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Kallon: “Unione per risalire, ci servono risultati. Con Martusciello un bel legame, Colantuono ci fa lavorare”

La sua stagione era iniziata bene, col bel gol in Coppa contro lo Spezia. Ma il rosso, ingenuo, rimediato con la Sampdoria a fine agosto ha messo ai box Yayah Kallon per quasi un mese, a causa di ben quattro giornale di squalifica. L’ex Bari ha giocato quattro spezzoni nelle ultime sei giornate, dovrà provare a scalare le gerarchie. Un’occasione può arrivare col cambio in panchina.

“Personalmente sta andando bene. I risultati della squadra non sono positivi, anche se non giochiamo male. Ho accettato in estate la Salernitana per il clima che c’è allo stadio, i tifosi sono molto passionali. Il gol in Coppa Italia fu emozionante – ha detto l’attaccante in un’intervista rilasciata ad OttoChannel – . Quando entro o gioco dall’inizio ho sempre tanta voglia, la ‘pazzia’ con la Sampdoria mi ha frenato, era una ingiustizia per me. Lo sbaglio è stato fatto e andiamo avanti. Ho pagato più di una cena ai ragazzi, quando si sbaglia è giusto. I compagni e il mister mi hanno consolato, sono andato comunque in trasferta con la squadra spesso, anche se ero fuori”.

L’ex Bari si è soffermato anche sul momento difficile della Salernitana che ha assoluto bisogno di lasciare la zona playout: “Dobbiamo stare tutti uniti e tranquilli, i tifosi con noi; la qualità c’è, non si è vista però dai risultati. Speriamo che arrivino, abbiamo le occasioni per cambiare marcia, ci serve anche un po’ di fortuna e chiediamo pazienza ai tifosi per raggiungere i nostri obiettivi. Speriamo per me arrivi anche il primo gol in campionato, ma prima viene la squadra”.

Kallon si è soffermato anche sul cambio di guida tecnica: “Martusciello aveva un buon legame con tutti, anche con chi non giocava. È stato bravissimo a gestirci, mettendo insieme le nostre qualità. I risultati non sono stati purtroppo dalla sua parte. Il mister aveva creato un bel gruppo e giocavamo bene, con una filosofia. Lo spogliatoio è solido, anche ora che è cambiato l’allenatore. A Palermo non avevo capito i motivi del cambio, ma il mister mi ha spiegato la scelta e ho capito. Mister Colantuono ci sta facendo allenare forte, c’è intensità. Andiamo a letto presto perché dobbiamo riposare”.

Il numero 11 ha parlato anche delle sue abitudini, della sua carriera, iniziata ad appena 17 anni al Savona, del rapporto con i compagni, con la fede e con i suoi familiari: “Vado spesso in centro città, mi piace parlare anche con i tifosi in strada. Spesso andavo anche sulla spiaggia di fronte casa. I tifosi vivono in maniera passionale la Salernitana ed è bello. A Genova anche c’era tanta passione, Bari e Salerno sono molto simili, si vive per il calcio e in base ai risultati. È bello vincere anche per far stare serena la gente.

Il mio percorso è stato lungo, ma è stato molto veloce. In Italia sono stato in quattro comunità, in provincia di Alessandria andavo a scuola. Dopo un torneo di calcio a cinque una persona mi ha notato. Ho fatto un provino all’Entella, poi al Genoa che mi ha preso subito, ma sono stato un anno senza tesseramento per problemi ai documenti. Sono andato quindi al Savona, poi sono tornato al Genoa per giocare in Primavera e per esordire in prima squadra. Il mio sogno è ovviamente arrivare ad alti livelli, ma serve lavorare giorno dopo giorno. Cambiaso e Rovella sono stati miei compagni e sono arrivati in Nazionale, sono felice per loro. Qui alla Salernitana ho un buon rapporto con tutti. Frequento di più Hrustic e Braaf, che conoscevo già al Verona, ma anche con Tello, Valencia, Fiorillo e Soriano. Fuori dal campo sono un ragazzo semplice, mi piace stare a casa, ma anche uscire a piedi per visitare la città. La fede è la mia forza, sono in Italia da nove anni e vado avanti grazie ai miei genitori e alla fede. Prego spesso per non andare su cattive strade. Prima delle partite parlo sempre con i miei genitori perché mi trasmettono tranquillità, presto andrò a trovarli”.

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