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Lutto Ricchetti, il ricordo dei compagni di squadra granata: “Persona umile, parlava solo quando necessario”

La scomparsa di Carlo Ricchetti ha lasciato sgomento in tutti gli ex compagni di squadra che hanno giocato con lui dal 1993 al 1999 a Salerno. Dal 1995 al 1998, Mirko Cudini ha condiviso lo spogliatoio con il foggiano. I due sono stati protagonisti nella squadra che riportò la Salernitana in Serie A dopo 50 anni: “Carlo è un amico, non solo un ex compagno di squadra: per me che l’ho conosciuto e per tanti altri è stato tutto. Tutti hanno avuto modo di conoscerlo, chi più e chi meno. Parliamo di una persona umile, una persona squisita che veniva prima del calciatore”.

Cudini e Ricchetti hanno lavorato insieme anche dopo Salerno. Infatti, il 31 gennaio del 2024 Ricchetti fu nominato vice allenatore da Mirko Cudini: “Dopo l’ultima esperienza a Foggia un anno fa, Carlo ha scoperto della sua malattia. Siamo rimasti in contatto durante questo periodo, erano un paio di mesi che non lo sentivo. Ieri si è aggravata in modo irrecuperabile la situazione”.

L’ex compagno di squadra di Carlo Ricchetti ha ricordato i bei momenti trascorsi insieme al re del taglio: “Carlo è sempre stato sia da calciatore che da collaboratore molto riservato, molto schivo. Ci sono tanti aneddoti che abbiamo vissuto a livello calcistico, dirne uno è anche riduttivo. Facevamo molti scherzi, anche con Grimaudo: questo è il ricordo di Carlo. Non era una persona tanto espansiva, ma sapeva sempre stare al gioco e allo scherzo. I ricordi più importanti sono nei successi, ma anche negli insuccessi: Carlo è sempre stato un professionista vero”.

Ricchetti è stato uno dei protagonisti della cavalcata granata in massima serie componendo un tridente micidiale insieme a Marco Di Vaio e Edoardo Artistico. “Ciccio” ha parlato della giornata di oggi: “Questa mattina ci siamo sentiti io, Di Vaio, De Cesare e Rachini, una notizia dove c’è poco da commentare. Ci dispiace in modo immenso, parliamo di un ragazzo giovane e per bene. Non sapevo che stesse molto male, poi Rachini mi ha aggiornato sulle sue condizioni. La situazione è degenerata. Siamo molto tristi perché oltre ad essere un compagno di squadra, morire a 55 anni è assurdo. Ci stiamo mandando dei messaggi per starci vicino. Come calciatore, al di là del fatto che abbiamo vinto insieme la Serie B facendo parte del tridente titolare giocando insieme a Di Vaio, ricordo il cinquantesimo gol fatto durante quella stagione contro il Castel Di Sangro. Carlo era un ragazzo che sapeva stare nello spogliatoio, parlava quando doveva parlare. Serviva una persona come lui nello spogliatoio”.

 

 

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