Danilo Iervolino prova a ricomporre i pezzi del puzzle. Il pesante ko col Sassuolo ha lasciato delle ferite ma non c’è tempo per leccarsele, bisogna solo ripartire. “Sono molto dispiaciuto per il risultato, l’unica cosa bella vista a Reggio Emilia sono stati i tifosi. Le responsabilità sono diffuse tra squadra, mister, dirigenza e presidente, non bisogna cercare un colpevole – chiarisce il presidente ospite a “Goal su Goal” su Lira TV – Abbiamo giocato molto male, abbiamo perso tutti gli uno contro uno, abbiamo subito in tutti i reparti, non abbiamo creato occasioni. Abbiamo espresso il peggior calcio da quando sono presidente e questo mi dispiace molto. Dobbiamo registrare il tutto, essere coesi e fare meglio fin da subito. Ieri abbiamo subito tanto, c’è malumore e dopo questo fallimento dobbiamo ritrovarci ed esprimere lo stesso gioco visto contro Samp e Juve. Bisogna ripartire da quello. Non ci sottraiamo alle responsabilità, dobbiamo fare sempre chiarezza ed essere trasparenti nei momenti difficili. Salerno ha dei tifosi speciali che meritano un link diretto con la società e grande trasparenza sulla situazione”.
Il numero uno granata conferma le sue ambizioni di vedere una Salernitana nella parte sinistra della classifica: “Siamo una delle società che ha investito di più, era quindi giusto dire che, in base agli acquisti, la squadra era stata tarata non per salvarsi all’ultima giornata. L’averlo detto non penso possa aver creato una forma ansiogena nei giocatori. Oggi non piangiamo per una partita persa. Abbiamo tanto equilibrio ma le cose vanno valutate per ciò che sono. Perdere 5-0, ricevere dieci palle gol rispetto a due costruite, non aver mai vinto uno contro uno, non essere mai stati pericolosi deve far riflettere con la giusta cautela e con giudizio, affinché sia una cosa passeggera e non una patologia da portare avanti durante campionato. Una società che investe 40 milioni, quando le dirette concorrenti ne investono 4 o 5, è logico abbia ambizioni importanti. Il calcio certamente non è matematica e il campo può sconfessare il mercato. E’ chiaro che abbiamo speso tanto, sperando di finire nel lato sinistro della classifica non di certo per andare in B. Se non finiremo nella parte sinistra vuol dire che avremo sbagliato qualcosa. Abbiamo creato una squadra con un investimento e un identikit. Abbiamo preso attaccanti internazionali come Dia e Piatek, abbiamo un grande centrocampo. Ci sono giovani come Botheim e Valencia che devono far ancora vedere le loro qualità. Puntiamo tanto anche sul settore giovanile, abbiamo riorganizzato dirigenza e area scouting. Le adesioni dei ragazzi sono aumentate, vogliamo offrire loro un’opportunità. Il ko col Sassuolo qualche dubbio me lo fa venire, soprattutto perché fino al primo tempo con la Juve la Salernitana sembrava da Europa. La rosa è stata costruita con investimenti proporzionati per sperare di stare a sinistra. Il rendimento attuale certamente non rispecchia questo. Ci sono però tantissime partite per cambiare marcia. Abbiamo lavorato incessantemente per portare i giocatori giusti, abbiamo fatto sacrifici economici e provato anche a lavorare in fretta. Non può essere un alibi ipotizzare che se i calciatori fossero arrivati quindici giorni prima oggi avremo un’altra classifica”.
Il presidente conferma come il futuro di Nicola sia inevitabilmente legato alla partita di domenica col Verona: “Davide Nicola è l’allenatore della Salernitana. Ci siamo sentiti oggi con direttore e allenatore, le responsabilità sono diffuse. Abbiamo capito che dagli errori si devono registrare delle cose. Guardiamo alla prossima. Abbiamo rinnovato la fiducia al tecnico che è colui che ci ha portato alla salvezza. Alla fine del primo tempo contro la Juve la Salernitana era tra le prime dieci e veniva pontificato il mister, il gioco e i giocatori; 225 minuti calcistici dopo, dal secondo tempo di Torino, fino alla partita col Lecce e a quella col Sassuolo si è cancellato tutto quello che di buono si raccontava. Bisogna quindi avere equilibrio e capacità di discernimento. La sconfitta di Reggio Emilia è un campanello d’allarme serio a cui va rimediato con azioni e concentrazione particolare. Alla fine della partita col Parma anche il mister aveva suonato il campanello d’allarme del mercato ma nessuno ha creato polemcia, questo è il gioco dei ruoli. Non vogliamo ipocrisia, se qualcuno dice le cose come stanno viene preso per un j’accuse, ma poi ci si chiarisce. Non sempre i giudizi convergono e devono essere retorici e mielosi. Mister e direttore si sono chiariti, sono due uomini in gamba, di successo e valore. A Reggio abbiamo certamente subito troppi contropiedi, la squadra era lunga e aveva poca energia e intensità e questo ci ha portato ad una debacle. Questo va rivisto, difesa e centrocampo vanno registrati, tutti devono essere più compatti, serve più corsa, più gioco corale e serve vincere più contrasti. Le scelte tecniche sono del mister ed è giusto così perché lui vede i calciatori in settimana durante gli allenamenti. Abbiamo parlato di ciò che non va e di ciò che va valorizzato. Abbiamo ritrovato serenità con un chiarimento di tutti. Ora lavoriamo e facciamo mea culpa. Se avessimo saputo l’episodio che ha cambiato le cose ci saremmo impegnati per non farle ricapitare. Ci sono stati vari fattori: gli infortuni, i moduli e la stanchezza. Col Sassuolo la squadra si è allungata e ha pensato troppo alla tecnica e poco all’agonismo – prosegue il patron – La bocciatura c’è e i calciatori ne sono consapevoli. Non si puà cambiare ciò che è stato, non bisogna sbagliare più. Non vogliamo finire in basso e trascinarci mentalmente.
