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Mendicino consiglia: “Attaccanti granata, osate di più! Società punta alla A, serve coraggio”

Non c’è più via di uscita, ad Ascoli bisogna vincere. Contro i bianconeri la Salernitana ha l’obbligo dei tre punti per uscire dalla crisi. Ma per vincere bisogna segnare e in questo momento l’attacco granata non ci riesce. “Questione di coraggio“, spiega Ettore Mendicino. Il centravanti del Monopoli, doppia ex della sfida del Del Duca, sa cosa significa giocare a Via Allende e se in questo momento gli attaccanti granata non riescono a incidere forse devono provare a “osare di più“. Anche perché se si vuole davvero dimenticare il passato, bisogna cambiare qualcosa: “Certamente salta all’occhio lo score negativo del reparto offensivo – ha detto Mendicino a Radio Alfa analizzando la situazione delle punte – La Salernitana ha delle difficoltà a segnare e quando ci sono situazioni del genere le colpe vanno cercate all’interno di determinati meccanismi. I grandi attaccanti si preoccupano quando le occasioni non arrivano, perché prima o poi la palla entra. Djuric non è un goleador, fa del suo lavoro per la squadra la sua caratteristica principale ma anche lui deve cercare di provare a cambiare qualcosa nel suo gioco. La squadra però lo deve mettere in condizione di far meglio. Non è corretto gettare la croce solo su di lui anche perché sta giocando meno in questo periodo. Lo stesso discorso si può fare per Jallow, sebbene abbia caratteristiche differenti. A inizio anno mi parlavano bene di Vuletich e anche lui ha trovato difficoltà. Non lo dico io, il calcio è fatto di momenti e il problema attaccanti va analizzato da un punto di vista più generale. Il popolo granata, come è giusto che sia, è molto esigente: secondo me gli attaccanti devono osare di più perché il coraggio viene premiato. Magari con la pressione di Calaiò riusciranno a ritagliarsi momenti importanti”.

SuperMendo oggi prova con il Monopoli a raggiungere i playoff di Serie C, ma comunque è rimasto affezionato ai colori granata: “Seguo sempre le vicende della Salernitana con molto affetto, soprattutto da quando è tornato Gregucci con cui ho un bel rapporto. Sabato non sarà una partita facile, la Salernitana non sta attraversando un periodo fantastico e la Serie B sta entrando nella fase clou. Bisognerà cercare di fare punti, l’Ascoli certamente giocherà per vincere. Sono due squadre di metà classifica, sarà una gara che potrà servire per capire il futuro in questo campionato”.

I tifosi del cavalluccio sperano che il futuro sia più roseo, con una promozione in massima serie che però, al momento, renderebbe complicata la questione multiproprietà. C’è chi accusa Lotito di non aver seriamente intenzione di vincere il campionato di B, ma Mendicino non è d’accordo: “Sto con la società. Mi è sempre stato difficile pensare che venga costruita una squadra per poi frenarla. Sono sempre i giocatori ad andare in campo, non penso che a Djuric e a Jallow piaccia vivere una situazione del genere. Salerno si infiamma con poco, è bello per un calciatore provare a vincere con una maglia come quella granata. La società ha fatto investimenti importanti e questa estate c’era grande entusiasmo: nel calcio di oggi i contratti lunghi non ci sono ed è difficile trovare società sane come quella che ha la Salernitana. È sbagliato pensare che Lotito non voglia fare un passo in avanti, ma nel calcio non sempre i nomi sono garanzia di risultato e anche quest’anno c’è qualcosa che non sta andando come la società sperava”.

E allora come fare a uscire dalla crisi? “In questi momenti non si deve parlare di moduli e numeri. Penso che adesso conta la fame di chi va in campo e la voglia di riscatto. In questi tre mesi ci si gioca il futuro ed è una motivazione importante. Gregucci sarà bravo a capirlo, la Salernitana ha una rosa che dal punto di vista qualitativo permette di pescare a caso per fare la formazione. Probabilmente i risultati negativi non fanno scattare meccanismi giusti nella testa di qualcuno. Nel 2014, quando c’ero io a Salerno, vennero fuori calciatori che non ti aspettavi perché le motivazioni di alcuni ragazzi erano maggiori rispetto alle qualità di alcuni nomi che c’erano. Il carattere e la personalità fanno la differenza: lo ripeto, è una questione di coraggio”. 

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