Connect with us

Editoriale

Il paradosso della C che rivitalizza. E se il “corto muso” è lo stesso di Castori e Menichini…

La Serie C che fortunatamente per 10 anni avevamo “dimenticato”, che sfortunatamente abbiamo ritrovato dopo aver toccato un sogno durato tre stagioni dilapidando un patrimonio importante. La Serie C, quella che vede i granata in testa alla classifica, che ci fa bene. Sembra un paradosso, ma è così: sta facendo bene a tutto l’ambiente perché l’aria che si respira, nonostante la categoria ancora inferiore, qualche piazza avversaria poco blasonata che non ha alcuna colpa di ciò e le luci della ribalta poco luminose, è un’aria positiva.

Sia chiaro, nessuno voleva tornare in terza serie, categoria che Salerno non merita, ma già che ci è tornata ora deve prendersi tutto il buono, come i cocci che si stanno lentamente e piacevolmente incollando dopo le fragorose cadute degli ultimi due anni. Si può cambiare il futuro ed è quello che Inglese e compagni stanno provando a fare, sospinti dall’entusiasmo della gente e da una proprietà presente in modo discreto, che prova a non ripetere gli errori ben noti commessi, che delega all’uomo di calcio Faggiano quel che spetta a lui e che ha trovato nell’ad Pagano una figura di riferimento concreta, schietta, sempre al seguito della squadra.

Chi trova qualcosa da ridire in maniera polemicamente forte su questa Salernitana, evidentemente è assuefatto al clima che si era creato negli ultimi due anni. La squadra di Giuseppe Raffaele sta dimostrando qualità nelle trame di gioco, attributi e unione. Altro che scommessa, l’allenatore di Barcellona Pozzo di Gotto: 200 e passa panchine in C, quasi sempre piazzato ai playoff, allenatore di categoria che serviva come il pane per farsi il bagno di umiltà necessario a tutto l’ambiente, dalla prima all’ultima componente, compresa quella di chi scrive.

“E però si vince solo di un gol di scarto”. I punti in classifica sono sempre 3, sia se vinci 1-0, sia se vinci 4-0. Farà pur piacere ai tifosi vedere tanti gol, scarti importanti, vittorie facili, ma la gioia delle vittorie è sempre la stessa e se produce un primo posto in classifica come quello dei granata, ben venga il “corto muso” che ricorda tanto quello degli ultimi due campionati vinti dalla Salernitana: Castori ne era maestro, 12 vittorie con un gol di scarto su 19 nel 2020/2021 con la promozione in Serie A, ma anche Leonardo Menichini nel 2014/15 riuscì a ottenere un risultato straordinario, stravincendo la Serie C e sbaragliando la concorrenza del Benevento con ben 18 vittorie su 24 ottenute con il minimo scarto. Sono dati che non possono mentire, perché il calcio è cambiato e non è sempre più quello della spumeggiante Salernitana di Delio Rossi che ha fatto stropicciare gli occhi a tanti.

In un campionato come al solito combattuto, in cui non mancano le polemiche per le decisioni arbitrali (incredibile la mancata concessione del rigore ieri al Veneziani per la spinta su Achik che sembrava nettissima anche al replay dall’alto, mentre su altri campi più di qualche decisione generosa ha fatto discutere) e le stranezze varie (l’ultima riguarda Atalanta U23 che ha giocato regolarmente in questo turno e non ha chiesto il rinvio, come fatto in occasione della gara dell’Arechi, nonostante avesse 4 giocatori convocati in Nazionale: il minimo per chiedere di non giocare è 3) conta solamente vincere, soprattutto quest’anno. Va bene anche con un gol di scarto…

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *





Advertisement

Seguici su Facebook

Advertisement

More in Editoriale