C’è chi ha preso un traghetto alle 19 del giorno prima per arrivare di mattina a Cagliari, dormire in aeroporto dopo la partita e tornare in aereo – a Roma, poi van fino a casa – il mattino successivo, chi ha dovuto fare un importante compito in classe di italiano a scuola nelle prime due ore di sabato per poi uscire e di corsa andare a prendere un aereo col papà, ritirandosi a notte fonda. Altri ancora sono riusciti a a fare un “mordi e fuggi” differente ma svegliandosi alle 2 del mattino. Più che mordere, a Cagliari il tifoso è stato morso. Da rimpianti, rabbia, scoramento. La Salernitana si è spianata praticamente da sola, per l’ennesima volta, la strada verso la cadetteria e adesso monta la rabbia della tifoseria. Le spalle voltate, l’invito della Sud a voce alta a Iervolino (“Mettici la faccia“). Una torcida delusa. Ce n’erano 178 ufficialmente, forse anche qualcuno in più, all’Unipol Domus. Non che chi è rimasto a casa abbia sofferto meno o sia meno tifoso, ci mancherebbe.
Il CCSC chiede chiarezza
In mattinata è arrivato il comunicato del Centro di Coordinamento Salernitana Clubs nel chiaro sfogo del direttivo presieduto da Riccardo Santoro: “Sgomberiamo subito il campo da dubbi e false interpretazioni. Mancano ad oggi 10 partite a questo campionato così tribolato e pieno di amarezze per i tifosi salernitani. A prescindere dal fatto che la matematica non ci condanna, noi come sempre saremo accanto alla maglia granata, perché la Salernitana rappresenta non solo una passione viscerale che trasmettiamo “di padre in figlio”, ma è il simbolo della nostra identità sociale. Quando a fine gennaio commentammo le operazioni di mercato, lo facemmo unicamente perchè mossi dall’amore per la maglia granata. A questo punto del torneo – però – appare improcrastinabile un confronto con la società del presidente Iervolino. Come tifoseria organizzata chiediamo con urgenza una comunicazione ufficiale da parte della proprietà nella quale ci sia finalmente la dovuta chiarezza e certezza rispetto al progetto sportivo per questa città. Vogliamo sapere ora quale sarà lo scenario a giugno, anche in caso di retrocessione in B, quali saranno gli investimenti e quali le prospettive per affrontare il futuro. A ciò si aggiunga la necessità per noi tifosi di sapere se queste voci su presunte trattative per la cessione della Salernitana siano vere o solo delle fake news. In conclusione, vogliamo lanciare un appello a tutti noi tifosi. Mai come in questa fase, dobbiamo riuscire ad essere ancora più presenti e passionali sulle gradinate dello stadio Arechi, per dimostrare a tutta Italia che Salerno non retrocede mai: i tifosi granata sono una ricchezza in termini sociali e di sana passione sportiva. Noi siamo salernitani”.
La delusione di Mai Sola
Sulla stessa lunghezza d’onda l’opinione del club Mai Sola con il suo presidente Antonio Carmando: “La collera è talmente tanta che consideriamo sprecata qualsiasi parola. Iervolino cominci col chiedere scusa ai tifosi tutti, sia a quelli che seguono la squadra in trasferta sia a quelli che soffrono da casa e ci dica subito il piano per la serie B, tanto alla salvezza ci crede solo chi confida nella matematica, anche perché come dovremmo riuscire a salvarci se si fanno solo figure da quattro soldi? Quanto a Sabatini, stavolta il “colpo di teatro” non è riuscito, ci dispiace enormemente, merita sicuramente il nostro plauso come uomo e per il suo passato, ma questo è chiaramente un fallimento. Liverani come allenatore è inesistente. Farebbe miglior figura a dare le dimissioni, così almeno recupera un po’ in dignità. I calciatori? Solo vergogna”.
Insulti social a lady Pirola
C’è da dire che la vergogna dovrebbe provarla anche chi sfoga le proprie frustrazioni minacciando e insultando sui social network gli stessi calciatori o – cosa ancor più grave – i propri familiari. La denuncia è arrivata su Instagram da Martina Ferrari, la futura moglie di Lorenzo Pirola: “Stamattina mi sono svegliata e ho visto certi messaggi che alcuni “tifosi” e persone, se così si possono definire, hanno avuto anche solo il coraggio di mandarmi. Gente che potrebbe essere mio padre o mia madre. Persone che hanno il coraggio di toccare la mia vita, il mio fidanzato nella sua quotidianità e nel mio privato. Sono stanca di tutto questo. È un anno che ogni giorno ricevo commenti o messaggi pesanti da sopportare. Mi dispiace che una città così bella, dove ho incontrato persone speciali, visto posti magici e che mi porterò sicuramente nel cuore, venga anche accompagnata da gente così cattiva e maleducata. Io posso capire tutto, rabbia, delusione e amarezza. Ma c’è un limite a tutto nella vita. Bisogna sempre rispettare chiunque, che sia un personaggio pubblico o meno, perché rimane pur sempre una persona con una famiglia e merita rispetto”.
Naturalmente il pensiero è condivisibile. Non è giusto che i soliti sciocchi – seppur in minoranza – utilizzino i social per amplificare i loro tentativi di fare “giustizia sportiva” dopo una retrocessione prendendosela addirittura con i familiari dei calciatori. Un comportamento assolutamente da stigmatizzare. Solidarietà a Martina Ferrari che, del resto, lo avrà capito: consideri Salerno quella che ha toccato con mano e non associ a questa città questi pochi mitomani dai polpastrelli consumati. La gente perbene è tanta. La gente perbene non li vuole. Il cuore di Salerno – pur ferito – è un’altra cosa.
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