Un pareggio che vale molto più del punticino, pur importante, che muove ulteriormente la classifica e avvicina ancora la Salernitana all’obiettivo salvezza. Nell’1-1 conquistato con le unghie e con i denti e – perché no – un pizzico di buona sorte c’è tutta la voglia della squadra granata di non rassegnarsi all’ennesima sconfitta casalinga contro una delle big del campionato. La Salernitana ferma l’Inter all’Arechi e lo fa con merito. Perché è vero che la squadra nerazzurra avrebbe potuto chiudere i giochi in chiusura di primo tempo ed in avvio di ripresa, ma è altrettanto vero che ha poi smesso di giocare, lasciando campo e spazio ad una Salernitana ringalluzzita dalle sostituzioni – stavolta azzeccate – del proprio allenatore Paulo Sousa. Che ha saputo correggere alcune scelte nello starting eleven che, di contro, non avevano affatto convinto.
Raggiante il trainer lusitano nel post-gara ai microfoni di Dazn: “Nel primo tempo abbiamo voluto confermare lo stesso spartito e le stesse idee. La strategia è cambiata durante la partita, abbiamo avuto difficoltà sugli esterni, da lì è venuto un gol e abbiamo pensato su come pressare più alti e stare meglio nella metà campo avversario. Nella ripresa siamo entrati con un’altra struttura. L’interpretazione dei ragazzi è stata ottimale. Quando i ragazzi sono uniti e affiatati tutto può succedere e infatti è arrivato un pareggio meritato. E’ vero che l’Inter ha preso due legni ma anche Dia ha colpito una traversa. L’Inter ha un portiere che gioca bene coi piedi e quindi non è facile fare pressione alta. Giocano bene sugli esterni e sfruttano tutto il campo. Ho deciso di alzare Candreva con Kastanos più Piatek ma non siamo stati capaci di pressare così alti. Dovevamo difendere sia la profondità che chiudere tutti gli spazi. Avevamo concesso troppo e all’intervallo abbiamo deciso di cambiare modulo e avere più uomini a fare densità. Per questo vanno fatti i complimenti ai ragazzi”.
Salernitana che allunga a sei la sua serie positiva e si conferma in crescita: “Abbiamo sempre bisogno di risultato e lavoriamo sempre sul risultato andando a diminuire le complessità del calcio e operando sulle individualità. Stiamo meritando tutti questi risultati che stanno arrivando”.
Parole d’elogio per Ochoa, anche oggi uno dei migliori in campo: “Memo è un portiere che ha sviluppato la capacità di stare sempre nel punto giusto, poi ha un riflesso sul breve fortissimo. Ha esperienza, carisma, merita tutto il bene del mondo. Sia Sepe che Fiorillo stanno lavorando bene e aiutano Memo a fare prestazioni come quella odierna”.
Il tecnico portoghese ha poi proseguito in sala stampa: “Il nostro amico Ribéry ci ha detto che il lavoro paga sempre e se ci credi ci puoi arrivare. Oggi l’abbiamo fatto. L’Inter è una squadra tecnicamente forte che ha un portiere che gioca bene con i piedi, una linea dei tre in costruzione bassa, straordinaria mobilità a centrocampo sia in ampiezza sia al centro. Per questo abbiamo preso la decisione di mantenere la linea a 5 dietro per chiudere bene per via centrale e concedere solo gli esterni. Non siamo riusciti a pressare benissimo in avanti perché eravamo tre contro due più Kastanos a chiudere il corridoio centrale. Le difficoltà che abbiamo avuto sono state su palle in profondità con movimenti diagonali alle spalle della nostra linea difensiva”.
L’Inter non chiude la gara, la Salernitana prende gradualmente coraggio: “Negli ultimi 15’ loro hanno abbassato l’intensità controllando il risultato e noi siamo rimasti in partita e abbiamo avuto degli spunti prima dell’intervallo. Sul finire del primo tempo abbiamo alzato il baricentro del pressing, dovevamo sentire il momento giusto della spinta finale. La partita non si è messa bene dall’inizio ma siamo stati sempre dentro, abbiamo deciso di cambiare per poter sorprendere Inzaghi difendendo più alti, pressando bene e con più giocatori nella metà campo avversaria. Siamo andati meglio sulle seconde palle, abbiamo controllato il possesso trovando i giocatori liberi che potevano darci possibilità di arrivare al cross sul corridoio laterale ma abbiamo fatto bene triangolazioni anche centrali per andare al tiro in porta dalla distanza. La voglia e l’ambizione, il coraggio e l’unione che noto sempre più ci hanno portati al risultato”.
Sousa motiva la scelta di lasciare inizialmente fuori Dia: “Sapevamo di affrontare una squadra tecnicamente forte, abbiamo rischiato non solo nel primo tempo ma anche nel secondo in due contro due e per questo dico bravi ai difensori. Avevamo Coulibaly e Dia in corso di Ramadan, reduci da viaggi e per questo stanchi. Abbiamo preso una decisione più equilibrata trovando il momento giusto per inserire Dia. Potevo farlo 15’ prima ma l’ho lasciata andare fino all’intervallo prima di inserire Boulaye”.
Ottimo l’ingresso anche di Nicolussi Caviglia: “Ha molta voglia di arrivare al calcio che conta, ragazzo esemplare. Non ha mai abbassato la testa, ha sempre lavorato tantissimo. Ha migliorato il suo posizionamento in campo, vede la giocata ma non sempre decide come vede, quando arriverà a questo diventerà un giocatore importante. L’avevo valutato anche per La Spezia, è migliorato anche nei duelli. Ochoa? Il portiere è diverso, ribadisco l’importanza degli altri due per la professionalità che stanno offrendo e che aiuta anche Memo. Anche per la sua statura è riuscito a migliorare il posizionamento che è diverso dagli altri e può permettergli di fare le parate sul breve, è sempre al posto giusto ed è sempre super reattivo, ci aiuta tanto nei momenti chiave. Ho ringraziato i ragazzi, con l’energia che abbiamo possiamo prendere sempre questo tipo di risultato”.
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