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Imborgia: “Lotito, meno arroganza e più capacità! Se il cavallo di battaglia dei fallimenti…”

Nel corso della seconda puntata di ‘Speciale Ritiro’ su Radio Alfa Lab è intervenuto telefonicamente Antonio Imborgia, ex dirigente della Salernitana sia con Aliberti che con Antonio Lombardi. L’ex direttore generale granata si è soffermato, in primis, sulla scorsa stagione che ha visto il club dell’ippocampo mancare l’accesso ai playoff: “È difficile dare un giudizio corretto della scorso campionato, con il Covid chi ha programmato meno paradossalmente ha avuto dei vantaggi alla ripresa. Qualcosa è stata sbagliata nelle settimane precedenti alla ripresa del campionato – ha detto Imborgia –in qualche maniera ha pesato la lunga sosta ed il non avere esperienza sul tipo di lavoro da svolgere. Tutti hanno operato come nel “cercare in un sacco vuoto” e la Salernitana è stata sfortunata rispetto ad altre squadre. L’assenza dei tifosi ha pesato molto per i granata”.

I tifosi ora sono lontani anche con la mente, oltre che col corpo. La sfiducia è totale. “Quando parlo della Salernitana, parlo di identità. Le mie compagini avevano un modo di essere e rappresentavano la tifoseria ma purtroppo sono poi fallite. – le parole di Imborgia al riguardo – Questo è il cavallo di battaglia dell’attuale società. La squadra e la tifoseria dovrebbero identificarsi l’una con l’altra. Da parte della proprietà ci dovrebbe essere meno sfida, meno arroganza e più voglia di sentirsi partecipi delle necessità della piazza. Proprio ciò che è venuto a mancare in questi anni. Altra mancanza dei vertici societari è non aver creato continuità, eleggendo alcuni giocatori per costituire uno zoccolo duro. Questa cosa avviene alla Lazio con Tare, quindi non è che non sanno farla”.
Sul tema della multiproprietà, Imborgia la vede così: “Non credo sia un problema. Penso che ogni anno Lotito voglia vincere il campionato ma farlo in B non è assolutamente semplice perché ci vuole capacità. Fabiani? A Messina ha vinto, ma ultimamente in B non ci è riuscito. Io non amo Lotito e lui non ama me. Però non si può dare sempre la responsabilità al presidente, perché ha dato al direttore generale un budget importante, come ha dimostrato l’anno scorso l’ingaggio di Ventura che è un maestro di calcio. Lotito ha la colpa di non chiedere un lavoro migliore a Fabiani, il quale le qualità le ha sicuramente ma è stato sfortunato. Certo, se vedo a quello che hanno fatto altri dirigenti, spendendo molto meno, posso dire sicuramente che Angelozzi e Marchetti sono più bravi di Fabiani a costruire le squadre”.

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