C’era anche Massimo Mariotto tra gli addetti ai lavori sugli spalti dello stadio Tombolato sabato pomeriggio. Anche l’ex ds della Salernitana, in granata nell’annata 2012/13, è rimasto impressionato in negativo dall’approccio della squadra e da quanto accaduto in panchina fin dall’inizio del secondo tempo.
“Questa squadra e l’ambiente hanno bisogno di punti di riferimento che in questo momento non ci sono. Ventura è arrivato nell’anno del centenario con grandissime speranze, pensava di trovare forse rosa e ambiente diversi. C’è un disagio generale che la squadra avverte. – le parole dell’esperto dirigente ed ex calciatore alla nostra redazione – Ero con spettatori neutrali e guardavamo partita, ci siamo chiesti cosa volesse dimostrare il tecnico. Che è un grandissimo allenatore, attenzione, ma deve avere attorno il giusto contesto e credo che chi lo ha scelto in estate lo sapesse. Ha un suo carattere e un suo modo di fare. Ricordo che anche in Nazionale ci furono episodi particolari, poi venuti fuori sui media, relativamente alla vigilia di Italia-Svezia, quando pare abbia messo i senatori davanti alle loro responsabilità. Se così è stato, con Buffon e Chiellini è un conto, a Salerno è un altro, perchè ci sono ragazzi che necessitano di un punto di riferimento forte”. Nel dettaglio della gara, Mariotto dice di aver visto una “squadra crollata, che poi ha avuto modo di rientrare anche grazie al calo netto del Cittadella. ho visto due o tre volte la Salernitana dal vivo, sabato era smarrita. Forse pecca di qualità nell’organico. Le prime della classe hanno fatto un lavoro diverso nell’allestimento della rosa, non necessariamente ricercando la qualità negli over trenta, e i risultati si vedono”.
L’ambiente è elettrico, ora. Giusto andare in ritiro? “Partiamo dal presupposto che il calcio è un lavoro. Se c’è da andare a ritrovarsi, lo si fa, perché si guadagna molto di più delle persone normali e non c’è da discutere. – continua Mariotto – In quell’ambito i giocatori devono ritrovarsi e capire che devono pretendere di più da loro stessi, visto che sono stati capaci di fare un inizio importante. Se c’è da allenarsi meglio, il primo a doverlo comprendere è proprio il giocatore. E poi un allenatore può ricominciare, anche se da uomo di calcio ci sono rimasto male sabato a vedere una situazione del genere. So che a Salerno c’è pressione ed è difficile, ma bisogna uscirne da uomini. Conosco qualche calciatore della Salernitana, credo che dentro lo spogliatoio di uomini ce ne siano. A Salerno non può esserci questo ambiente esplosivo, è un peccato. La gente, visti i primi risultati, sperava in un campionato diverso”.
Lotito e Fabiani nel mirino della tifoseria che non ha risparmiato a entrambi cori insultanti nel finale di Cittadella-Salernitana. Proprio l’ambiente che si preannuncia ostile potrebbe essere un ulteriore ostacolo per la squadra domenica sera: “La tifoseria da un lato ringrazia perché è in B, dall’altro giustamente non è contenta. Vedo piazze come il piccolo Pordenone o lo stesso Cittadella dare piacere ai tifosi nell’andare allo stadio. Sono società apprezzate ed esprimono un bel calcio, c’è armonia e funziona tutto. A Salerno non mi risulta sia così. Forse Ventura si aspettava una società strutturata diversamente. Questo suo modo di fare, probabilmente, è stato un segnale che dall’alto della sua esperienza ha voluto mandare“, aggiunge l’ex dirigente anche di Monopoli e Benevento. Che conclude con un auspicio: “C’è tutto il tempo per riprendersi, finora la Salernitana ha pur sempre fatto 19 punti, quattro dei quali nelle ultime sei partite. Ha buttato via tanti punti in precedenza, tutti devono essere consapevoli che si può fare di più e quindi devono pretendere da loro stessi di più. In Serie B occorre andare a tremila all’ora: il Benevento, al di là della superiorità tecnica, lo fa, come lo ha fatto il Cittadella sabato per gran parte di gara”.
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