La prima di quattordici finali, sarà questo Salernitana-Bologna di domani. Lo sa bene Davide Nicola che oggi è intervenuto in conferenza pre partita su Zoom. Il tecnico ha analizzato in primis la settimana di lavoro che ha visto qualche piccolo incidente di percorso per alcuni singoli: “Non è stata una settimana tormentata, Perotti e Ribéry erano usciti con un fastidio ma è tutto rientrato dopo gli esami clinici, hanno svolto tutta la settimana. Chiaramente chi ha prodotto più fatica, visti i dati raccolti, ha fatto un recupero impostato in funzione dell’atleta. È importante secondo me rispettare le abitudini che avevano per poter cambiare progressivamente la metodologia, per giocare come vogliamo bisogna stare a mille, sempre sul pezzo e produrre forza lavoro. Su Bonazzoli faremo le ultime valutazioni cliniche e poi vedremo domani. Ruggeri e Mamadou Coulibaly stanno completando il recupero. Matteo è assente da tanto. Vogliono partecipare, rimettersi a disposizione, dobbiamo essere abili: è il momento di dargli sicurezza e sciogliere le titubanze che inevitabilmente un infortunio lungo porta, dobbiamo agire con cautela, aggiungendo di settimana in settimana qualcosa in più, senza sovraccaricarli perché diventerebbe dannoso se incappassero in un nuovo infortunio”.
L’identità di squadra
“Credo di essere stato chiaro anche nel primo incontro, c’è voglia di proporre un gioco aggressivo che tenga conto di una proposizione costante, di fare la partita, di creare geometrie di gioco per far esprimere al meglio giocatori che ha la rosa. Da un punto di vista chimico mi piacciono i ragazzi, la loro dedizione, la voglia di affrontare, lo spirito di fare qualcosa di straordinario. Una volta che si traccia la strada, la classifica è chiara, ci permette di dover esprimere un certo tipo di calcio e di coraggio. Vedo che loro rispondono, hanno voglia di apprendere, di andare oltre le difficoltà e questo è fondamentale. Non ha senso ora ricordare dove vuoi arrivare, ma la voglia che hai. Le critiche non andrebbero fatte su errori in campo, ma sugli atteggiamenti e i nostri stanno dimostrando che hanno intrapreso la strada giusta. La prestazione è il fulcro, l’espressione di quel che vogliamo fare risiede nella prestazione individuale e di squadra, è l’unico mezzo misurabile per produrre risultato. La forza, le idee, la determinazione, il senso di appartenenza, la gioia e l’entusiasmo sono controllabili, questa è la nostra strada, è la curiosità a subentrare. Cerco di essere chiaro, dico alla stampa quello che dico a loro. Vorrei sgombrare il campo da ogni singolo dubbio, per noi saranno tutte maledettamente difficili, per questo abbiamo bisogno di credere ciecamente in quello che facciamo, anche se questo porta a commettere errori”.
L’inserimento dei singoli
“L’uscita di Radovanovic ha consentito di effettuare la scelta di mettere Ederson. Il calciatore, per abitudine ed estrazione, arriva più da un centrocampo a due. In Brasile aveva giocato così, credo possa fare anche altro. Certamente ha qualità tattiche e fisiche per potersi esprimere bene in un centrocampo a due con licenza di attaccare box to box, ha un passo importante, forza ed energia; tutto è migliorabile e tutto si può trasformare per cercare di raggiungere la miglior conformazione possibile. Non voglio fare però l’errore di limitarli, ho bisogno di poter dare pochi concetti in ogni singola settimana, ne ho aggiunti pochi perché voglio che esprimano ardore ed entusiasmo, un’attenzione propensa ad aver il coraggio di proporre gioco e non di togliere spazi agli altri. Bohinen è un giocatore interessante, qui ci sono giocatori poco conosciuti dal al grande pubblico. La differenza sta qui, qualcuno ci stupirà, Bohinen è tra questi. Non avendo Radovanovic abbiamo giocatori che possono supportare la squadra, valuterò domani. Mousset sa attaccare gli spazi, arriva da campionati esteri e ha bisogno di un periodo di ambientamento. Ci vuole la pazienza di educarli da un punto di vista dei movimenti, probabilmente molti arrivano da concezioni diverse perché ogni allenatore pretende determinati movimenti. Stanno completando l’integrazione. Delle cinque sostituzioni abbiamo bisogno anche per portare tutti alla massima espressione possibile delle loro qualità, quindi tutti saranno utili, anche chi sembra possa avere meno spazio”.
Gli avversari
“Il Bologna è una squadra assolutamente competitiva, ha una rosa qualitativa che produce calcio offensivo con giocatori abituati a calcare palcoscenici importanti. Ai ragazzi dico che è giusto conoscere gli altri ma non troppo, non siamo nella condizione di doverci preoccupare degli altri ma anche nell’entusiasmo di cercare di esprimere sempre di più noi stessi. Il Bologna è forte come l’Inter o il Milan. In A le qualità sono eccellenti, dobbiamo trovare al più presto la nostra identità, si è visto qualcosa e dobbiamo tradurlo in una storia che duri. Mihajlovic fa giocare bene le sue squadre, ha carisma e mi sta simpatico perché mi piace come si pone. Il Bologna ha cambiato pelle più volte in stagione, dal 4-2-3-1 al 3-4-3, passando per il 3-5-2, dando sempre l’impressione di avere un gioco organizzato. C’è stato sicuramente dietro un percorso che ha facilitato nel tempo la chiarezza di gioco”.
L’ambiente
“Credo che i tifosi abbiano ampiamente dimostrato la voglia che hanno di accompagnarci in questa impresa. Vedo la coerenza del nostro tifoso che dimostra che non potrai essere perfetto in otto allenamenti, il tifoso ha apprezzato la voglia di andare oltre le difficoltà, di conquistare qualcosa di importante. Ci saranno partite dove potrai esprimerti meglio, altre meno, è il furore che metti in campo e la voglia di rappresentare queste persone a fare la differenza. Il trasporto di Salerno mi ha stregato, come tutti, a partire dal ds e dal presidente. Non faccio altro che fare quello che mi piace nel miglior modo possibile con una gioia che non so descrivere ed è importante trasferirla ai calciatori, creando un connubio con chi rappresentiamo. Solo così si può fare qualcosa di importante. Salerno è una città straordinaria non solo per il piacere di abitarci, anche se l’ho girata pochissimo e non voglio farlo troppo per non togliere spazio a quello che devo fare: voglio vivere di pane, acqua e Salernitana. Il gusto dell’esordio all’Arechi è stato stupendo, ecco perché mi viene ancora di più il senso del dovere e voglia di progredire. Non perdo tempo con le etichette, sono convinto di fare il mio lavoro in qualsiasi contesto e con la medesima passione”.
Un pensiero per l’Ucraina
“Non sono un politico e non entro nel merito, rimane un profondo dispiacere a livello umano per qualcosa che credo non abbia senso per nessuno di noi”.
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