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Dall’idea in panchina alla “fatal Verona”: i quattro mesi di Paulo Sousa

A volte il karma è strano, una legge causa-effetto per le azioni fisiche che facciamo e che hanno sempre una conseguenza. Verona nel destino, con e per i granata in sottofondo. I quattro mesi di Paulo Sousa dai rumor sulla panchina scaligera alla firma su quella granata.

Paulo Sousa cercato dal Verona… alla Salernitana

Chi l’avrebbe mai detto che un pomeriggio di ottobre davanti a Salernitana-Verona si potesse fare il tuo nome e poi, a distanza di quattro mesi, proprio sulla scia del match di ritorno, tu dovessi prendere le sorti di una della due squadre. Tutto, appunto, in quattro mesi. Lo scorso ottobre la panchina del Verona di Gabriele Cioffi traballava fortemente in vista del match dell’Arechi contro i granata. In quel caso fu la “fatal Salernitana” a costare, poi, al triplice fischio, la panchina all’ex tecnico dell’Udinese. Dopo alcuni sondaggi con vari allenatori, il presidente Setti indicò Paulo Sousa come possibile allenatore capace di risollevare l’impietoso score della squadra scaligera. Rincorse e silenzi prolungato virarono su una soluzione interna con Salvatore Bocchetti alla guida dei gialloblù e qualche settimana dopo l’innesto anche di Marco Zaffaroni. Proprio il duo tecnico che lunedì al Bentegodi ha sconfitto la Salernitana (dell’ormai ex) Davide Nicola. Altre 48 ore di passione fino alla firma, stavolta ufficiale, dell’esonero del tecnico piemontese e del nuovo arrivo al Mary Rosy di Paulo Sousa. Proprio il tecnico corteggiato dall’Hellas. Ironia della sorte il nome del tecnico lusitano era stato anche in orbita Inter con la dirigenza nerazzurra che ne seguiva gli sviluppi dopo le prestazioni poco convincenti di Inzaghi lo scorso ottobre. Era a Milano in occasione di Inter-Barcellona quando la panchina dell’ex tecnico laziale vacillava rumorosamente… ed era sempre a Milano, martedì in occasione di Milan-Tottenham, per vedere un’altra milanese in attesa di una chiamata decisiva per la panchina. “Karma is my best friend” cantavano i Love Thieves e chissà che lo stesso non possa rivelarsi ancora più profetico domenica all’Arechi.

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