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Emozione Faggiano, ritrova il Trapani: dalla scoperta dei talenti a quel sogno Serie A sfiorato

Una partita del cuore, non come le altre e non solo per la necessità di vincere a tutti i costi per rasserenare l’ambiente dopo l’umiliante 5-1 di Benevento. Per Daniele Faggiano il Trapani non sarà mai un avversario qualsiasi. Lo ha portato dalla Serie C ad un passo dalla Serie A nel giro di quattro anni, scoprendo calciatori dall’anonimato, su tutti il salernitano Nicola Citro che fu pescato tra i dilettanti del Marcianise e portato a una carriera professionistica di tutto rispetto. Come lui anche altri come l’attaccante brasiliano Coronado.

Quella di domenica per il direttore sportivo della Salernitana è una gara speciale, da ex anche ben ricordato nella piazza siciliana nonostante il suo approdo successivo al Palermo e poi al Catania. Faggiano, dopo Noicattaro, fu preso sotto l’ala protettiva di Perinetti a Bari e poi a Siena. Nel 2012 fu nominato direttore del Trapani e cominciò una scalata importante con Roberto Boscaglia in panchina e in campo la vecchia conoscenza della Bersagliera, Giacomo Tedesco: primo posto in C, le salvezze nei due campionati successivi in B e poi il sorprendente terzo posto con Cosmi alla guida e la finale playoff persa contro il Pescara, a un soffio dal sogno. C’erano Torregrossa, Perticone, Ciaramitaro e Montalto, altri volti noti ai tifosi della Salernitana.

“Sono orgoglioso di aver fatto parte della storia del Trapani, sono rimasto legatissimo alla società, alla città e alla gente”, ha spesso ricordato. Dopo Trapani, per lui si sono spalancate le porte della massima serie con Palermo, Parma (doppio salto anche lì), Genoa, Sampdoria. Precisamente al Giornale di Sicilia oramai 5 anni fa riavvolgeva il nastro delle emozioni e dei rimpianti: “Io e il Trapani ci siamo lanciati a vicenda. Allora furono bravi tutti, dal tecnico al presidente ai tifosi; quello che mi porto dietro ancor oggi è un’esperienza non solo lavorativa ma anche sentimentale perché Trapani, dove conservo ancora tanti amici, ce l’ho sempre nel cuore. Quella Serie A ce la saremmo meritata noi più di loro. L’ho detto sempre e lo ripeterò per i prossimi 20 anni, quella finale non l’abbiamo persa per demeriti sul campo, perché in 11 contro 11 non so se sarebbe finita così”. Cosmi finì in lacrime quella partita contro il Delfino, poi la storia ha mandato i trapanesi via via in discesa. Oggi c’è una proprietà diversa, Antonini e non più Morace, ma da quelle parti non mancano le difficoltà e una piazza in subbuglio. Per Faggiano però non sarà una sfida senza emozioni…

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