Connect with us

News

La solitudine… dei numeri: Gregucci fa da parafulmine. Ma la crisi ha radici ben più profonde

Un uomo solo. L’istantanea del post gara di Salernitana-Crotone racchiude e descrive come meglio non si potrebbe il destino dell’allenatore a Salerno. Angelo Gregucci ci ha messo la faccia avocando a sé tutte le responsabilità dopo l’ennesimo tracollo in un Arechi sempre più vuoto e silenzioso, quasi rassegnato.

Non il tecnico di San Giorgio Jonico, quantomeno apprezzabile nel continuare a credere alle possibilità di portare in porto una nave che – settimana dopo settimana – imbarca ettolitri d’acqua. Basterà la sua incrollabile fiducia? Forse no. Né sarebbe bastata, ma quantomeno sarebbe stata auspicabile, una presa di coscienza da parte dei vertici societari nel punto più basso della stagione del centenario. Nessuno tra proprietà e dirigenza ci ha messo la faccia, come puntualmente accade dopo ogni capitombolo. Molto più comodo presentarsi ai microfoni dopo le sempre più estemporanee vittorie, magari approfittandone per attaccare la stampa “cattivona”.

L’allenatore, si diceva. O gli allenatori. Due solo quest’anno, ben sei da quando la Salernitana è tornata in serie B. Con gli stessi, modesti, risultati. O dalle parti dell’Arechi aleggia uno strano virus che prende di mira tutti coloro i quali si siedono in panchina, o il problema è ben più complesso e profondo del “semplice” manico. E magari s’annida negli scranni dirigenziali, unico punto fermo nel bailamme di tecnici e calciatori passati per Via Allende in questi anni. “Liberate la Salernitana”, il grido di dolore issato da un’impotente – ed a tratti inerme – Curva Sud. Di certo non (solo) da Gregucci, trainer i cui modesti risultati stanno certificando quanto già raccontava il suo recente e deludente palmares. Bensì da una gestione societaria inadeguata sul piano squisitamente sportivo, relazionale ed emozionale. “Sono quei colori magici che ci fan venire i brividi”, recita il ritornello di una celebre hit della Sud, intonata anche ieri quasi per forza d’inerzia. Forse sarebbe stato meglio coniugare il verbo al passato. Perché, al di là del risultato del campo, è quello al botteghino a destare maggiori preoccupazioni. Poco più di settemila spettatori per una gara a suo modo decisiva. Il cosiddetto “zoccolo duro” si sta sgretolando, picconato da stagioni anonime, con scarse prospettive e zero progettualità. Le nuove generazioni sempre più facilmente si lasciano ammaliare dalle sirene delle grandi squadre, perdendo di vista il cosiddetto “senso d’appartenenza”. Un quadro tutt’altro che confortante, proprio nell’annata più significativa (e contemporaneamente carica di aspettative) della storia recente del club.

 

Non basterà continuare a dipingere un quadro distante anni luce da ciò che descrive la realtà. Le persone possono dubitare di ciò che dici ma crederanno a ciò che fai”, recita un vecchio adagio. Tradotto: la credibilità si guadagna con i fatti e con i risultati. La proprietà se l’è meritata negli anni bui della D e della C, vincendo campionati in serie. La sta dilapidando in B, stante l’impossibilità (o l’incapacità) di raggiungere lo step successivo, quel salto di qualità e categoria disperatamente invocato dalla piazza. Perché l’obiettivo, va ancora una volta rimarcato, deve essere la promozione in A e non la semplice qualificazione playoff a mo’ di gita di piacere. La proprietà, prima ancora che la squadra, è ad un bivio: continuare a percorrere una strada (sotto forma di conduzione sportiva) che non sta portando i risultati auspicati (almeno a parole) vuol dire accontentarsi di galleggiare in una mediocrità tecnica che finirà esclusivamente per accentuare la desertificazione degli spalti. A mali estremi, estremi rimedi.

Dì la tua!

Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.

La tua opinione conta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.





Advertisement

Seguici su Facebook

Advertisement

Altre news in News