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Di Gennaro “leader” di una Salernitana ancora incompiuta: l’ultima da titolare ad inizio novembre

Nove presenze stagionali, appena due spezzoni negli ultimi tre mesi. Ed un minutaggio complessivo pari ad appena i 17% del totale. Sono i numeri di Davide Di Gennaro, un po’ l’emblema di una Salernitana che fatica tremendamente ad assumere la forma auspicata da proprietà e dirigenza in sede di allestimento dell’organico. Il centrocampista ex Lazio non gioca titolare dalla gara di Venezia dello scorso 4 novembre, quando peraltro fu costretto a rimanere nello spogliatoio all’intervallo per un problema muscolare. Durante la gestione Gregucci peraltro DiGe non è mai partito dall’inizio, anche quando l’infortunio era ormai alle spalle. Emblematico il derby col Benevento di venerdì scorso: annunciato nello starting eleven ed a lungo provato in settimana, è rimasto in panchina per far spazio ad un inguardabile Minala. Che garantirà anche maggior sostanza sul piano fisico ed agonistico, ma che in campo dà troppo spesso l’impressione di gironzolare a vuoto.

 

Eppure nelle intenzioni di proprietà e dirigenza Di Gennaro avrebbe dovuto rappresentare il leader tecnico e carismatico di una Salernitana smaniosa di “alzare l’asticella”. L’avvio a rilento, i tanti infortuni, lo scarso feeling con l’ambiente e la precedente gestione tecnica. Fino al blitz di Lotito dello scorso novembre: “Abbiamo trovato la soluzione ai problemi di carattere emotivo-ambientale che incidono sulle sue performance”. Da allora, però, Di Gennaro ha visto il campo per appena 42 minuti e neanche da titolare. Frenato da tanti fastidi fisici (tutt’altro che “imponderabili” considerando lo score recente del calciatore) o sacrificato sull’altare di un equilibrio tattico sempre più precario. Eppure Gregucci nella sua seconda esperienza in granata era riuscito a rivitalizzare e dare nuova linfa ad un certo Pasquale Foggia, in una situazione che presentava diverse analogie con quelle attuali. Nel frangente fu bravo anche il calciatore a rimettersi in discussione, lasciando nel cassetto i lustrini di una lunga ed onorata carriera. Gregucci fu capace di cucire addosso a Foggia una nuove veste tattica, ma soprattutto di recuperarlo sul piano mentale. Come? Mettendolo al centro del suo progetto tattico, responsabilizzandolo in campo e nello spogliatoio. A distanza di anni, Gregucci ha l’obbligo di riprovarci con Di Gennaro pur con tutte le difficoltà del caso. Fisiche, atletiche e psicologiche. Le residuali chance granata, infatti, passano necessariamente per un pieno recupero di tutti gli elementi in organico.

1 Commento

1 Commento

  1. Maisatellitedellalazio

    12/02/2019 at 16:17

    Ma almeno per blindare la salvezza ..lo vogliamo.mettere playmaker con minala (in attesa di akpa) e di tacchio ai lati?? Difesa a quattro e jallow largo con rosina e calaio’ centrale??? E jamm bbell ja

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