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Leccese a Vianema: “Allenamento a porte aperte positivo. Breda, uno dei migliori capitani della Salernitana”

L’ospite di questa settimana di Vianema (il podcast ufficiale della Salernitana) è stato Vincenzo Leccese. Calciatore della Salernitana dal 1980 al 1987 ha anche indossato la fascia di capitano sul terreno di gioco del Vestuti. L’ex terzino ha rilasciato alcune dichiarazioni sul momento attuale della Bersagliera e sul passato.

L’intervista è iniziata con una parentesi sul passato: “Io credo che effettivamente la storia e le origini siano sempre da ricordare. Per tanto aver sfiorato la B ed aver mantenuto la categoria ha creato una base per chi è venuto dopo. Il Vestuti è rimasto e rimane un simbolo per tantissimi salernitani che all’epoca occuparono con affetto e passione l’impianto che resta nel cuore della città. Noi calciatori eravamo tutt’uno con la gente perché attraversavi la città e nel bene e nel male si potevano sentire gli umori della tifoseria”.

Leccese ha rilasciato anche una dichiarazione sul momento dell’ippocampo e sull’importanza del rapporto con i tifosi: “L’allenamento a porte aperte è positivo perché quando ci sono dei problemi, tutti si uniscono per portare a casa i risultati che sono importanti. La scelta è positiva e da condividere”.

Poche parole dolci, invece, sul calcio moderno: “Credo che purtroppo il calcio è cambiato e tende a cambiare. Non ci sono più le bandiere e per tanto ci sono pochissimi presidenti simili ad un Ferlaino o anche i nostri Picentino-Troisi per dare l’esempio di persone che avevano investito in prima persona. Il calcio è adesso diventato un business”.

Dichiarazioni al miele per la gente di Salerno e la tifoseria: “Io ho avuto come allenatore Vincenzo Margiotta, uno dei centravanti più importanti della Salernitana nella prima Serie A e nelle annate precedenti alla guerra. Era una persona importante. Sono ad oggi apprezzato e ricordato dalla gente in modo affettuoso ed importante. Venire a Salerno ed essere capitano per tanti anno è una realizzazione senza categoria. Qualche volta abbiamo sfiorato la cadetteria, ma posso dirti che la mancata vittoria del campionato è colmata dall’affetto e la passione delle persone. Sono cose che restano a differenza di una vittoria. Una mia caratteristica era dare tutto e credo che questo abbia superato il mancato approdo in Serie B”.

Parentesi aperta anche su Breda: “Io conosco, stimo ed apprezzo Roberto Breda che è stato uno dei migliori capitani per le sue capacità tecniche e professionali. L’ho conosciuto alla sua prima esperienza in panchina, quando allenò la Primavera della Salernitana. Penso sia una figura professionale importante. Nel suo piccolo, aver militato per molti anni a Salerno penso possa incidere positivamente sull’approccio in panchina e quando bisogna fare risultato”.

Riguardo le partite più importanti in maglia granata: “Una partita così e così che ci ha fatto rimanere in C ed una importantissima che ci proiettava in B. A Terni pareggiammo e ci salvammo con atteggiamenti positivi durante l’anno. In Umbria ci giocammo un intero campionato. In un’altra più positiva, dal punto di vista del campionato e del momento, è Salernitana-Arezzo dove vincendo ci proiettammo verso la cadetteria con un campo gremito. Sono due tipologie d’emozioni che danno forza ed emozione con due momenti diversi dal punto di vista umorale”.

Un episodio divertente: “Il ritiro è vista come una forma restrittiva, noi aspettavamo il sabato per andarci perché era una festa. Quando c’è il risultato e c’è condivisione con i diversi tipi di persone c’è tutto. Quando Lamberti ci pesava, Muzio Di Venere si toglieva l’orologio e lo teneva in mano. Una battuta, ma episodi che creavano simpatia e sfottò sano. Quando c’è una condivisione generale è importante. In ritiro sei obbligato a chiarire se hai screzi con qualcuno. Vince sempre chi ha più determinazione ed agonismo. Questa è una dote come la corsa o la qualità tecnica. Un’altra caratteristica importante è lo spirito d’iniziativa. Barella è un ragazzo che esprime dinamismo ed una capacità tecnica importante. Un Tardelli moderno”.

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