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L’ex Zaccaro: “Quell’emergenza dell’80 e le mie corse in pineta. Stavolta torneo è saltato. Ventura? Mi aspettavo di più”

Sessanta gol in 194 partite tra il 1980 e il 1985. Il barese Giovanni Zaccaro è una vera e propria istituzione della Salernitana dei tempi del Vestuti, una delle icone del cavalluccio anni ’80 che proprio all’inizio della sua avventura campana visse un periodo tribolato, quello dello stop forzato per due settimane a causa del sisma che si verificò a novembre: due partite rinviate, l’impossibilità di usufruire dello stadio che frattanto era luogo di ospitalità per gli sfollati che vi dormivano in auto. Una situazione a tratti simile a quella che il mondo dello sport professionistico sta vivendo ora. Certo, i contorni sono diversi, sia per la portata mondiale dell’emergenza coronavirus, sia per i tempi più lunghi che non consentiranno una rapida soluzione del caso. Il paragone può essere fatto solo relativamente.

“Al 90′ segnai il gol del pareggio contro la Turris, presi mio figlio e mia moglie e andammo subito a Bari; arrivando all’altezza di Candela vidi persone in strada e mi dissero che c’era stato il terremoto. – dice Zaccaro ai nostri microfoni, ricordando quel 23 novembre del 1980 – Il martedì ci riunimmo tutti in sede e ci fu di nuovo una scossa. Avemmo paura e ce ne andammo tutti alle nostre case, sospendendo tutto fino a data da destinarsi. La cosa era grave, in campo non si poteva andare e solo dopo dieci giorni tornammo a fare allenamento. Io a Bari andavo in pineta a correre, facevo allenamento per conto mio. Riuscimmo a tornare in campo e salvarci sul neutro di Sorrento vincendo contro la Reggina. Andò tutto bene, speriamo vada tutto bene anche adesso: ci vuole tempo ma ne usciremo. Ho tanti amici anche di Salerno che mi telefonano, la questione è seria in tutta Italia. Al nord forse sono partiti con un po’ di ritardo, qui ci siamo impegnati prima: ho lavorato trent’anni nella sanità, da sette mesi sono in pensione ma posso immaginare quale sia il clima”.

All’epoca la Salernitana si fermò per dieci giorni. Oggi la situazione riguarda tutti e lo stop sarà di molto superiore. “Anche più di un mese e mezzo secondo me toccherà stare fermi. – dice l’ex bomber, classe 1955 – Prima era diverso, il terremoto mise tutti in allarme ma la situazione tornò alla normalità presto soprattutto a Salerno. Ora come ora per i giocatori stare in casa è impossibile, stanno sempre in giro tra palestra e allenamenti, seguiti in varie strutture. Prima per noi invece il Vestuti prima era la nostra unica palestra: facevamo tutto lì, dal campo ai gradoni con addosso pesi. Era quello il nostro potenziamento”. Sarà difficile adesso riprendere dopo due mesi. “Non si potrà essere al 100%, credo che il campionato sia ormai saltato. – afferma ancora Zaccaro – Se penso a come ci si ripresenta in ritiro in estate dopo 20-30 giorni di pausa tra un campionato e l’altro, quando non sei capace nemmeno di fare 2-3 Km di fila, non so come si farà adesso. Certamente medici e preparatori atletici sanno quel che devono fare e daranno consigli a giocatori su lavori da fare a casa. Ma non è la stessa cosa, avere i 90′ è diverso. Così si ferma tutto anche a livello muscolare. Ognuno deve inventarsi qualcosa: ho visto su internet il video di Mertens del Napoli che corre in strada con la mascherina, ma è pericoloso anche quello perchè so che le forze dell’ordine fermano chi è in giro. Questo stop sarà critico anche per le società: qualcuna, a causa dei mancati introiti, potrebbe fallire. Sento dire che vogliono tagliare gli stipendi dei calciatori: va anche bene, ma se togli qualcosa a Cristiano Ronaldo non succede nulla, mentre farlo a un giocatore di Serie C significherebbe dargli una mazzata”.

L’ex attaccante non ha mai smesso di seguire la Salernitana. “Fino all’interruzione del campionato ha avuto un rendimento alternato, in casa ha fatto qualcosa in più, fuori casa ha un po’ deluso, perdendo certe partite incredibili. Se sul mercato avesse fatto qualche innesto, con una base di squadra già buona, avrebbe potuto fare un salto di qualità maggiore. Mi aspettavo qualcosa in più anche da Ventura: lui è un barese adottivo, con la moglie abita non lontano da casa mia, nei pressi della cattedrale a Bari Vecchia. I giocatori ce li ha e ha anche tifosi che possono stare in serie A ad occhi chiusi: nessuno ha una tifoseria come quella della Salernitana”. Le regole, probabilmente, sono il problema. Quelle che allo stato attuale impediscono a uno stesso proprietario di poter mantenere due squadre nella stessa categoria. Lazio e Salernitana come Napoli e Bari. “Esatto, qui la situazione è uguale a Salerno. Qualcuno dice che De Laurentiis possa lasciare Napoli per dedicarsi definitivamente al Bari, ma io non ci credo. – conclude Zaccaro – Sia in D che in C ha guadagnato tanto tra sponsor – che sono tanti -abbonamenti, biglietti, facendo sempre 10-15mila spettatori a partita e non credo ci abbia rimesso. Fino alla serie B può arrivare, poi si dirà che ha “la squadra è stata fatta ma purtroppo non si è riusciti a salire in A”.

 

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