Non solo i tre punti. Contro il Brescia la Salernitana ha messo a referto la settima partita consecutiva a porta inviolata. I minuti di imbattibilità per Belec, in coabitazione con il suo secondo Adamonis che ha giocato tre delle sette gare, sono saliti a quota 682′, andando a superare quattro storici pipelet granata. Si tratta di Roberto Brustenga (606′ nel 1975/76), Marco Ambrosio (609 minuti nella stagione 2004/2005), Massimo Battara (623 minuti nella stagione 1989/1990) e Roberto Renzi (645 minuti nella stagione 1987/1988).
“Della mia striscia rimarrà comunque un bel ricordo. Fa piacere che i portieri granata abbiano fatto così bene”, dice ai nostri microfoni Marco Ambrosio. Il portiere bresciano ha vestito granata dal gennaio 2005, stabilendo il suo record proprio nella seconda parte della stagione, fino al giugno 2006. Nell’annata 2005/06 arrivò un’altra striscia di clean sheet, sempre di sei partite, con quattro match giocati da Ambrosio e due da Prisco. Da ex estremo difensore un giudizio sui due portieri della Salernitana attuale: “Belec lo ricordo da quando allenavo nei settori giovanili, era di grande prospettiva. È un portiere di categoria, è maturo e ha personalità. Ha fatto tanta gavetta, ha superato anche tante difficoltà. È un valore aggiunto per la Salernitana. Adamonis è stato bravo a farsi trovare pronto. Avere due portieri validi è sicuramente un’arma in più, mantiene il livello alto in allenamento e fa rendere in partita. Certamente il titolare deve avere la serenità di non essere quasi mai messo in discussione. Il portiere è un ruolo delicato. Ovviamente quando ci sono queste strisce senza gol subiti il merito è della squadra che difende e attacca tutta insieme. Non basta l’apporto del singolo”.
Per due portieri in un ottimo momento, ce n’è un altro invece in difficoltà. Titolare fino allo scorso anno, Alessandro Micai vive ormai da tempo il ruolo di separato in casa: “Micai ha alternato cose buone ad errori grossolani. Certamente è un portiere valido per la B, stare fermi non è facile. Salerno non è semplice, magari serve un portiere che abbia più personalità per gestire pressioni e critiche. Senza la testa giusta vai in difficoltà. Tanti portieri bravi hanno fatto fatica con la maglia della Salernitana. La situazione finora è stata gestita più o meno bene. Il ragazzo non ha creato problemi e si è allenato seriamente, certamente l’anno prossimo troverà una sistemazione gradita e che accontenterà anche la società”. La memoria va subito all’alternanza Strakosha-Terracciano nella stagione 2015/16: “Certamente erano due portieri validi, la scelta non era stata errata. Avrebbero avuto bisogno di tempo, soprattutto Strakosha, ma la piazza salernitana non è paziente. Gli andava concessa la possibilità di sbagliare. Se decidi di puntare su un giovane, sono cose che devi mettere in conto, altrimenti fai una scelta di esperienza. L’alternanza non aiutò loro e neanche la squadra, togliendo sicurezza soprattutto al reparto difensivo”.
L’ex portiere di Chelsea, Sampdoria e Chievo, tra le altre, dice la sua anche sulla stagione finora della Salernitana e sull’impatto decisivo di Fabrizio Castori: “La squadra sta andando alla grande e spero che arrivi fino in fondo. A differenza degli altri anni vedo una squadra più pronta. Ha tanto equilibrio ed esperienza. Magari è arrivato l’anno giusto. Faccio sempre il tifo per Salerno. Speriamo che salga direttamente, i playoff possono riservare tante sorprese. Non sarà facile agganciare il secondo posto, sarà una bella battaglia. L’Empoli è la squadra più forte e non credo perderà il primato. Il Monza ora sembra un po’ in difficoltà. L’assenza del pubblico per la Salernitana è una mancanza. Il tifo a Salerno dà qualcosa in più, averlo adesso sarebbe stato importante. Quando vinci è più facile, quando perdi magari diventa pesante, però è il bello di queste città che vivono di calcio. Ho affrontato spesso il mister Castori. Salerno è il suo habitat, perché è in grado di trascinare i calciatori proprio come farebbe la piazza. Si vede che ha trasmesso tanta grinta. La rosa però è di qualità. Molti giocatori potrebbero giocare in A, c’è il giusto mix di giovani ed esperti. Lotito può essere un personaggio discutibile, ma è assodato che sappia fare calcio. Da quando ha preso la Salernitana, l’ha riportata ad un buon livello”. Ambrosio poi è tornato sulla sua esperienza granata. Nella stagione 2004/05 arrivò un tredicesimo posto in B, prima del fallimento, con la ripartenza dalla serie C1 e i playoff persi in semifinale contro il Genoa: “Nella prima stagione abbiamo fatto una grande rimonta. Eravamo nelle zone basse e ci salvammo bene. Poi purtroppo arrivò il fallimento. Il ritiro precampionato fu infinito, durò due mesi. Siamo stati poi sfortunati a beccare un girone di Lega Pro dove c’era il Genoa. Fu dura, ma comunque siamo stati in grado di arrivare ai playoff. I tifosi ci aiutarono molto. Salerno la ricordo con affetto, mi ha dato tanto sul piano umano e professionale. È la piazza ideale se vuoi diventare calciatore vero. Ho mantenuto tante amicizie lì”.
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