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Firenze, nuova vita a Novara: “Salerno era priorità, ma non ho avuto considerazione”

“Non volevo restare a Venezia, avevo grande voglia di tornare a Salerno, da sempre”. Non nasconde un po’ di amarezza Marco Firenze per la fine della sua avventura col cavalluccio. Il centrocampista (ora al Novara) ai nostri microfoni ha dato la sua versione del perché la Salernitana, nonostante l’emergenza estiva in primis numerica a centrocampo, non lo abbia mai realmente considerato all’alba della nuova stagione: “In estate non sono andato in ritiro, ma mi sono allenato a casa con un preparatore personale. Se mi avessero convocato sarei andato con grande voglia, perché tornare alla Salernitana è sempre stata la mia priorità. Non so perché non sia stato ripreso in considerazione, mi è stato fin da subito detto che non rientravo nei piani e quindi mi sono guardato intorno. Non mi sono potuto neanche confrontare col mister, probabilmente perché non sono un giocatore che, per caratteristiche, si sposa col suo gioco. Avevo voglia di risentirmi considerato e di non essere un peso. Peccato solo che la situazione si sia risolta a fine mercato”. Doveva essere uno dei punti di forza della Salernitana nel campionato scorso, ma la sua avventura granata è durata appena sei mesi. Per l’ex Crotone gli inizi a Salerno erano stati promettenti: una gran punizione stampatasi sulla traversa contro il Pescara e il gol decisivo alla seconda giornata al Marulla di Cosenza. A metà girone di andata però qualcosa si è incrinato nel rapporto tra Ventura e il classe ’93 che, dopo un infortunio muscolare patito nella trasferta di Venezia (19 ottobre 2019), è sceso in basso nelle gerarchie del tecnico. Firenze ha racimolato appena 11′ minuti dalla dodicesima giornata fino alla ventunesima, finendo spesso fuori dai convocati. A gennaio la scelta di dire addio: “Avevo cominciato bene. Ventura è un allenatore come pochi, per il modo in cui ti fa giocare. Prima della trasferta di Venezia però non stavo benissimo, avevo un fastidio al flessore, ma ho cercato di essere a disposizione e giocando mi sono infortunato. Sono stato fuori un mese e quando sono tornato la considerazione di me era totalmente cambiata, dopo che in estate mi avevano voluto fortemente. Io ho accusato il colpo, il mister ha fatto altre scelte e alla fine le strade si sono divise, ma non conosco la reale motivazione. Non mi pento comunque delle scelte che ho fatto”.

Il calciatore ligure è rimasto molto affezionato alla città e alla gente: “Quello che mi lega a Salerno è il rapporto con la piazza. Dalla gente ho ricevuto affetto e passione, ho visto l’amore verso la squadra. Lo porterò sempre con me. Dispiace non aver potuto ricambiare tutto questo in campo, di non aver dimostrato quanto valgo con la maglia granata addosso”. Il giocatore ha detto la sua anche sul rapporto, ormai compromesso, tra tifosi e proprietà: “I tifosi sono in contestazione, con le loro motivazioni, e la situazione non giova alla squadra. La Salernitana è conosciuta proprio per il calore del suo pubblico. Un ambiente compatto e unito può solo fare bene a tutti ed essere un’arma in più; in questa situazione magari anche i calciatori migliori non rendono. La proprietà credo abbia sempre investito e su giocatori importanti, ma vincere il campionato di B non è mai facile. L’errore, nelle ultime stagioni, può essere stato quello di aver cambiato spesso allenatori e giocatori. Anche quest’anno si è passato da Ventura, che fa un tipo di calcio con determinati giocatori, a Castori, che predilige un altro gioco ovviamente con altri interpreti. La programmazione è importante, il Crotone lo scorso anno è andato in A, perché aveva mantenuto la struttura della stagione precedente”. Firenze dà credito alla Salernitana per la stagione da poco iniziata: “Mi sento spesso con Giannetti, Gondo, Cicerelli, Di Tacchio e Lombardi, nello spogliatoio sono stato benissimo perché avevo dei compagni meravigliosi. La società ha preso dei giocatori importanti, come Tutino e non solo. Dico che Giannetti è un grande attaccante per la categoria, avrebbe solo bisogno di più fiducia. Non conosco bene Castori, non avendolo mai avuto come allenatore, ma solo come avversario, quindi non so come lavora, ma auguro a tutti di fare qualcosa di importante, perché la squadra c’è. Le favorite? Il Monza ha allestito una rosa di valore, anche le retrocesse dalla A hanno mantenuto i giocatori forti, le neopromosse si sono mosse bene, vedremo se squadre come il Pordenone si confermeranno. Sarà come sempre un torneo equilibrato e difficile per tutti”.
Firenze invece si rilancierà in Serie C, a Novara (insieme a Migliorini), meta scelta negli ultimi giorni di mercato, nonostante ci fossero per lui richieste anche dalla cadetteria (Pescara e Reggina). L’inizio è stato già confortante, con il gol vittoria lunedì ad Alessandria, contro gli altri ex granata Eusepi e Gregucci: “È stato un buon esordio, nonostante abbia potuto fare solo due allenamenti, per via dell’attesa dell’esito dei tamponi. Non scendevo in campo da tanto tempo, è stato bello risolvere la partita. Il mercato è stato particolare, non era nelle mie idee scendere di categoria. Il Novara però mi ha convinto, il direttore mi ha presentato un progetto interessante, con la possibilità di lottare per il vertice e di essere protagonista. Avevo bisogno di sentire fiducia e sentirmi importante.”.

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