Con l’impresa del Maradona fanno nove risultati utili consecutivi. La Salernitana continua a metter fieno in cascina, rimanda la festa scudetto del Napoli e soprattutto vede sempre più vicino il traguardo salvezza. Merito anche dell’ottimo lavoro svolto da Paulo Sousa che in due mesi e mezzo ha saputo ridestare una squadra spenta, infondendole coraggio e idee. Ed anche in una situazione ambientale a dir poco complessa, sotto di un gol e con uno stadio pronto ad esplodere, la Salernitana ha saputo rimetterla in piedi: “Avevamo due decisioni da prendere, abbassarci e subire o dopo il gol impostare credendo di poterla portare sul lungo. Abbiamo avuto anche l’opportunità di Bohinen nel finale. Il Napoli è una squadra a livello di possesso fortissima e quando il collettivo non riesce a creare occasioni chiare ha le individualità per creare triangolazioni e un Osimhen che anche due contro uno riesce a muoversi. Leggendo bene la partita abbiamo capito come offendere, tenendo il baricentro alto. Alla fine sono felice perché abbaimo deciso bene e anche con squadre forti possiamo fare risultato”.
Sousa è stato espulso da Marcenaro per proteste: “La tensione c’è sempre, sono molto passionale, mi piace vedere i miei ragazzi felici. Abbiamo fatto un gol straordinario, anche difficile per Dia perché abbiamo tenuto poco il pallone. Manca ancora tanto per la mia filosofia, mantenere a lungo l’intensità e palla tra i piedi. Spesso nelle uscite dobbiamo costruire meglio, però stiamo facendo un lavoro straordinario. Il risultato ti dà convinzioni. Sappiamo che contro le big che sono brave nel palleggio abbiamo più difficoltà nell’uscire. Ma stiamo andando nella giusta direzione. La mobilità dei nostri esterni lo stiamo migliorando con diverse linee e dando un’interpretazione al gioco verso il centrocampo avversario”.
Così Sousa in sala stampa: “Avevamo preso questa decisione prima della partita, di tenere il blocco più basso e dare iniziativa agli avversari, senza spendere tante energie, chiudere gli spazi e poi cambiare in corso d’opera. Questa lettura è stata corretta, se dall’inizio avessimo preso decisioni diverse il Napoli si sarebbe trovato diverse volte a tu per tu con Ochoa e la loro bravura nei cambi di velocità avrebbe potuto metterci in difficoltà. L’interpretazione dei ragazzi è stata giusta, siamo andati a offenderli, a creargli difficoltà, tenendo il pallone per più tempo nei piedi, andando più sull’ultimo terzo. Siamo felicissimi per il risultato e per l’umiltà messa in campo in una settimana difficilissima. Non posso che uscire da qui orgoglioso e contento”.
Si è rivisto Mazzocchi dal 1′ dopo l’infortunio: “Ho già espresso il mio giudizio, è uno da Champions. Più ha continuità e più può essere determinante. Ha fatto una partita straordinaria insieme ai suoi compagni, Daniliuc lo ha aiutato tantissimo anche in fase di costruzione, con Kastanos si sono intesi. Sono stati tutti umili, grande lavoro di squadra. Pako sulle prime anche sotto pressione riesce a saltare l’uomo in costruzione e sull’ultimo terzo è determinante anche sui cross, puntando gli avversari, è super aggressivo”.
Salvezza più vicina: “Pesano tutti i punti da quando sono arrivato per la salvezza, ho avuto il piacere a fine partita di parlare con l’arbitro per un mio presunto atteggiamento che deve essere comprensibile, dettata dalla passione del momento, non c’è stato lo stesso metro nelle decisioni, ammonito Pirola e non ammonito Olivera che poteva essere espulso. Spalletti lo ha infatti sostituito, ha capito di avere difficoltà e lo ha tolto, rischiava di essere espulso. Anche altre decisioni non mi hanno convinto, bisogna sapere gestire quando si parla, dispiace se il mio comportamento non è stato dei migliori ma con l’arbitro ci siamo chiariti, mi piace farlo soprattutto dopo le partite. Siamo esseri umani”.
Il tecnico lusitano ha così concluso: “La consapevolezza aiuta le nostre forze, la squadra crede di più in sé stessa, ha più certezze su quello che dobbiamo fare e siamo più vicini alla salvezza. C’è ancora una strada da percorrere, dobbiamo mantenerci sempre umili e avere sempre ambizione di vincere partite difficili come questa contro la squadra che merita il primo posto. La chimica squadra-tifosi deve esistere. Napoli è come Firenze, sono due piazze in cui il triangolo società-tifosi-squadra quando è insieme può far succedere di tutto. Stiamo dando gioia ed emozioni alla nostra gente, non siamo nulla senza i nostri tifosi. Sono le anime del calcio e vedere stadi pieni come il Maradona è bellissimo e la speranza è di avere infrastrutture più fresche in tutta Italia, danno l’opportunità di portare più giovani allo stadio per fare di tutto per unire passioni e culture diverse. Abbiamo bisogno di tutti per migliorare il calcio italiano. Dia? È un giocatore che sta facendo la differenza sul piano della concretezza e del gol, per fare punti abbiamo bisogno di segnare più dei nostri avversari. È forte, abbiamo la possibilità di trattenerlo, c’è il riscatto e dipende da noi. Siamo stati più noi a mettere in difficoltà il Napoli dopo il gol, siamo andati ad aggredirli, creando delle difficoltà e da lì siamo riusciti a pareggiare, non sono stati gli azzurri ad avere una marcia in meno ma noi a metterne tre-quattro in più”.
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