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La Salernitana dei paradossi: la super-prestazione che fa arrabbiare i tifosi

Erano solo 165 ma si sono fatti sentire. Certo, li ha favoriti il silenzio degli ultras allo Stadium, in protesta con ultimi accadimenti che hanno visto sentenze dei giudici di condanna nei confronti di molti leader e una repressione a loro giudizio sempre più dura anche relativamente agli strumenti del tifo. Eppure erano ben 37305 gli juventini. A qualche urlaccio (“Serie B, Serie B”) hanno risposto i granata in campo e i “pochimabuoni” sugli spalti.

Al gol di Pierozzi è stata naturale l’esultanza sotto lo spicchio ospiti per i calciatori, che sono stati tutta via ricacciati dai tifosi. Dopo il vantaggio, il pizzico di gioia e poi subito il ricordo di ciò che è stato fino a pochi giorni prima, un’agonia sportiva fatta di prestazioni scialbe. E allora, sono tornati i cori contro gli stessi calciatori che fino al recupero stavano addirittura portando a casa una clamorosa vittoria. A fine gara, niente saluto sotto al settore. Giusto così anche per evitare fraintendimenti. Forse perché i gol segnati sono stati davvero pochi, però è stato raro vedere un’esultanza così partecipata. Nelle precedenti occasioni trasudava sempre un velo di indifferenza in qualche elemento. Il tenore dei commenti sull’account ufficiale Instagram della Salernitana è questo: “Non siete scarsi, semplicemente non avete voluto sputare sangue. Solo dopo la matematica retrocessione avete iniziato a giocare”. Impossibile dar torto, almeno prendendo il lasso di tempo da febbraio in poi, quando si è spenta la luce definitivamente. In precedenza, soprattutto contro le big, la gestione Inzaghi aveva portato qualche sussulto.

Va così. È la stagione dei paradossi. Mai nessun tifoso potrebbe mai pensare di essere arrabbiato per una super prestazione della propria squadra in casa della Juventus. Eppure qualcuno di fede granata lo è, nel day after. Ne ha tutto il diritto. Perché solo ora, perché soltanto alla terzultima se le qualità, i valori e la “cazzimma” erano nel bagaglio? Perché dopo quattro allenatori? Le risposte sono tutte nello spogliatoio e non possono essere racchiuse nel “non siamo da 16 punti, non c’è tutta questa differenza con la squadra che l’anno scorso ne fece 42” di Federico Fazio. È tuttora ed è stata l’annata della litigiosità, della chimica velenosa, dell’individualismo che ha portato ai pessimi risultati. La tifoseria se n’è accorta ed è per questo che ora deve puntare sulla compattezza sugli spalti. Per l’ultima di campionato casalinga si immaginava una scenografia ma non arrivano ancora conferme in tal senso.

 

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