Col Lecce non è stata una grande partita, sul 2-1 Kastanos poteva fare gol dal dischetto per pareggiarla. Valencia ha staccato da solo, non colpendo però bene la palla. Col pari avremmo raccontato altro. Gli episodi fanno parte del calcio. Col Sassuolo abbiamo perso in ogni settore del campo e per tutti i 90′. La partita non ci lascia assolutamente nulla di buono e va cancellata dalla memoria per sfidare il Verona che è una squadra di livello con ottimi giocatori. Dobbiamo tornare a giocare come all’inizio con geometrie, energie, sfruttando gli spazi, con i calciatori vicini e non lontani. I calciatori sanno bene cosa devono fare, già oggi il mister ha parlato molto. Pensiamo a lavorare. Dobbiamo valutare sulle otto partite e abbiamo tanto qualità. Ci manca Bohinen che certamente è importante ma dobbiamo fare di necessità virtù. A tutti mancano i calciatori, c’è un turnover naturale fatto di squalifiche e infortuni. Noi siamo in grado di giocare con più moduli, il mister ha visione eclettica e non rigida, potrà cambiare poiché ha i calciatori che glielo permettono. La squadra può fare vari moduli, ma il mister deciderà senza condizionamenti. Penso che il rapporto tra il ds e il mister sia chiarito, è un rapporto cordiale che è fisiologico tra due grandi professionisti e uomini che vogliono tanto. Non lo bollerei come un rapporto negativo e che può avere ripercussioni negative alla squadra, c’è assolutamente serenità. Sulle scelte del mister, provo a immaginare che Sambia e Bradaric abbiano davanti due giocatori straordinari come Candreva a Mazzocchi e quindi è difficile togliergli il posto. Non penso che il mister abbia pregiudizi, è equidistante e sereno sulle scelte dei giocatori. Il calcio passa dalla fiducia e dai risultati, dalla circolarità di un’energia che se viene meno si deve cambiare come obbligo. Se dovessimo perdere 10-0 col Verona dovremo avere certamente un chiarimento. Quella per l’allenatore è una fiducia piena, sentita, autentica e genuina”.
Tifosi, centro sportivo, stadio, Lega e Ribery. Iervolino conclude toccando vari argomenti: “I tifosi sono l’arma vincente sempre, sono un plus e non sono mai un minus. Contro il Sassuolo a fine partita hanno avuto gli applausi dai tifosi avversari. Sono stati composti, calorosi, hanno compreso la situazione e sono rimasti vicini ai calciatori fino alla fine, trasferendo energia e fiducia. I tifosi continueranno a sostenerci, abbiamo bisogno di loro. Siamo sempre attenti e li ascoltiamo, il rapporto con loro deve essere di affetto. Mi informo sempre sulle iniziative. Il calendario non è modificabile, cerchiamo di accontentare i tifosi per quanto possibile. Gli allenamenti a porte aperte erano una mia idea, ma mi rendo conto che alcune cose sono sensibili. Abbiamo dovuto impattare con dei ragionamenti. La Salernitana è molto più di una squadra di calcio. Non ho anora valutato il dossier del Comune, il dottor Milan mi ha informato, ma oggi abbiamo dato priorità alla questione tecnica. Da domani valuteremo anche la situazione del centro sportivo. Comune e Regione hanno valutato positivamente i miglioramenti sull’Arechi e questo ci riempie gioia. Il mio sogno è vincere lo scudetto. Ma ogni volta un sogno diventa un obbligo, il sogno è quasi irrealizabile e non deve diventare una promessa. Torno serio, il sogno è ritrovare il giusto equilibrio per riportare il valore dei giocatori ai livelli pre Lecce che ritengo possano essere tali per goderci una bella Salernitana su ogni campo. Il mio bilancio nel calcio è molto positivo. Il calcio è un’impresa complicata ci sono investimenti e quadrature, c’è l’accoglienza dei tifosi, i trasferimenti, la gestione ordinaria dei calciatori. Farlo a Salerno è affascinante perché qui il calcio si vive in maniera bella ed intensa. Sarà un anno particolare e impegnativo. Entro la fine decideremo, come Lega, se avere e quando avere una media company per valorizzare i diritti, coinvolgere giovani e le donne. Dobbiamo capire se farla da soli o con un partner finanziario. In questi giorni ci stiamo confrontando con Ribery. Franck è un campione dentro e fuori dal campo, è una fortuna averlo, dobbiamo essere solo in attesa. Ha sempre le porte aperte per fare qualsiasi cosa”.
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