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L’ex Mendicino tra studio e campo: “Multiproprietà ha giovato alla Salernitana”

Estate di cambiamenti. Da Ravenna a Roma, l’ex attaccante granata Ettore Mendicino ha deciso di abbandonare la serie D per approdare in Eccellenza, alla corte di un altro ex della Salernitana, Guglielmo Stendardo. I destini dei due si sono incrociati alla Luiss Calcio CBill, la selezione dell’ateneo romano, dove Mendicino, laureato in scienze delle comunicazioni, segue un master in Sport Management grazie al percorso “dual career”. “E’ stata una scelta di vita definitiva, rappresenta per me un cambio di orientamento”, ha spiegato l’ex attaccante della Salernitana ai nostri microfoni a margine del corso “Il giurista entra in campo” curato proprio da Stendardo.

Multiproprietà? No danno

Mendicino, cresciuto nella “cantera” della Lazio, era tra i banchi della Luiss venerdì pomeriggio durante la lectio del diesse biancoceleste, Igli Tare, artefice nel luglio 2013, del suo passaggio dalla sponda biancoceleste a quella granata: molti colleghi biancocelesti l’avrebbero seguito durante i dieci anni del duo Lotito-Mezzaroma. La multiproprietà non è proprio un danno, – ha detto l’attaccante ai nostri microfoni – basti pensare il bene che ha portato il bacino Lazio e Lotito stesso alla Salernitana. Chiaro che poi debba essere strutturata in una certa maniera per poter funzionare bene, per valorizzare i giovani. Alla Lazio è riuscito in parte, come ha detto Tare ci sono stati calciatori che poi sono ritornati utili in prima squadra”. Mendicino tornò alla casa madre due anni più tardi con una B in tasca, nel giugno 2015, per poi essere subito girato al Siena, sempre in terza serie.

Salvezza da scudetto

All’ombra dell’Arechi 56 presenze e 14 gol realizzati in due stagioni, con l’importante contributo nella corsa alla serie B. L’ultimo centro in granata? Nel 3-1 rifilato al Barletta, in quel pomeriggio del 25 aprile 2015 dal sapore di “liberazione”, all’86’ Mendicino mise il proprio zampino sulla terza marcatura che chiuse, aritmeticamente, la pratica promozione. Dalla C alla A, oggi la Salernitana siede al tavolo tra i grandi club: “Vedo bene la Salernitana quest’anno, – ha spiegato “Mendo” – meglio della passata stagione. C’è un progetto diverso e un ottimo lavoro svolto da De Sanctis in estate. Sicuramente rispetto ad un anno fa sono partiti in maniera totalmente diversa, c’è grande entusiasmo, la rosa è più completa e ci sono giocatori più importanti. Possono far leva sulle ottime basi gettate da Davide Nicola lo scorso anno, ma devono rimanere con i piedi per terra”. Secondo l’ex granata, il primo obiettivo deve rimanere la salvezza“Iervolino dice lato sinistro della classifica? No, la Salernitana deve puntare a salvarsi il prima possibile e rimanere con i piedi per terra. Questa è la cosa più importante. Poi, magari negli anni tentare un progetto come Atalanta e Sassuolo, perché ha tutte le capacità e il bacino d’utenza per poterlo fare. Quest’anno però lo scudetto della Salernitana deve rimanere la salvezza”. Sugli attaccanti un parere da collega di reparto: “Bonazzoli l’ho apprezzato l’anno scorso, però deve ancora crescere. Piatek ha già dimostrato grandi cose e spero possa ripetere i grandi numeri fatti in passato”.

La nuova avventura

Mendicino ha colto la palla al balzo sfruttando il percorso “dual career” offerto dall’ateneo romano. Scelta, tra gli altri, comune a Matteo Pessina e Bryan Cristante. L’attaccante segue il master e, nel contempo, dà un importante apporto alla formazione studentesca guidata dal mister Guglielmo Stendardo: Passo da una carriera di professionista nel calcio alla squadra dell’università. Sentivo il bisogno di intraprendere un nuovo percorso, chiaramente sempre rimanendo un calciatore Studio e gioco, come nei college americani, questa università è stata pioniera in Italia. Fisicamente sentivo ancora il bisogno di giocare a quelli che erano i miei livelli, una bassa serie C o una serie D, che poi sono gli ultimi campionati in cui ho giocato. Sono molto contento di questa scelta”.

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