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Calciomercato

Il mercato secondo il ds: “Rosa da depurare dopo la retrocessione. Mister affamato e ambizioso”

Nonostante le oggettive difficoltà, Gianluca Petrachi sta impostando il mercato granata. Il ds aveva iniziato a battere piste importanti come Coda, Tutino, Thiam, Aramu e Vandeputte, fiducioso nella finalizzazione della cessione societaria che però non è arrivata. “Ci sono difficoltà importanti, la squadra dovrà essere costruita, non c’è grande voglia nei calciatori di rimanere qui, molti vogliono andare in A – premessa di Petrachi – Chi vuole andare via deve farsi da parte ho detto ai calciatori ad uno ad uno. Chi viene deve avere la voglia di fare bene, cercare di onorare la maglia e di portarla sudata per tutta la partita”.

L’ex dirigente del Torino sostiene, senza mezzi termini, che sia necessario depurare la rosa da tutti i calciatori protagonisti della retrocessione: “C’è da ricostruire un gruppo, bisogna verificare guardando negli occhi i calciatori per capire chi vuole rimanere e chi no. C’è un progetto di sostenibilità, noi dovremo cercare di fare un mercato furbo. I nomi di Coda, Vandeputte e altri sono stati attenzionati effettivamente, ma bisogna prima fare operazioni in uscita e poi si può acquistare. Chiedo solo pazienza, in una settimana non potrò portare dieci calciatori nuovi. Devo trovare il giusto equilibrio, qualche calciatore giovane e qualcuno di esperienza. Bisogna pescare qualche calciatore di Serie C, che abbia fame perché la sostenibilità deriva da questo. Non si possono aspettare i fuochi, ad oggi non è possibile. Devo fare un’operazione di bonifica, non riconfermerei nessuno.

Non sono qui a fare l’avvocato, non devo difendere il presidente che non ha una competenza. Quando dice che la squadra è forte lo dice perché ci sono giocatori forti, se pensiamo a Dia, Bonazzoli, Maggiore, Pirola, tutti giocatori che meritano la Serie A. Un presidente può pensare che vincono facile con la sigaretta in bocca in B. Ho detto al presidente che non è totalmente così, un giocatore che non resta volentieri è un danno per la società e il gruppo, il presidente dice che sta al ds e al mister dare le giuste motivazioni. A volte ci sono giocatori che non vogliono sentire. Magari rimanessero Bonazzoli e Dia se hanno voglia ma dobbiamo anche capire con chi dobbiamo fare squadra. Ho chiamato almeno 10-12 giocatori, nel calcio la mia credibilità c’è, la piazza di Salerno è ancora ambita e la mia speranza è che il presidente possa innamorarsi di nuovo di questa piazza e rimanga accanto a noi perché le risorse che può dare sono tantissime. Spero di fargli ritornare entusiasmo e voglia e che mi aiuti a fare una squadra che sia ancora più forte di quella che è nelle prospettive.

Fazio? L’ho chiamato e gli ho detto che della vecchia squadra vorrei eliminare il più possibile, purtroppo anche lui è reduce da una retrocessione, la gente che retrocede sta male, al primo passaggio sbagliato il pubblico lo fischia e succede una tragedia. Preferisco cambiare il più possibile, non c’entra la qualità. Chi rimane deve essere consapevole di dover sopportare critiche. Candreva? Anche lui è giusto che faccia la propria strada, anche per lui retrocedere penso sia stato un trauma, lo accompagneremo in questa uscita, nonostante sia un gran calciatore si porta dietro anche un gran portafoglio e questo devo considerarlo. È stato uno degli ultimi a mollare, voglio dare una ventata di freschezza però per scelta strategica mia. Come calciatore sono retrocesso, so cosa significa. La penale? I soldi mi servono per gli incentivi all’esodo, un piccolo portafoglio per quello. Naturalmente devono essere casi sporadici. Legowski è un buon giocatore, si è fatto trascinare poverino e ha preso schiaffi da tutte le parti, per noi è un elemento che nel suo calcio ci può stare ma magari arriva con la faccia triste e se non vuole rimanere bisogna ragionare. Con alcuni giocatori per questioni di lingua non si riesce a comunicare. Aspetto di parlare a voce con tutti”.

Petrachi ha poi spiegato la scelta dell’allenatore, dopo l’addio di Sottil: “Ho chiamato Gaetano Fontana e poi mister Martusciello. Fontana e Martusciello lavorano bene con i giovani, Fontana si era reso disponibile ma aveva dato la parola al Latina per il rinnovo del contratto. Successivamente ho risentito Martusciello che avevo già precedentemente sondato: mi ha detto di essere pronto a calarsi nell’avventura e di sentirsi di sposare la causa. Lui ha fame e ambizione, vive di calcio e vuole fare da solo dopo aver appreso tante nozioni con Sarri. Avremo una squadra cortissima, mi piace la sua linea a quattro. Togliamo questo 3-5-2. Con la difesa cambiata, un 4-2-3-1 che sarà il modulo, ripartiremo di gran carriera. Chiedo pazienza, aspettateci perché stiamo iniziando a lavorare a manetta. Il timing c’è entro cui dare ossature, stavo lavorando sul 3-5-2, abbiamo deciso di fare un cambio di rotta, alcuni giocatori possono essere utilizzati in quel modulo, altri escono di scena, magari ci sarà qualcuno della rosa che sarà ben lieto di lavorare in un nuovo gruppo, mi auguro di lavorare con facce incazzose con voglia di rivalsa, devi avere il fuoco dentro. Alcuni sono stati chiari, se non c’è possibilità di andare via, chi rimane deve rimanere col coltello tra i denti. Convoco tutti, non metto nessuno fuori rosa, sono contrario, anche chi ha avuto incomprensioni può avere possibilità di riqualificarsi e di rifarsi, dobbiamo ripartire da zero ed essere seri”.

Chiosa sul rapporto con la Lazio e con l’ex ds granata, Angelo Fabiani: “Con Fabiani non ci siamo mai incrociati, non c’è stato mai rapporto, l’ho sentito per parlare del mister e gli ho chiesto di fare qualcosa che mi aiutasse a tesserare Martusciello che aveva un contratto con la Lazio. Io sono una persona libera sul mercato, non ho situazioni. Se mi piace un calciatore che mi piace, vado e lo prendo, stesso discorso per gli agenti”.

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