Nel corso della trasmissione Amici Granata, in onda su Tv Oggi, era presente Giuseppe Rinaldi, ex difensore della Salernitana. Per lui due esperienze in granata (2004 e 2012/13 con la vittoria di una campionato Lega Pro Seconda Divisione), sia sotto la presidenza Aliberti che sotto il duo Lotito-Mezzaroma. Il calciatore, ora in forza all’Ercolanese, società di Serie D, ha parlato a trecentosessanta gradi del mondo granata. “Per giocare a Salerno servono attributi. Quando tutto va bene, dai il meglio, quando tutto va male devi però assumerti tutte le tue responsabilità. Io preferisco lo stadio pieno, il pubblico è un punto a favore. La Salernitana deve raggiungere la salvezza ed ha bisogno di sostegno. C’è un finale di stagione difficile. Il Cittadella è una squadra fastidiosa, poi ci sarà l’ostica trasferta di Brescia. I tifosi devono pensare ora solo al bene della squadra, a fine stagione si vedrà il resto”. Un’analisi poi sulle aspettattive deluse: “Se l’obiettivo era la Serie A, ma a dicembre ti ritrovi in zone pericolose, le colpe sono di tutti: società, allenatore e giocatori. Serve capire che errori sono stati commessi. Per alcuni giocatori che partono con un obiettivo in testa, ma poi si ritrovano a giocare per altro è difficile. Servono attributi e qualcuno potrebbe anche tirarsi indietro in un clima del genere”. Rinaldi ricorda anche la sua esperienza granata: “La mia Salernitana era una corazzata e c’erano giocatori con gli attributi e di categoria superiore, come Ginestra, Guazzo. C’era grande entusiasmo. I calciatori sceglievano la piazza per la storia e la presidenza aveva voglia di vincere”. Un pensiero anche sull’incontro odierno tra Claudio Lotito e gli ultras e sulla decisione di quest’ultimi di tornare a sostenere la squadra sabato: “I tifosi a colloquio con Lotito avranno avuto le loro ragioni. Oggi è stato fatto un passo importante. Il ritorno in curva per tifare la maglia, che va oltre tutto, è una cosa giusta. In caso poi vengano meno i patti dell’incontro è giusto che gli ultras si facciano sentire. Certo è che vincere il campionato senza passare per i playoff, come detto da Lotito, è una promessa non da poco…”. Il difensore poi si pronuncia sull’operato di Angelo Fabiani e indica una via per il futuro: “Il ds Fabiani ha preso calciatori sicuramente importanti, ma forse la rosa è stata costruita con elementi non consoni al modulo da attuare. Calaiò veniva da un lungo periodo di stop, a gennaio serviva un giocatore pronto. Emanuele tecnicamente non si discute, ma aveva bisogno di tempo per rimettersi in forma. Molti giocatori erano convinti di giocarsi la promozione, poi qualcosa è successo. Sono venute meno delle certezze. La società dovrà cambiare per dare un segnale forte. La rosa va rivoluzionata e ringiovanita, personalmente, sono pochissimi i giocatori da salvare. Ovviamente il tutto dipenderà dall’allenatore”. Chiosa finale sulla sfida contro il Cittadella e sul destino di Gregucci in caso di sconfitta: “Io credo che la Salernitana farà una gran partita. I giocatori, ora che hanno di nuovo i tifosi al loro fianco, non hanno alibi. Devono solo pensare a far bene contro una signora squadra. Cambiare spesso la linea difensiva, da tre a quattro, può condizionare il rendimento degli interpreti. Ma ora non ci sono alibi, servono solo i tre punti. Con la speranza di promesse mantenute dalla società a fine stagione. Gregucci rischierebbe molto in caso di ko, ma tutti sono sotto esame”.