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Due anni fa l’incubo Svezia per Ventura: mister libidine cerca il riscatto in granata

Oggi Gian Piero Ventura predica calma, ricordando che bisogna seminare prima di raccogliere. Due anni fa, in queste ore, il tecnico granata sedeva sulla panchina della Nazionale e si giocava la partita più importante della sua carriera.

Al “Meazza” di Milano l’Italia non andò oltre lo 0-0 con la Svezia che nella prima gara dello spareggio per le qualificazioni ai Mondiali del 2018 si impose per 1-0. E così gli azzurri, per la prima volta dal 1958, si ritrovarono fuori dalla massima competizione calcistica con Ventura, oggi tecnico della Salernitana, tra i maggiori indiziati della critica.

Quella critica che due anni dopo ancora non gli ha perdonato, almeno non del tutto, quello smacco. Ventura lo sa bene e di tanto in tanto vorrebbe tornare sull’argomento per chiarire, spiegare, far valere le sue ragioni.

Una pagina nera per il calcio italiano  – già coinvolto in altre questioni poco edificanti – che domenica, allo “Zini” di Cremona, sarà tornata con un pizzico di prepotenza nella testa di Ventura. Un po’ per la maglia gialla indossata dalla sua squadra che, inevitabilmente, faceva pensare a quella della Svezia.

Un po’ per gli sfottò di alcuni tifosi cremonesi che dalla tribuna provocavano il tecnico della Salernitana ricordandogli l’esperienza azzurra, da “portaci ai Mondiali” a “metti Insigne”. Ci vuole ben altro per scalfire l’entusiasmo e la grinta di mister libidine, ma certamente tornare col pensiero a certi momenti non fa mai piacere.

“Fu un grande errore, ma non per la mancata qualificazione ai Mondiali, ma perché dopo poco tempo capii che non c’erano i presupposti per allenare l’Italia“ ha dichiarato di recente l’allenatore ligure che alla guida dell’ippocampo cercherà di riscattarsi. Perché seminare è importante, ma raccogliere è sicuramente più soddisfacente.

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