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Economia o salute, giocare o non giocare? La B si divide: quel precedente del 2003…

Giocare o non giocare, questo è il dilemma. Di difficile risoluzione anche. Il calcio aspetta di conoscere il proprio futuro, mentre impazza il dibattito. In Serie B mancano dieci giornate alla conclusione della regular season, un recupero (Ascoli-Cremonese) più i playoff. Tante gare.

L’intenzione dei vertici del calcio è quella di chiudere la stagione e quindi far giocare tutte le partite. Ma l’emergenza coronavirus non è ancora finita, ogni giorno ci sono ancora troppi decessi e la luce in fondo al tunnel appare lontana. Se si vuole veramente salvaguardare la salute allora non bisogna tornare a giocare. In caso di stop però i danni economici sarebbero troppo elevati. Ed ecco che si apre il dibattito: giocare o non giocare, l’Italia si divide.

Il presidente della Salernitana Lotito vorrebbe subito tornare in campo, in tutte le categorie. Il patron del Livorno, invece, vuole rimandare tutto all’anno prossimo con una riforma del format. L’idea di Spinelli è quella di promuovere Benevento e Crotone in Serie A, non far retrocedere nessuno e promuovere dalla Serie C le prime tre dei gironi. Si partirebbe così a 21 squadre ma il Frosinone ha già annunciato battaglia se venisse esclusa dalla promozione.

C’è un precedente che potrebbe essere preso a esame, seppur naturalmente con tante differenze. Nell’estate del 2003 i tribunali decisero di bloccare le retrocessioni: ne giovò anche la Salernitana di Aliberti. Impazzò il caso Catania: in due partite con i siciliani in campo, contro Siena e Venezia, furono schierati due calciatori in realtà squalificati. Il toscano Martinelli nella prima partita e il siciliano Grieco nella seconda non potevano giocare, eppure furono mandati in campo. Fu caos. Tra polemiche e ricorsi, la decisione fu quella di cancellare tutte le retrocessioni. Catania, Genoa, Salernitana e Fiorentina (che prese il posto del fallito Cosenza) furono ripescate e la B passò da 20 a 24 squadre. L’accordo economico fu trovato escludendo le ripescate dai contributi di lega, anche perché le prime venti si rifiutarono di scendere in campo per le prime due giornate del campionato successivo.

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