Connect with us

News

Il rimedio secondo Pagni: “Salerno, resti da Serie A! Puntare su strutture e dar tempo ai dirigenti. Con De Sanctis…”

Ospite della trasmissione “Zona Mista” in onda ieri sera su Tv Oggi Salerno, l’ex direttore generale del fu Salerno Calcio, Danilo Pagni è intervenuto parlando della situazione attuale della Salernitana e di quali possono essere le strategie per ritornare nella massima serie nel minor tempo possibile. Il dirigente, con esperienze anche al Chievo e alla Ternana, è attualmente libero da vincoli.

È stata una stagione negativa, è oggettivo. La classifica dice che la Salernitana ha dimostrato di non essere all’altezza della Serie A. Mai avrei pensato ad inizio stagione che questa squadra sarebbe potuta essere la cenerentola del campionato. Non vorrei che questa annata creasse disaffezione, anche se nel calcio ci vuole poco per riaccendere l’entusiasmo. Dopo un campionato del genere la Salernitana è condannata a vincere in Serie B, non si può puntare solo alla medio-alta classifica. Non mi sembra che in prospettiva i granata avranno problemi, nonostante le grandi squadre che attualmente compongono la Serie B”, ha affermato il dirigente calabrese.

Pagni ha poi spiegato che l’unico modo per poter tornare in massima serie è quello di creare un progetto di medio-lungo termine che preveda un miglioramento delle strutture sportive ed un consolidamento dirigenziale: “Il problema principale non è la retrocessione, ma il modo in cui è avvenuta. Creare una continuità dirigenziale è difficile, bisogna dare tempo a chi lavora e bisogna avere un centro sportivo. Questi fattori possono permetterti di risalire dopo essere retrocesso. Il centro sportivo crea appartenenza, cultura del lavoro ed i dirigenti, insieme ai dipendenti, devono restare sempre gli stessi. Bisogna investire nelle strutture. La Salernitana ha una piazza da Serie A, che ad esempio non c’è al Sassuolo. Tuttavia, a differenza del club emiliano, manca una strutturazione che possa garantirti un paracadute organizzativo che permetta di ripartire dopo una retrocessione. Dopo la prima salvezza e l’arrivo di De Sanctis si era iniziato ad abbozzare un’idea interessante. Aveva portato con sé i suoi collaboratori dalla Roma dando una parvenza di progetto che con il suo addio è scomparsa”.

Sul puro aspetto tecnico: “Credo sia secondario dire oggi chi può restare e chi no della rosa. In Serie B bisognerà pensare da manager, mandando via in primis i problemi (riferimento a calciatori con ingaggio pesante o con scarsa voglia di restare, ndr). Bisogna usare la testa, creando un modello al di là del risultato. L’obiettivo è strutturarsi ed iniziare a costruire qualcosa. Si può attingere dal mercato italiano, anche se è contrario al valorizzare i giocatori degli altri, oppure cercare all’estero come aveva iniziato a fare De Sanctis. Ovviamente ci sono dei contratti non sostenibili in cadetteria. Bisogna limitare il danno economico il più possibile e cercare contemporaneamente di costruire le basi per il futuro”.

Dì la tua!

Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.

La tua opinione conta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.





Advertisement

Seguici su Facebook

Advertisement

Altre news in News