BOLOGNA. Oltre mille cuori granata hanno accompagnato il ritorno della Salernitana in Serie A. In uno stadio di Serie A, ricco di storia e dal parterre incredibile. Il CT Mancini, allenatori di primissimo livello, Morandi (clicca qui per foto e articolo).
Un altro pianeta, in campo e fuori. Salerno si è fatta notare con correttezza e calore, alzando i decibel in una vera macchia granata nel settore ospiti, a cui si è aggiunta una cinquantina di persone nello spicchio posizionato di fronte, tallonati dagli steward. Tutto con alti livelli di emozioni, nonostante il 50% della capienza, nonostante l’assenza degli ultras che – appoggiati anche dagli ultras della curva Bulgarelli di Bologna – hanno deciso di disertare fin quando non sarà possibile reintrodurre gli strumenti del tifo e produrre nuovamente assembramenti. Anche la curva bolognese ha dato un apprezzabile contributo sonoro, un clima sportivo che mancava. Mancava a tutti questo palcoscenico, mancavano questi livelli.
Bandiera aquilotta e provocazioni
Non sono mancate le provocazioni. In settimana sui social era circolata la foto di un biglietto per il settore dei tifosi bolognesi con la maglia della Nocerina sullo sfondo. Oggi al Dall’Ara è invece spuntata per davvero una bandiera della Cavese, agitata da tre persone all’interno della tribuna, rivolgendosi ai sostenitori granata. C’è stata reazione verbale, sfottò, prima che i responsabili venissero ricacciati, assieme al vessillo dall’intervento di altri tifosi granata presenti in tribuna. E poi compostezza al minuto 45′, poco prima della segnalazione del recupero del primo tempo, quando dalla curva occupata dai sostenitori locali si è levato un “non si capisce cosa… bip… cantate”. Sarebbe discriminazione territoriale da un lato. Dall’altro, certamente maturità: nessuna risposta.
Le lacrime
“Forza ragazzi” al rientro negli spogliatoi. Dal campo apprezzano, assorbono. E passano in vantaggio nonostante l’uomo in meno dopo 7′ della ripresa, andando a restituire quell’abbraccio che trascina, virtualmente, nell’esultanza collettiva sotto allo spicchio festante. Bonazzoli davanti a tutti. Che bello. Fa nulla se poi ad esplodere è la Bulgarelli con il fisiologico ritardo dettato dalla vibrazione della goal line technology. Perché poi arriva Mamadou e la gita festante ha di nuovo colori bianco panna con maniche granata. C’è chi piange in tribuna, in curva, a casa. Tanti, il giusto. Dieci anni fa, il 21 agosto 2011, si giocava Salerno Calcio-Internapoli e oggi l’ippocampo è andato a giocarsela a viso aperto a Bologna, in A. Come Arnautovic. Veniva dalla D, come De Silvestri. Dice tutto quel “siamo sempre con voi” che saluta l’uscita dal campo – sconfitta – della squadra sulle note di Lucio Dalla: la Salernitana ha vinto lo stesso nel cuore di chi la ama. Bentornato pubblico, bentornata Serie A.
Dan
23/08/2021 at 13:47
Da Bolognese mi complimento per l’articolo che ho appena letto. Questi articoli fanno bene al calcio
Alfonso Maria Avagliano
23/08/2021 at 15:17
Grazie a nome della redazione.