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Iervolino, mea culpa e poi l’affondo: “Gravina e gli alibi, caduta di stile. Si scusi”

Danilo Iervolino non ci sta e arriva la contro replica a Gabriele Gravina. Il patron della Salernitana è deciso a battersi fino in fondo per difendere gli interessi del club e della tifoseria, dimostrando che quello che è successo il 18 maggio ha lasciato profondi segni e influenzato tutto il cammino sportivo dei granata, fino alla sconfitta nei playout, che non si sono giocati in condizioni e tempi normali.

Il presidente federale aveva parlato al Mattino di alibi e di “comportamento irresponsabile di qualcuno che cerca di buttare benzina sul fuoco”, riferendosi al rispetto delle regole che a suo dire la Figc avrebbe sempre osservato. Sempre allo stesso quotidiano, Iervolino risponde e non le manda a dire, pur mettendo davanti a tutto le sue responsabilità verso la piazza di Salerno con un mea culpa: “Premetto che mi dispiace per la città, volevo fare di più e non ci sono riuscito. Mi devo cospargere il capo di cenere e chiedere scusa. Ma voglio ripartire subito. Intanto abbiamo adito la giustizia sportiva ed è nostro diritto andare al Tar dove proveremo a difenderci perché riteniamo di avere subito una enorme ingiustizia. Ed è grave che nessuno dei dirigenti che governano il calcio abbia chiesto scusa. È una mancanza di rispetto nei confronti di Salerno e della società”.

Iervolino è un fiume in piena: “Giocarsi una categoria a causa di errori arbitrali anche abbastanza banali grida vendetta. Sono sbigottito che il capo dei designatori non abbia detto nulla. Gravina? È stato inelegante e irrispettoso nei miei confronti ed in quelli dei salernitani. Noi abbiamo saputo dello slittamento dei playout dagli organi di stampa. Bedin ci ha chiamato soltanto dopo. Il giorno dopo ho chiamato il presidente della Figc manifestandogli le miei rimostranze. Gravina invece ha ricevuto l’ad Milan solo tre giorni prima della gara con la Samp che nulla c’entrava con la sospensione del playout con il Frosinone. Ha detto che ci si trincera dietro gli alibi: questa è una caduta di stile. Se per Gravina è una stagione regolare giocare un mese dopo i playout; oppure venire a sapere sei mesi dopo di una penalizzazione, per giunta con questi torti arbitrali subiti. Sono parole assolutamente non condivisibili. Inaspettate rispetto al suo ruolo”.

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