Lotito non lascia e rilancia: colloquio con Menichini per delineare progetti e strategie

Periodo di riflessione, di colloqui e di programmi. Di auspici ed obiettivi, da tracciare e delineare con precisione. Per evitare un nuovo torneo di sofferenza, per alimentare la fiammella dell’entusiasmo che la tifoseria, dopo mesi di patemi e divisioni, ha ritrovato riunendosi sotto i propri segni distintivi per i festeggiamenti del Centenario. Sta per nascere la Salernitana del futuro, quella del centounesimo anno di vita del club. Non meno importate perché per spiccAre il volo, Lotito se ne intende, non è mai troppo tardi. Il co-patron granata non lascia ma rilancia. Non vuol cedere il club, smentisce di aver ricevuto proposte concrete (lo stesso Ferrero, tirato in ballo, s’è defilato ufficialmente) e (ri)promette un torneo di vertice.

Con Menico al timone. L’uomo della provvidenza, l’ancora di salvezza, il salvagente nei momenti di difficoltà. Stavolta non basterà “galleggiare” ma bisognerà primeggiare. In ossequio ad un impegno preso ufficialmente (carta canta) mesi fa e che non dovrà rivelarsi una semplice promessa da marinaio. L’esperto trainer di Ponsacco s’è guadagnato la riconferma traghettando in porti sicuri la Salernitana, tirandola fuori da acque tempestose. Sofferenza scontata, fisiologica visto il momento. Stavolta si parte da zero, ma soprattutto dall’inizio. Possibilità che a Menichini non era mai stata concessa nelle sue due precedenti esperienze a Salerno. L’esperto tecnico ha avuto un colloquio con Lotito, ha illustrato le proprie idee e quel che – a suo avviso – occorre per lottare per il vertice. Menichini avrà uno staff nuovo di zecca (il vice Massimo D’Urso ed un nuovo preparatore atletico), non ha posto veti sul ritiro (c’è un’intesa di massima con San Gregorio Magno), ha chiesto di intervenire in maniera ponderata sull’organico seppur appesantito dai tanti contratti già in essere. Insomma, va aperto un nuovo capitolo. Sul piano tecnico, empatico, relazionale.