“Gruppo top”: il primato costruito soprattutto fuori dal campo ma la strada è ancora lunga

“Gruppo top”. Lo ha scritto anche Ivan Varone in una storia Instagram domenica sera con una foto sua e dei suoi compagni che lo festeggiano per il suo compleanno (33 anni). Lui che è uno che era partito tra i titolari, salvo poi scivolare nelle retrovie dopo l’arrivo di Tascone e l’esplosione di De Boer. Pochi spezzoni ma col sorriso, l’esempio di quel che serve a Salerno e alla sua gente in questa fase che non significa non vedere le (poche) cose che non vanno, ma sicuramente guardare al presente e al futuro con fiducia, senza retropensieri, né complottismi, ma soprattutto senza guardare ancora all’ultimo biennio alla ricerca di polemiche sterili che non servono a nulla, perché il corso delle cose non si può più cambiare.

Salerno lo sta capendo, la maggioranza almeno. Tutti a cena dopo una partita e un rientro da una trasferta per suggellare l’amicizia che è nata fin da subito, nonostante anche le marcate differenze di età (si va dai 35 di Donnarumma ai 20, 21, 22 anni dei più giovani come Ubani, Knezovic, Cabianca ed altri). Il gruppo forte anche fuori dal campo è il segreto per arrivare lontano e la Salernitana sembra averlo. Non serviva la festa di compleanno di Varone in un ristorante sul mare della città di Salerno con la sua famiglia e i suoi compagni di squadra per scoprirlo. L’ingrediente magico ha subito fatto capolino già dal ritiro e dalle prime partite. Stare insieme è quotidianità, condivisione, rafforzamento dello spirito di squadra che poi in campo porta i suoi frutti, quello che è mancato negli ultimi due anni. La necessità di portare alla Salernitana uomini forti prima ancora che calciatori in gamba, si è concretizzata quest’estate con Faggiano bravo a scegliere in tutto e per tutto, rispettando anche gli equilibri dello spogliatoio e magari rinunciando a determinate scelte per preservare il giocatore più importante: il gruppo unito. Solamente così si può andare lontano.