BELEC 6. Poco impegnato, ma quando è chiamato in causa risponde sempre presente.
MANTOVANI 6. Trasloca sul centro-destra, è il suo piede naturale e può farlo. Nel passaggio alla difesa a quattro, per caratteristiche, ci perde: va fuori all’intervallo. (dall’1′ st JAROSZYNSKI 6,5. Entra da terzino sinistro ed è il solito combattente. Carrarmato. Era diffidato ed è stato ammonito, salterà la trasferta di Chiavari).
GYOMBER 6. Insolitamente distratto e frettoloso. Al pronti-via si fa saltare netto da Zampano in chiusura. Tempestivo ma poco pulito in alcune chiusure. Alla lunga vien fuori con esperienza e un pizzico di fortuna sui rimpalli. Al 18′ della ripresa rinvia una pallaccia centrale che per poco non favorisce il Frosinone. Torna il “solito” per la serrata finale.
VESELI 6,5. Dà sicurezza, rude al punto giusto, spazza senza fronzoli quando deve. Parte da braccetto sinistro della difesa a tre, poi fa il terzino sinistro, infine il centrale destro di una retroguardia a quattro. L’unica leggerezza su Brignola in avvio di ripresa; provvidenziale subito dopo su Novakovich.
KUPISZ 6,5. Costretto a stare basso, troppo, dalle sovrapposizioni di Zampano che lo mette in continua difficoltà. Dal 28′ passa a fare l’ala di un 4-4-2 e le cose migliorano leggermente. Lo si vede nel secondo tempo, con l’assist vincente per Cicerelli. Il motorino viaggia e finisce in crescendo.
COULIBALY sv. Abbandona la contesa quasi subito, causa infortunio. (dal 18′ pt CAPEZZI 7. Entra col piglio giusto, ma a freddo. Ci mette un po’ per carburare, quando lo fa torna sui livelli a cui ha abituato ultimamente: scuce palloni dalle maglie avversarie, orchestra ripartenze, vien fuori con numeri di classe da situazioni intricate. Gioca con estrema e ritrovata sicurezza).
DI TACCHIO 6,5. Roccia sì, ma poca rapidità nel ripartire nella prima mezzora. Poi, migliora. Tiene la posizione, ancor meglio col passaggio al centrocampo a quattro. Resta l’unico riferimento sulle palle alte per oltre un’ora. Giallo pesante: entra pure lui in diffida.
KIYINE 5,5. A distanza di oltre un mese dall’ultima volta, Castori gli dà una nuova chance da titolare. Partenza discreta, appare voglioso, poi il trainer gli fa fare l’ala sinistra. Sulla corsia cerca di saltare l’uomo, ma Brighenti gli prende le misure due volte su tre. Inizia il secondo tempo da mezza punta a supporto di Tutino: riesce poco a cambiare passo, alterna cose buone ad altre meno. Avrebbe bisogno di un episodio a favore per sbloccarsi. (dal 27′ st DJURIC 6,5. Fa subito il suo preziosissimo gioco: sponde, spizzate, sportellate. Il paradosso di un attaccante fondamentale nella… difesa del vantaggio. Utilissimo anche sulle palle inattive a sfavore).
CASASOLA 6. Parte svagato, poi è provvidenziale su Novakovich in zona tiro. Gioca a piede invertito e in proiezione offensiva risulta prevedibile in avvio, perché è spesso costretto a rientrare sul destro. Ben prima della mezzora Castori cambia e lo riporta a destra come terzino di una retroguardia a quattro. Cresce nel secondo tempo, tenendo la posizione e contenendo Brignola. Finisce da centrale destro di una difesa a cinque. Nel finale perde un sanguinoso pallone in uscita con Rohden che, per fortuna dei granata, non crea danni.
ANDERSON 5,5. Si fa notare subito per un pericolosissimo intervento da arti marziali che gli frutta un giallo sacrosanto. Al 27′ Tutino gli serve un rigore in movimento defilato, lui angola troppo. (dall’1′ st CICERELLI 7,5. Gli bastano dieci minuti per fare un gol bello e importante. Spacca la partita, ha un altro passo. Incontenibile, sfiora il raddoppio sempre con un velenoso destro a giro alla mezzora).
TUTINO 6,5. Si danna nel pressing, è carico. A metà primo tempo fa tutto bene quando vede e serve l’accorrente Anderson che sciupa. Gioca per la squadra: “guadagna” la punizione in area con la pressione forsennata su Bardi. Il portiere ospite gli nega il vantaggio su colpo di testa con ottima scelta di tempo. Anche senza gol è una prova di grande sacrificio che porta utilità. (dal 37′ st SCHIAVONE sv. Si cala nella parte della lotta incondizionata finale).
ALL: CASTORI 6,5. Sorprende tutti con un undici iniziale dall’alto tasso di “squilibrio” con Kiyine, Anderson e Tutino in campo contemporaneamente. Un attacco leggero, anzi… leggerissimo, per fare citazioni canore. Dunque, anche una Salernitana diversa, che parte di più dal basso, non avendo il “pesante” Djuric a cui affidarsi sulle palle lunghe. Un cavalluccio snaturato ancor più dall’uscita forzata di Coulibaly. Il Frosinone fa il bello e il cattivo tempo soprattutto sulla sua fascia sinistra, i quinti sono troppo bassi e il tridente di Grosso mette in affanno la Salernitana in fase di non possesso: Castori capisce che va cambiato qualcosa e passa al 4-4-1-1 già prima dello scoccare della mezzora, riportando Casasola a destra come terzino e scalando Veseli sull’out mancino; Kupisz e Kiyine le ali. I suoi se la giocano, l’atteggiamento c’è, ma rischiano anche qualcosina. Altri cambi all’intervallo, ma il modulo resta quello: il marocchino passa a sostegno di Tutino. Serve una magia di Cicerelli – troppo spesso dimenticato nelle precedenti giornate – per sbloccare il risultato. Il 10 granata segna proprio quando stava per entrare Djuric, tanto che Castori decide di rimandare l’inserimento del bosniaco di qualche minuto. Finisce tornando all’antica, castorizzando: 5-3-2 per gli ultimi 8′ più recupero.
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