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L’allarme di Tudisco: “Non c’è unità tra le parti. Nostra Salernitana aveva un’anima…”

Ha infiammato e vissuto Salerno negli anni d’oro. Francesco “Ciccio” Tudisco è intervenuto questa sera ai microfoni di Radio Alfa nella consueta striscia quotidiana commentando il momento non certo positivo che sta vivendo la Salernitana con l’amico Gregucci in sella, ma anche il tema d’attualità, ossia il comunicato della curva e gli striscioni esposti in ogni parte della città: “E’ un peccato. Al di là del fatto che sia, ahinoi, una storia già letta. La società dovrebbe fare il possibile per fare un campionato importante, di vertice. Salerno risponde, ha sempre rispettato. Forse ha capito che qualcosa non va: la gente dovrebbe andare al campo per gioire, divertirsi e vedere la propria squadra vincere. E, invece, non è così”.

Un senso di appartenenza che manca nella Salernitana attuale, diversa da quella vissuta da Ciccio Tudisco: “La nostra Salernitana aveva un’idea, un’anima. E partiva tutto dalla società, dal presidente Aliberti: noi ci identificavamo nella Salernitana. Ora i calciatori pensano solamente ai lauti stipendi che percepiscono. O vinci o perdi cambia poco, parliamo di qualcosa di diverso che le nuove generazioni non possono comprendere. Noi abbiamo lasciato un segno importante come uomini, prima che come calciatori”.

Gregucci si gioca tanto in questa terza avventura granata. Tudisco ha avuto modo di essere collega di squadra dell’attuale trainer del Cavalluccio: “Conosco bene Angelo, siamo stati insieme a Reggio Emilia: so come lavora e che mentalità ha. Quando un tecnico subentra a campionato in corso non è mai facile, anche se lui ha avuto la possibilità di intervenire a mercato aperto, seppur abbia potuto fare poco perché è molto difficile in queste categorie poter aver voce in capitolo. Quando si subentra devi riuscire ad adattarti con le cose che hai, riuscendo a realizzarne di importanti: non è facile. Ritengo – prosegue Tudisco – che la squadra non sia  scarsa, ha qualità: può dire la sua, ma probabilmente ci sono state tante, troppe situazioni per cui, alla fine, ci va di mezzo l’allenatore. L’allenatore vive per il risultato, il calciatore magari di prestazione. I risultati, soprattutto nell’ultimo periodo, non arrivano in casa dove è sempre stato fortino. Mercato Salernitana? Pur di allenare, i tecnici sono costretti ad abbassare la testa. Quando i risultati non vengono non è mai solo per colpa dell’allenatore: io non vedo trait d’union tra società, staff tecnico, direttore Fabiani e giocatori. Sono un po’ collassati, lontani tra di loro. Angelo lo conosco bene, ha un grande carisma e quando si è arrabbiato domenica vuol dire che ha capito che la squadra sta avendo un rigetto, un qualcosa che non riesce a trasmettere: proverà in tutti i modi ad invertire la rotta”.

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