Fabiani tra addio e conferma, proprietà riflette: le alternative in caso di reset dirigenziale

Chiusa (quasi) definitivamente l’ultima decisiva partita, quella nelle aule dei tribunali, la Salernitana dovrà necessariamente tracciare un bilancio della stagione e cominciare a programmare la prossima. Dalla scrivania al campo, servirà un repulisti generale. L’orribile girone di ritorno disputato dai granata ha lasciato una pesante eredità di polemiche, veleni e spaccature sanabile esclusivamente con un azzeramento quasi totale dei quadri dirigenziali e tecnici. Ciò, va da sé, dovrà essere propedeutico ad un’inversione di marcia e tendenza sul piano programmatico e relazionale. Dovessero cambiare gli uomini e non le modalità gestionali, la Salernitana resterebbe comunque impantanata nel limbo della mediocrità.

In attesa di definire il futuro di Leonardo Menichini il cui contratto si allungherà automaticamente per la prossima stagione a salvezza definitivamente in cassaforte, la proprietà dovrà delineare programmi, progetti e uomini. Decisiva, in tal senso, sarà la scelta del management. Il diesse uscente Fabiani è in scadenza di contratto, il legame forte con la proprietà stride col malessere della piazza che gli imputa una lunga serie di errori sul mercato e non solo. Consapevole d’esser inviso ormai a gran parte della tifoseria, il navigato dirigente romano si sta guardando intorno. Sul piatto un’interessante proposta dell’ambiziosa Reggina dove s’è recentemente insediato il diggì romano Andrea Gianni, amico di Fabiani e già dirigente di Sambenedettese e Rieti. Curiosamente accostato agli amaranto anche l’ex tecnico granata Stefano Colantuono: praticamente impossibile pensare ad una reunion dei due in riva allo Stretto. Dovesse approdare in Calabria, Fabiani sceglierebbe l’allenatore in una ristretta cerchia di nomi che conta Braglia e i soliti Moriero e Capuano. Ma questa è un’altra storia.

Tornando alle faccende di casa granata, Mezzaroma e Lotito restano in religioso silenzio. O quasi. L’imperatore Claudio, infatti, si sta godendo il successo in Coppa Italia con la Lazio cavalcando l’onda mediatica del momento. I due soci e cognati dovranno decidere – si spera a breve – il futuro della Salernitana. Sotto forma di uomini e progetti. Il primo passo sarà necessariamente la scelta del direttore sportivo. Azzerare i quadri dirigenziali sarebbe un segnale forte anche nei confronti della tifoseria. Dopodiché si passerebbe alla scelta del nuovo responsabile dell’area tecnica. Lotito apprezza molto il profilo di Stefano Trinchera, reduce da due straordinari campionati col Cosenza con cui ha conquistato un’insperata promozione in B ed una salvezza neanche tanto sofferta con un budget di certo non stratosferico. Ex Lecce, dove ha lavorato sia da calciatore che da dirigente, Trinchera potrebbe lasciare la Calabria a caccia di una nuova avventura professionale. Piace anche al Pescara che tiene sempre caldo il nome di Marco Giannitti, prossimo a lasciare Frosinone. Potrebbe lasciare Benevento in caso di flop ai playoff Pasquale Foggia, ex calciatore di Lazio e Salernitana e legato a Lotito come Stefano Mauri. Nel caso in cui dovesse arrivare un “uomo di campo”, Lotito penserebbe anche ad un diggì per gli aspetti meramente finanziari e burocratici: resta autorevole la candidatura di Rinaldo Sagramola, ex Vicenza, Brescia e Palermo.

Ipotesi, così come allo stato attuale è ipotetica e tutt’altro che scontata la separazione dall’attuale management che già stava lavorando, prima dell’ultimo ciclo di sconfitte consecutive, all’allestimento dell’organico per la prossima stagione. Regna ancora il silenzio ma Salerno attende risposte. Fatti, prima che parole.