara, che gestisce l’incontro senza affanni e con buona personalità. Al minuto 66 Di Martino lascia giustamente correre su uno scontro a tre in area leccese tra Fiamozzi, Lucioni e Djuric, con quest’ultimo che invoca, senza neppure troppa convinzione, un penalty che non c’è. Due minuti più tardi il fischietto abruzzese è bravo a concedere dapprima il vantaggio e poi ad ammonire Arrigoni, che su azione di ripartenza granata tratteneva vistosamente per la maglia Bocalon. Allo scoccare della mezzora della ripresa Di Martino è lucido nel valutare fuori area un intervento scomposto di Akpa Akpro su Arrigoni, che cade a terra un attimo prima di entrare in area di rigore. Da rimarcare, nella circostanza, la complessità della valutazione e l’ottimo posizionamento del direttore di gara. La (non) decisione più importante del match arriva al minuto numero 91, in occasione della rete del pareggio della Salernitana: nell’occasione, Di Martino giudica regolare un contatto all’interno dell’area di rigore tra Bocalon e Lucioni, il quale crolla a terra e dà il la alla rete del pareggio ospite. Coerentemente col metro di giudizio adottato fino a quel momento, Di Martino decide di non fischiare un contatto veniale e non realmente negligente: Bocalon, infatti, prova a recuperare la sfera e prende posizione su Lucioni che, anziché contrastare la sfera coi suoi avversari, crolla a terra all’avvertire il minimo contatto con Bocalon, cercando d’esperienza (e con una buona dose scenica) un calcio di punizione che giustamente non viene accordato. Di Martino, che poco prima aveva allontanato Liverani per proteste, fischia così la fine dell’incontro dopo 4 minuti di recupero, suggellando con quest’ultima valutazione una prestazione di assoluto livello. Una sola (piccola) tirata d’orecchie: per quasi cinque minuti, precisamente dal minuto 78 al minuto 83, s’è giocato con una bandierina del calcio d’angolo completamente a terra. Ebbene, ciò non è consentito: il direttore di gara, che pure s’era accorto dell’inconveniente, avrebbe dovuto interrompere il gioco, attendere che la bandierina venisse riposta in posizione verticale, e poi riprenderlo. Quisquilie, ma a questi livelli nulla va lasciato al caso.
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