Ben 21 giocatori nuovi, nessuno dichiaratamente comprimario, 13 tagli tra cessioni definitive, prestiti e rescissioni. Il primo mercato di Daniele Faggiano alla Salernitana si chiude, sulla carta, con un bilancio positivo. Il direttore sportivo aveva parlato di squadra per l’80% completa in tempo per il ritiro di Cascia nel giorno della sua presentazione ufficiale, non riuscendo a raggiungere subito l’obiettivo e scontrandosi con mugugni e capricci di qualche esubero. La missione più importante è stata proprio liberarsi di tutti gli esuberi, in un modo o nell’altro, anche se nei minuti di recupero per alcuni di loro: l’attenzione personale del direttore al bilancio più volte sbandierata viaggia di pari passo a una necessità importantissima e spesso sottovalutata, quella di mantenere l’equilibrio giusto nello spogliatoio, evitando di far coesistere calciatori scontenti con altri motivatissimi, se non ci sono le premesse, altrimenti il rischio è quello di inquinare uno spogliatoio che, invece, sembra unitissimo e voglioso di fare bene. Lo si intuisce dalle parole dei calciatori, dai volti, dai loro post sui social, con buona pace di chi vorrebbe sempre una spruzzata di veleno.
La Salernitana ha una rosa in grado di competere per la vittoria del campionato e non sembra avere nulla di meno rispetto a Catania e Benevento: lì dove gli etnei sembrano messi meglio (le corsie laterali, Cicerelli e Casasola hanno una marcia in più), la Bersagliera può dirsi messa meglio nel pacchetto arretrato. I sanniti hanno completato il pacchetto avanzato con Tumminello, oltre a Salvemini e Mignani. La Salernitana ha Inglese, Ferrari ed ora Ferraris. Insomma, sulla carta le tre concorrenti sono lì, alla pari. Il gruppo granata ha una pelle completamente nuova e questa è la cosa più importante. “Unico piccolo difettuccio” per il direttore, nelle sue parole di ieri sera, inevitabile però nella situazione in cui era la rosa. Piccolo spoiler: se le cose andranno bene, sarà stato grande il ds, se andranno male, “la Salernitana avrebbe dovuto trattenere i big per risalire subito“. Anche se questi “big” forse non avevano alcuna intenzione di rimanere: sarebbero stati patrimonio della società, da stipendiati sarebbero dovuti scendere in campo, ragionamento corretto aziendalmente, ma il calcio ha regole non scritte che Faggiano ha applicato portando una ventata di freschezza in un organico dove tutti, allenatore compreso, vedono Salerno come un’occasione da non sprecare, un orgoglio e non un punto d’arrivo dove pavoneggiarsi.
Il gioco delle coppie vede Donnarumma e Brancolini tra i pali (a loro si aggiungerà Cevers, svincolato, che sarà ufficializzato oggi o nelle prossime ore), in difesa Cabianca e Matino braccetti destri, Golemic e Coppolaro centrali, Anastasio e Frascatore braccetti mancini. Quirini e Ubani sono i due quinti a destra (anche Cabianca e Achik possono essere adattati nel ruolo a seconda delle esigenze di partita e tattiche), mentre a sinistra Villa parte titolare con Anastasio o Frascatore alternative. Forse è questa l’unica casella mancante, c’è duttilità nei calciatori e comunque non mancano alternative, ma un esterno anche giovane mancino poteva fare comodo. A centrocampo Capomaggio è playmaker indiscusso, De Boer può farlo in sua eventuale assenza. L’olandese è adattabile anche da mezzala e con lui nel gioco delle coppie ci sono Varone, Tascone, Knezovic e i giovani Iervolino e Di Vico. In attacco, rispettate le richieste di Raffaele che aveva chiesto “5 punte di spessore per poter fare un campionato di vertice”. Lo sono senza ombra di dubbio Inglese, Ferrari, Liguori, Achik e l’ultimo arrivato Ferraris, con il sesto attaccante baby Boncori a completare il reparto.
Prendendo i numeri fatti registrare l’anno scorso dai singoli giocatori con caratteristiche offensive o che tradizionalmente vedono la porta presi da Faggiano, la Salernitana ha in dote un bagaglio da potenziali 70 gol e 37 assist. Giudicare negativamente questi dati di partenza considerando che sono tutti elementi di categoria e che serve soprattutto quello per poter affermarsi, significa non essere in buona fede. Inglese viene da 14 gol e un assist, Ferrari da 6 gol e un assist (e ha giocato solo metà stagione, nella prima parte era infortunato, perché negli anni precedenti è sempre andato in doppia cifra), Liguori da un campionato vinto a Padova con 7 gol e 10 assist, Ferraris da un campionato vinto a Pescara con 12 gol e 5 assist, Achik da un secondo posto e ben 7 assist (con un gol) al Cerignola, e poi e 18 gol (con 8 assist) di Knezovic che non vanno affatto trascurati: è un bottino in Primavera, ma è una Primavera 1 di spessore come quella del Sassuolo. Po vanno aggiunti anche i 5 gol e 3 assist di Varone, uno che si inserisce spesso al tiro. Anche Capomaggio è uno che ha il vizietto del gol, ne ha fatti 7 l’anno scorso nel Cerignola (2 assist). La somma dice 70 gol, ovviamente nulla è certo e tocca sempre ripetersi, ma le scelte vanno in una direzione ben precisa da parte della direzione sportiva con l’avallo della proprietà, che per quanto criticata e criticabile per le due retrocessioni consecutive, sembra aver cambiato registro con un mercato più a contatto con la realtà: niente spese folli o pazzie, più raziocinio. Gli ingredienti ci sono, compresa una squadra che lavora dietro le quinte e che il ds ha ringraziato pubblicamente ieri, con anche due professionisti ex arbitri (Pagnotta e Avella) che stanno dando una grande mano con lavoro oscuro in panchina per cercare di dirimere in tempi record le situazioni da potenziale FVS.
La Salernitana è stata rifondata da capo a piedi. C’è a chi piace e a chi no, ci sono gli ottimisti per natura e i pessimisti per hobby, gli odiatori per partito preso e gli ammiratori del personaggio di turno. Salerno ha abituato a questo, negli anni, e non la si può cambiare. L’impressione, a mente fredda, è che serva compattezza in un ambiente che sta faticosamente provando a rifiorire dopo due anni di bruciature. La Salernitana ha fatto un buon mercato di categoria per stare in alto e va sostenuta sempre, soprattutto i calciatori nuovi che non hanno alcuna colpa di quello che è successo fino a tre mesi fa. I 5mila abbonati hanno dato risposte importanti, significa che una fetta grossa crede nella possibilità di lottare per tornare subito in B, una missione tutt’altro che facile ma, a giudicare dalla rosa quadrata e competitiva, numeri alla mano, allestita da Faggiano, non è impossibile. Ora è davvero finita la tiritera del mercato, anche se il ds potrebbe inserire uno svincolato ancora, c’è posto in lista. Testa al campo, ai fatti, al presente, alla “pagnotta” da guadagnarsi adesso senza alcun alibi da parte di tutti. Il passato e chi lo mette ancora in pasto sui social o altrove, non meritano considerazione.